Quanto rende il buono fruttifero Ordinario rispetto al BTP Green con cedola ogni 6 mesi?

Stefano Vozza

6 Ottobre 2025 - 06:13

Due prodotti di investimento a 20 anni con garanzia dello Stato Italiano ma assai divergenti in almeno 3 punti chiave

Quanto rende il buono fruttifero Ordinario rispetto al BTP Green con cedola ogni 6 mesi?

Prendiamo due prodotti a lungo termine sul reddito fisso a garanzia sovrana sul capitale, come buoni e bond MEF. Il limite temporale lo prendiamo dal risparmio postale dato che la durata massima oggi disponibile è il 20 anni. I due strumenti hanno alcuni punti in comune ma anche differenze significative e profonde che li rendono diametralmente opposti.
Ora, quanto rende il buono fruttifero Ordinario rispetto al BTP Green con cedola ogni 6 mesi? Ci concentreremo sui ritorni, i punti di vicinanza e di maggiore distanza delle due alternative a garanzia Stato Italiano.

Il buono fruttifero postale a 20 anni di durata complessiva

Il BO (Buono Ordinario) viene emesso a rubinetto, cioè a richiesta giornaliera, e alla pari, per cui non c’è mai modo di acquistarlo sotto 100 e/o di speculare sul trend dei prezzi. Non c’è un mercato secondario e in caso di rivendita (meglio: liquidazione) anticipata la controparte è l’emittente stesso. Il prodotto dura 20 anni ma lo si può riscattare in qualsiasi momento entro prescrizione. L’emittente riconosce il nominale sottoscritto e, dopo 12 mesi dall’acquisto, gli interessi netti nel frattempo maturati.
Quest’ultimi sono fissi e crescenti (formula step-up) per cui la maggiore convenienza del prodotto sta nel tenerlo fino al termine. Facciamo 4 esempi e immaginiamo di liquidarlo al termine del 5°, 10°, 15° e 20° anno. I tassi effetti annui di rendimento al termine delle rispettive scadenze sarebbero dello 0,90% (0,79% netto), dell’1,47% (1,30%), dell’1,97% (1,75%) e del 2,50% (2,24%).
Invece un BTP quinquennale rende più di 3 volte tanto. Il neo BTP Tf 2,85% Fb31 con ISIN IT0005671273 ha esitato un effettivo del 2,94% all’asta del 26/09. Per cui se si è molto certi di portare a termine l’investimento il bond MEF si lascerebbe preferire.

Il BTP Green 1,5% e il BTP Green 4,10%

Dunque il BO da il meglio di sé se tenuto fino al termine, sebbene si tratti di 20 anni di attesa che non sono pochi. Il BTP Green Tf 1,50% Apr45 oggi rende effettivo il 4,16% annuo lordo a scadenza grazie al crollo verticale delle quotazioni. Il titolo è nato a 100 in “un’epoca sbagliata” (l’espressione è inesatta), quando i tassi erano quasi nulli e perdipiù a 20 anni. Per cui quando i tassi sono saliti i corsi sono sprofondati (oggi quota 64,99). In verità la cedola è perfettamente in linea con la durata del titolo ai tempi dell’emissione, per cui non c’è nessuna “epoca sbagliata”. L’astuzia nell’investitore doveva consistere nel non esporsi alle lunghe durate in periodi di tassi assai compressi.
Tuttavia, allungando la durata di 1 anno ecco il BTP Green Fx 4,10% Apr46 (ISIN IT0005631608) che rende il 4,22% lordo effettivo a scadenza (prezza 98,89).
Entrambi i Green, quindi, rendono un punto e mezzo percentuale lordo in più a scadenza rispetto al BO (quasi) pari durata.

Meglio la cedola o la plusvalenza sul BTP Green?

Un altro ordine di considerazioni attiene al raffronto tra i due titoli Verdi malgrado siano molto simili per rischio, durata e yield. In realtà i ritorni effettivi a scadenza dei due titoli hanno componenti molto diverse. C’è molta cedola, anzi “tutta e di più” nel BTP Green Fx 4,10%, che al nominale unisce un piccolo pezzettino di plusvalenza finale. Invece nel Green Tf 1,50% Apr45 lo yield dipende in larga parte dal futuro recupero delle quotazioni, mentre la cedola è esigua in rapporto alla durata iniziale.
È indubbio che il Verde scadenza ’46 si lasci preferire sull’altro, dato che un payout più ricco oggi è meglio di una plusvalenza finale attesa poi. Gli interessi di periodo si possono spendere o reinvestire e farli fruttare ancora, e comunque tutelerebbero meglio i corsi sul secondario. Oggi per i sottoscrittori iniziali del Green Apr45 il recupero della parità potrebbe ancora costare altri anni d’attesa.
A beneficiarne, infine, sarebbero le rispettive liquidità e spread bid/ask)dei titoli sul MOT, anche stavolta a vantaggio del BTP Fx 4,10%.

Quanto rende il buono fruttifero Ordinario rispetto al BTP Green con cedola ogni 6 mesi?

Tornando al raffronto tra BO e BTP Green pari durata, l’effettivo a scadenza condenserebbe tutte le riflessioni del caso? No, sebbene sia una delle divergenze più significative.
La seconda rimanda alla certezza del capitale durante i 20 anni di vita utile degli strumenti. Qui la risposta è positiva solo sul prodotto postale mentre sul bond vige a naturale scadenza. Prima del termine è il mercato a fare il prezzo in base alle macro dinamiche economiche e finanziarie. Ad esempio il minimo annuo del Green Fx 1,50% è stato a 61,66, e a 94,67 quello del Green Fx 4,10%. Per chi antepone la tutela del capitale dal principio alla fine rispetto al possibile rendimento si tratta di una valutazione tutt’altra che secondaria.
Infine divergono sul regime delle spese di gestione, eccettuo quelle fiscali che li accomuna. Il BO non prevede costi di gestione da acquisto a rimborso, finale o intermedio, né chiede l’apertura del dossier titoli (ma del libretto o c/c postale, sì). Il conto titoli è invece necessario per custodire e gestire il bond sovrano, e in genere è oneroso, oltre alle commissioni di compravendita.

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