Reddito di cittadinanza, due ricariche per chi vive sotto lo stesso tetto: è possibile, ecco come fare

Simone Micocci

17/05/2022

17/05/2022 - 11:47

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Chi vive nella stessa residenza può presentare due o più domande di Rdc? In alcune casi è possibile. O in alternativa si può chiedere di ricevere due distinte ricariche.

Reddito di cittadinanza, due ricariche per chi vive sotto lo stesso tetto: è possibile, ecco come fare

Non sempre avere la stessa residenza impedisce di presentare due, o più, distinte richieste di reddito di cittadinanza. Solitamente è così, in quanto il Rdc spetta all’intero nucleo familiare, dove per questo si intendono tutti i componenti inclusi nello stato di famiglia (quindi coloro che risultano residenti allo stesso indirizzo) più eventuali componenti non conviventi ma comunque a carico.

Per questo motivo, solitamente chi vive sotto lo stesso tetto prende un unico reddito di cittadinanza, per tutti i componenti indicati nella Dsu ai fini Isee.

Ma cosa succede se nella stessa abitazione coabitano due persone o più persone che tra loro non sono legate da alcun vincolo familiare e affettivo? In questo caso ci sono più soluzioni: ad esempio si può decidere di fare un’unica domanda di reddito di cittadinanza e richiedere successivamente di suddividere il pagamento su due carte di Poste italiane, o in alternativa si può procedere alla scissione del nucleo familiare così da avere due Isee differenti e poter così richiedere distintamente anche il reddito di cittadinanza.

Cominciamo con l’approfondire quest’ultima opzione, utile per coloro che vorrebbero avere più di un reddito di cittadinanza all’interno della stessa residenza.

Due (o più) ricariche di reddito di cittadinanza nella stessa residenza

È importante sapere che nel formare la famiglia anagrafica il Comune opera secondo la presunzione per cui tutti coloro che vivono sotto lo stesso tetto rientrano nello stesso stato di famiglia e di conseguenza formano un unico nucleo familiare ai fini Isee.

Tuttavia, i singoli componenti possono - o al momento della formazione della famiglia anagrafica o in un successivo momento - rivolgersi all’ufficio anagrafe del Comune per chiedere la scissione del nucleo familiare in due o più unità distinte.

Questo è possibile esclusivamente qualora tra i coabitanti che chiedono di essere inseriti in distinti nuclei familiari non ci sia alcun vincolo parentale, comprese eventuali affinità, né dei legami affettivi. Due fidanzati, ad esempio, non possono comunque chiedere di essere distinti in due differenti nuclei familiari, anche perché in tal caso starebbero commettendo il reato di falsa attestazione in atto pubblico.

Quindi, ad esempio qualora nella stessa residenza si trovino a coabitare degli studenti il cui unico scopo della convivenza è quello di dividere le spese dell’affitto, è possibile procedere alla scissione dello stato di famiglia e di conseguenza del nucleo familiare.

In questo modo, nel momento in cui si effettua la Dsu ai fini Isee si potranno escludere quelle persone con cui non sussiste alcun legame affettivo o parentale e di conseguenza si potrà presentare domanda di reddito di cittadinanza senza che queste vengano incluse nel calcolo.

Allo stesso tempo, gli altri nuclei familiari distinti potranno presentare una loro domanda di reddito di cittadinanza, sempre ovviamente che ne soddisfano i requisiti.

Due ricariche ma un solo reddito di cittadinanza: come fare

Se invece non si vuole procedere, o comunque non ne sussistono le condizioni, con la scissione del nucleo familiare, allora è possibile presentare una sola richiesta di reddito di cittadinanza e chiedere però che l’importo spettante venga suddiviso in parti uguali su più carte Rdc.

Lo ha previsto il decreto del 30 aprile 2021, dove nell’articolo 2 si legge che:

Il Reddito di cittadinanza può essere erogato suddividendo l’importo spettante tra i componenti maggiorenni del nucleo familiare nelle modalità’ di cui all’art. 3, su richiesta presentata nelle modalità di cui all’art. 4.

L’importo riconosciuto può essere dunque diviso in due o più parti uguali, a patto che l’importo della prima ricarica erogata sia almeno pari a 200 euro.

Tale richiesta va presentata all’Inps, sia al momento della prima domanda di Rdc che successivamente. Va detto che la suddivisione riguarda solamente l’importo della quota A del reddito di cittadinanza, ossia l’integrazione al reddito familiare. La quota B, cioè l’eventuale rimborso per le spese di affitto o mutuo, continua a essere erogato sulla carta Rdc intestata a colui che ha fatto richiesta della misura.

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