Proroga imposte 2020, il rinvio al 20 luglio non basta: l’allarme dei commercialisti

Anna Maria D’Andrea

23/06/2020

23/06/2020 - 20:17

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Proroga imposte sui redditi 2020, il rinvio al 20 luglio rispetto alla scadenza del 30 giugno arriva in ritardo e non è certo sufficiente: l’allarme arriva dall’Associazione Nazionale Commercialisti, nell’intervista rilasciata a Money.it dal Presidente Marco Cuchel il 23 giugno 2020.

Proroga imposte 2020, il rinvio al 20 luglio non soddisfa i commercialisti e la crisi economica complica la situazione.

Una proroga di venti giorni che inoltre arriva tardiva, e con la concreta possibilità di un nuovo rinvio al 30 settembre con la conversione in legge del decreto Rilancio.

Una situazione di caos ed incertezze, che complica la vita di partite IVA ed intermediari.

È il presidente dell’Associazione Nazionale Commercialisti Marco Cuchel, nell’intervista rilasciata a Money.it, a puntare il dito su una misura del tutto insufficiente per affrontare la pesante situazione economica causata dal Covid-19.

Proroga imposte 2020, il rinvio al 20 luglio non basta: l’allarme dei commercialisti

Il malcontento di partite IVA e commercialisti è palese: la proroga annunciata dal MEF nella tarda serata del 23 giugno 2020 sembra quasi una beffa. Venti giorni di tempo in più per pagare Irpef ed Ires, che tuttavia potrebbero non bastare.

A lanciare l’allarme e a manifestare l’insoddisfazione sull’annunciato DPCM del MEF è il Presidente dell’ANC Marco Cuchel. Come raccontatoci nell’intervista del 23 giugno 2020, c’erano i tempi tecnici per una proroga adeguata, almeno al 30 settembre, e le occasioni per un rinvio congruo del termine di scadenza del 30 giugno 2020 ci sono state.

Il Presidente Cuchel ricorda che l’ANC, proprio ai fini della proroga delle imposte sui redditi 2020, aveva già posto il problema delle difficoltà delle scadenze legate alla dichiarazioni reddituali del 30 giugno in sede di conversione del decreto Liquidità, proponendo il rinvio a settembre. Una proposta rimasta inascoltata.

Ora invece si profila il rischio di una nuovo intervento, nel decreto Rilancio, per una proroga più lunga di quella del 20 luglio 2020. Sono stati presentati più emendamenti in Commissione per rinviare la scadenza al 30 settembre; considerando però il termine per la conversione del decreto Rilancio, l’ufficialità (se vi sarà) arriverà soltanto verso la metà di luglio.

Se quindi la proroga dei versamenti delle imposte da dichiarazione dei redditi 2020 consentirebbe di avere un congruo tempo a disposizione per pagare Irpef ed Ires, dall’altro si rischia di non arrivare in tempo e aggiungere ulteriore caos ad un periodo già complesso, sul fronte fiscale ed economico.

Proroga imposte 2020, settembre mese di fuoco per le partite IVA

Si prospettano nuovi mesi pesanti per le partite IVA e l’ANC rimanda al mittente il modo di operare del Governo. I commercialisti rivendicano la necessità di poter lavorare in maniera professionale e con le dovute certezze.

Non è pensabile, per l’ANC, legittimare proroghe tardive, e annunci di ulteriori rinvii che potrebbero arrivare in extremis, quando invece la situazione di difficoltà era nota da tempo.

A settembre poi riprendono i versamenti di contributi e ritenute sospese nei mesi di emergenza, ragion per cui il Presidente Cuchel evidenzia la necessità di prorogare le imposte a gennaio.

Richieste che ad oggi restano inascoltate. Nel frattempo si parla di riforma fiscale, ed almeno in tal caso l’auspicio è che vi sia collaborazione e coordinamento, per riformulare il sistema del Fisco italiano nell’ottica di una maggiore equità.

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