Reddito di cittadinanza in scadenza a settembre: ecco per chi. Cosa fare?

Teresa Maddonni

02/09/2020

Il reddito di cittadinanza è in scadenza a settembre per molti beneficiari. Vediamo cosa fare per non perdere il sussidio e continuare a goderne.

Reddito di cittadinanza in scadenza a settembre: ecco per chi. Cosa fare?

Il reddito di cittadinanza è in scadenza nel mese di settembre, ma non per tutti. Chi si troverà a percepire la potenziale ultima mensilità del reddito di cittadinanza cosa deve fare per non perdere il sussidio definitivamente?

Il reddito di cittadinanza lo ricordiamo è stato introdotto con il decreto n.4/2019 convertito poi nella legge n.26/2019.

Il reddito di cittadinanza non si limita a essere un mero sussidio che viene erogato in una cifra che tiene conto dell’ISEE del nucleo familiare, ma è finalizzato all’inserimento lavorativo del beneficiario.

La prima fase del reddito di cittadinanza si conclude dopo 18 mesi e per continuare a percepire il beneficio è necessario presentare una nuova domanda. Il reddito di cittadinanza nel mese di settembre per coloro che hanno iniziato a percepirlo ad aprile 2019 è in scadenza.

Vediamo cosa fare nel dettaglio per non perdere definitivamente il sussidio.

Reddito di cittadinanza in scadenza a settembre: cosa fare

Il reddito di cittadinanza è in dirittura d’arrivo per circa 1 milione degli attuali beneficiari per i quali quindi il sussidio scade a settembre o anche nel mese di ottobre. Come anticipato la prima cosa da fare è una nuova domanda per continuare a percepire il beneficio per ulteriori 18 mensilità potenziali e che diventano pertanto nel totale 36.

Ma andiamo alla norma che abbiamo sopra citato per capire come funziona il reddito di cittadinanza e in particolare la scadenza che sarà a settembre per coloro che hanno percepito la prima mensilità ad aprile 2019. All’articolo 3 comma 6 si legge chiaramente:

“Il Rdc è riconosciuto per il periodo durante il quale il beneficiario si trova nelle condizioni previste all’articolo 2 e, comunque, per un periodo continuativo non superiore a diciotto mesi. Il Rdc può essere rinnovato, previa sospensione dell’erogazione del medesimo per un periodo di un mese prima di ciascun rinnovo.”

Il reddito di cittadinanza, come la norma prescrive, viene dunque rinnovato per un periodo massimo sempre di 18 mesi, viene sospeso per un mese prima del rinnovo e quindi prima della nuova domanda da poter inoltrare a INPS per ottenere il sussidio.

Dunque coloro che riceveranno l’ultima tranche del reddito di cittadinanza presumibilmente tra il 24 e il 26 settembre e comunque non oltre il 30, dovranno attendere un mese, quindi la fine di ottobre per inoltrare la nuova domanda.

Per questa la procedura non cambia, anche se toccherà attendere che INPS valuti la nuova domanda per il reddito di cittadinanza presentata dal beneficiario. Il riconoscimento del reddito di cittadinanza, fatte le dovute verifiche, dovrebbe avvenire da parte dell’INPS entro la fine del mese successivo a quello della presentazione dell’istanza.

Chi ha fatto richiesta per il rinnovo del reddito di cittadinanza potrebbe vedersi riconosciuto lo stesso già alla metà di novembre 2020 con il primo pagamento. Non sappiamo ancora se servirà una nuova carta del reddito di cittadinanza quello che sappiamo è che l’ISEE deve essere quello in corso di validità. Per non incorrere poi nella sospensione del reddito di cittadinanza l’ISEE andrà poi rinnovato, come per il 2020, a gennaio 2021.

Reddito di cittadinanza: cosa cambia con la nuova domanda

Le regole che sono alla base del reddito di cittadinanza non cambiano con la nuova domanda e quindi con il suo rinnovo.

Chi otterrà nuovamente il sussidio sarà comunque tenuto, sulla base del Patto per il lavoro firmato presso il Centro per l’Impiego di competenza, ad accettare la proposta occupazionale che viene presentata per non perdere il beneficio.

Rispetto però alla prima fase di 18 mesi del reddito di cittadinanza, nella seconda finestra che per molti inizierà a novembre, il beneficiario deve accettare obbligatoriamente la prima offerta di lavoro congrua in qualsiasi parte di’Italia pena la decadenza del sussidio.

Il limite dei 250 km resta solo per i beneficiari del reddito di cittadinanza nel cui nucleo familiare siano presenti minori o disabili.

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