Figma conquista Wall Street con un debutto shock: +250% in un giorno e il suo giovane CEO diventa miliardario. Ecco la storia e i numeri dietro l’IPO tech più esplosiva dell’anno.
Di chi si parla? Ma naturalmente di Dylan Field, il fondatore di Figma, l’ultima stella nascente di Wall Street. Direte: “Banale, un altro tech-man miliardario”. E invece no. Perché Field è diventato miliardario grazie a una singola mossa: l’IPO di Figma ha generato un +250% sulla capitalizzane di borsa.
Esatto, il debutto in Borsa è stato così potente da moltiplicare il valore delle sue azioni in un solo giorno. Risultato? Un patrimonio netto a 10 zeri, e un nuovo protagonista assoluto del tech americano.
Ma cos’è Figma, e perché questo titolo sta infiammando Wall Street?
Un’IPO da record
In un periodo in cui i mercati sono ancora cauti e le IPO faticano a generare entusiasmo, Figma ha sorpreso tutti. Il titolo ha chiuso il primo giorno di contrattazioni con un balzo del +250% rispetto alla valutazione pre-IPO, facendo segnare uno dei più grandi rialzi giornalieri in un’IPO tech degli ultimi decenni. Un movimento paragonabile, per intensità e simbolismo, ai debutti di aziende come Snowflake o Palantir, ma con un twist: il mercato ha prezzato in tempo reale una crescita futura già “perfetta”. Un multiplo post-IPO di circa 60x le revenue trailing lo conferma.

In soldoni: il mercato ha pagato sessanta volte il fatturato dell’ultimo anno. Un premio che solo pochissime aziende ottengono. E quasi sempre, quando ciò accade, è perché gli investitori ritengono che l’azienda possegga un MOAT solido, un vantaggio competitivo duraturo. Nel caso di Figma, questo MOAT esiste? Ancora tutto da definire: Figma è uno strumento cloud-native, disegnato per la collaborazione tra team, diventato rapidamente lo standard per il design digitale. E come tutti gli standard, una volta adottato... è difficile da rimpiazzare.
Chi lavora in UX, sviluppo web o product management sa di cosa stiamo parlando. Figma non è solo uno strumento: è un ambiente operativo. Le sue librerie condivise, i workflow integrati con GitHub, Slack e VS Code, e l’enorme dipendenza interna che crea nelle aziende tech fanno sì che disinstallarlo sia più difficile che sostituire un fornitore cloud. In breve: non è più un tool, ma una dipendenza strutturale. Certo, non manca la copetizione ...
Dylan Field, tra hype e realtà
E Dylan Field? Il giovane founder, finanziato da Thiel, ora si ritrova miliardario. Ma quanto durerà? Alcuni analisti mettono in guardia: con valutazioni tirate, un semplice “take profit” degli insider potrebbe bastare a generare un’ondata ribassista. E se il sentiment su tech e growth companies dovesse peggiorare, potremmo assistere a una dinamica già vista con titoli come PLTR, SOUN o SOFI: entusiasmo iniziale, correzione brutale, e lenta ricostruzione dei fondamentali.
Tuttavia, c’è anche chi sostiene che in una fase di rinnovato entusiasmo per il tech e l’AI, titoli come Figma possano beneficiare di un momentum speculativo duraturo.
Un nuovo miliardario, ma il rischio resta
Di certo, dietro tutto questo c’è moltissimo entusiasmo, forse troppo. Per l’investitore retail, il rischio non è solo alto, è esponenziale. Le oscillazioni potrebbero essere violentissime, e il mercato potrebbe dover ancora “riprezzare” il vero valore dell’azione.
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