Primarie USA Nevada, risultati: per Sanders plebiscito, delegati a Trump

Violetta Silvestri

24/02/2020

27/02/2020 - 09:52

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Risultati Primarie USA 2020: è di scena il Nevada. E, soprattutto, Bernie Sanders, che stando ai dati dello scrutinio sta trionfando su tutti gli altri candidati democratici. Tra i Repubblicani, la vittoria di Donald Trump è netta e scontata.

Primarie USA Nevada, risultati: per Sanders plebiscito, delegati a Trump

Risultati Primarie USA 2020: è di scena il Nevada, con Bernie Sanders protagonista assoluto di questo turno elettorale verso la nomination.

Nell’area dem, la vittoria del socialista Bernie Sanders è ufficiale, con lo scrutinio caucus terminato. Il dominio del più anziano candidato è schiacciante.

A fare la differenza sarebbe stato l’elettorato ispanico, particolarmente influente nello Stato e sostenitore in massa di Sanders.

Joe Biden riprende il secondo posto, ma il divario con il primo classificato è davvero incolmabile. Nessuna sorpresa, in questi risultati delle primarie USA in Nevada, nel fronte repubblicano: senza caucus, i delegati vanno a Trump.

I risultati delle primarie USA in Nevada

Le primarie USA in Nevada rappresentano il terzo appuntamento verso la nomination del candidato democratico e repubblicano in vista delle elezioni presidenziali di novembre.

In Iowa e in New Hampshire, i democratici hanno visto spiccare le figure di Pete Buttigieg e Bernie Sanders. Ecco i risultati delle primarie in Nevada, con copertura del 100% dei caucus:

  • Bernie Sanders - 46,8% (24 delegati)
  • Joe Biden - 20,2% (9 delegati)
  • Pete Buttigieg - 14,3% (3 delegati)
  • Elizabeth Warren - 9,7% (0 delegati)
  • Tom Steyer - 4,7% (0 delegati)
  • Amy Klobouchar - 4,2% (0 delegati)

Per i repubblicani, Trump prende i 25 delegati senza ricorrere ai caucus, come deciso dal partito.

Sistema di voto e delegati eletti

Il sistema di voto per le elezioni primarie in Nevada si basa sul procedimento dei caucus. Questi sono generalmente definiti come dei veri e propri raduni o raggruppamenti fisici di sostenitori dello stesso delegato.

Piuttosto che andare alle urne e votare, i cittadini si riuniscono in luoghi prestabiliti come scuole, chiese, biblioteche pubbliche, casinò e persino case singole.

Inizialmente, gli elettori registrati compilano un modulo, chiamato carta delle preferenze presidenziali, dove elaborare la lista dei loro delegati. A questo punto, però, inizia il meccanismo più complicato e caratteristico di tale sistema:il raggruppamento delle persone che hanno sostenuto lo stesso delegato. Chi passa la soglia del 15% delle preferenze è considerato un candidato in corsa.

I caucus del Nevada sono chiusi, ovvero solo i cittadini registrati come elettori di uno specifico partito possono partecipare al sistema di voto. I caucus si terranno il 22 febbraio, ma, nel tentativo di aumentare l’accessibilità al processo, per la prima volta in assoluto, i democratici hanno consentito il voto anticipato già dal 15 febbraio.

Da sottolineare, che, diversamente da quanto accaduto in Iowa e a seguito delle polemiche che sono esplose nel partito democratico, i rivali di Trump non utilizzeranno la app per il conteggio dei voti. Sarà a disposizione uno speciale calcolatore, nella speranza di velocizzare e semplificare le operazioni di scrutinio.

Per i democratici, per i quali le primarie in Nevada sono particolarmente significative, i delegati da scegliere sono 36.

Che tipo di Stato è il Nevada?

La caratteristica più interessante dello Stato del Nevada è la diversificazione della popolazione. Un aspetto, questo, piuttosto influente ai fini delle primarie USA, soprattutto per quanto riguarda la capacità dei democratici di attrarre elettori non bianchi.

Rispetto all’Iowa e al New Hampshire, infatti, il Nevada si presenta come un territorio composito, come ce ne sono anche altri negli USA. Qui il 30% della popolazione è di origine latino-americana e circa il 10% africana. Saper conquistare il consenso degli ispanici, quindi, sarà davvero la mossa vincente per i democratici. E, in questo campo, Sanders appare il favorito.

I caucus di sabato, quindi, saranno il primo vero test per capire quale orientamento hanno i latino verso i candidati democratici. Recenti sondaggi hanno dimostrato che Sanders sta attirando un significativo sostegno da parte degli ispanici nello Stato. Inoltre, alcuni dati hanno segnalato che un terzo dei democratici latinos si sono andati a registrare proprio per sostenere l’anziano socialista.

Diverse campagne democratiche in Nevada hanno lavorato con particolare impegno per coinvolgere questi elettori, e alcuni residenti hanno affermato di essere stati contattati dai sostenitori dei candidati per la prima volta quest’anno.

In questo Stato nel 2016, l’elettorato democratico era composto per il 41% da non bianchi (incluso il 19% da latino, il 13% da neri e il 4% da asiatici). E Sanders, in sfida con Hillary Clinton, ha perso per soli 5 punti percentuali, primeggiando, però, sulla popolazione latino-americana.

Oggi che gli ispanici sono arrivati a rappresentare quasi il 30% degli abitanti, il fattore demografico si fa ancora più interessante. Non è un caso che Buttigieg - forte tra i bianchi - e Klobuchar - in salita dopo il buon posizionamento in New Hampshire - abbiano intensificato gli spot in spagnolo.

Interessante sottolineare, inoltre, che lo Stato ha anche una solida reputazione di sostegno alle donne in carica ed è stato il primo ad avere una legislatura a maggioranza femminile.

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