Questi 3 temi guidano le Borse oggi

Violetta Silvestri

15/01/2024

15/01/2024 - 08:46

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La giornata dei mercati si apre con il focus su 3 temi caldi per le finanze mondiali: dai dati cinesi fino alla stabilità geopolitica dopo il voto a Taiwan e alle stime sui tassi, cosa succede oggi?

Questi 3 temi guidano le Borse oggi

Mercati oggi concentrati su 3 temi caldi, dalle mosse della Cina alle tensioni in Mar Rosso, fino alle scommesse sui tagli dei tassi Fed e alle potenziali reazioni del dragone dopo le elezioni a Taiwan.

Le Borse asiatiche hanno chiuso la sessione con sentiment incerto in Cina, mentre il Nikkei giapponese ha proseguito la sua corsa archiviando le negoziazioni all’insegna di guadagni.

Oggi i mercati azionari e obbligazionari statunitensi rimarranno chiusi per il Martin Luther King Day. Venerdì notte negli Stati Uniti, tutti e tre i principali indici hanno chiuso contrastati. L’avvio della stagione degli utili del quarto trimestre non è stato brillante, con quattro grandi banche che hanno pubblicato risultati deludenti.

I riflettori sono puntati oggi su 3 temi considerati cruciali dagli investitori per orientarsi tra azioni, obbligazioni, materie prime e per definire la direzione delle Borse mondiali in questa nuova giornata di scambi.

1. Cina protagonista assoluta. I motivi

Lunedì la Banca Popolare Cinese ha mantenuto invariato il tasso sui suoi prestiti a un anno, deludendo gli investitori che si aspettavano il primo intervento da agosto. Mentre la banca centrale ha immesso più liquidità nel sistema per soddisfare la domanda di finanziamenti, un’altra serie di dati deboli sul credito venerdì scorso aveva rafforzato le aspettative per passi più audaci.

I dati pubblicati il 12 gennaio hanno mostrato che Pechino ha registrato la sua serie deflazionistica più lunga dal 2009 a dicembre, mentre la crescita dei finanziamenti e dei prestiti lo scorso mese ha deluso le aspettative e le esportazioni sono diminuite annualmente lo scorso anno per la prima volta dal 2016.

Il governo del presidente Xi Jinping è alle prese con una domanda interna debole, una crisi immobiliare prolungata e un mercato del lavoro senza slancio. I dati completi sul Pil per il 2023 previsti mercoledì dipingeranno un quadro più chiaro.

2. Post elezioni a Taiwan: la Cina reagirà?

Finora c’è stata una reazione limitata alla vittoria nel fine settimana del Partito Democratico Progressista a Taiwan, che ha lasciato lo status quo nelle due sponde dello Stretto in gran parte intatto, con Pechino prevedibilmente irritata dall’elezione del candidato più separatista.

Il presidente eletto di Taiwan Lai Ching-te dovrà affrontare un parlamento diviso che probabilmente modererà la sua agenda politica, secondo le prime analisi post-voto. Il risultato potrebbe vedere Lai abbracciare una politica nei confronti del dragone più contenuta, anche se Pechino probabilmente aumenterà la pressione sul governo di Taiwan quando Lai sarà ufficialmente insediato come presidente a maggio. Il nuovo Parlamento entrerà in carica il mese prossimo.

“Lai si è astenuto da una retorica provocatoria a favore dell’indipendenza durante la campagna, e il nostro scenario di base è che la sua amministrazione mostrerà continuità con Tsai, che ha sfruttato il sentimento anti-continentale evitando ovvie provocazioni”, ha affermato Gabriel Wildau, amministratore delegato di Teneo.

Le potenziali tensioni con la Cina sulla questione Taiwan - che potrebbe coinvolgere anche gli Usa in difesa di Taipei in caso di attacco militare - hanno ricordato che quest’anno la geopolitica incomberà sui mercati, con elezioni in tutto il mondo e la minaccia di un conflitto più ampio in Medio Oriente.

“Per ora, riteniamo che la Cina sia ancora concentrata sulla costruzione della stabilità economica”, ha affermato Damien Boey, capo macro stratega della banca d’investimento Barrenjoey a Sydney.

3. Banche centrali e tassi in focus

Il quesito che domina gli investitori è ancora quello sulle mosse di Fed e Bce: quando inizieranno a tagliare i tassi?

Secondo Reuters, i futures ora implicano una probabilità del 73% di un primo ribasso del costo del denaro della Fed a marzo, poiché il debole rapporto sui prezzi alla produzione di venerdì scorso ha contribuito a compensare la delusione per i dati sui prezzi al consumo del giorno precedente (in aumento).

I mercati scontano anche un taglio da parte della Bce ad aprile, anche se il suo capo economista nel fine settimana ha indicato giugno come una finestra più probabile.

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