L’Eurostat ha rivisto al rialzo il trend del PIL su base trimestrale e annua. La BCE di Lagarde ha ragione? Nuovo segnale per il trend dei tassi.
Nel primo trimestre del 2025, il PIL dell’area euro è salito dello 0,6% su base trimestrale, e dell’1,5% su base annua, ovvero rispetto al primo trimestre del 2024. E’ quanto ha reso noto l’Eurostat, l’agenzia di statistica dell’Unione europea, nel diffondere la lettura finale del dato.
I trend del PIL sono stati rivisti dunque al rialzo, se si considera che, nella lettura preliminare diffusa qualche settimana fa, l’Eurostat aveva annunciato un ritmo di espansione pari a +0,4% su base trimestrale e a +1,2% su base annua.
Euro area #GDP up by 0.6% in Q1 2025, +1.5% compared with Q1 2024 https://t.co/3yHObFQT9d pic.twitter.com/81emElAScu
— EU_Eurostat (@EU_Eurostat) June 6, 2025
PIL euro diffuso post taglio tassi euro. Le previsioni della BCE per il 2025-2026-2027
Il dato relativo al PIL dell’area euro è stato pubblicato all’indomani del BCE Day, che ha visto la banca centrale europea annunciare l’ottavo taglio dei tassi di interesse dal 6 giugno 2024, giorno in cui è iniziato il ciclo di allentamento della restrizione monetaria precedentemente lanciata dall’istituzione con l’intento di rimettere in riga l’inflazione, salita in Eurozona a livelli record.
Sempre ieri, va ricordato, nell’aggiornare le proiezioni economiche di quest’anno e del prossimo biennio, la Banca centrale europea ha reso noto di prevedere una crescita del prodotto interno lordo dell’area euro in termini reali, in media allo 0,9% nel 2025, all’1,1% nel 2026 e all’1,3% nel 2027.
“La proiezione di crescita invariata per il 2025 riflette un andamento nel primo trimestre più vigoroso rispetto alle attese associato a prospettive più deboli per il resto dell’anno ”, ha spiegato l’Eurotower, citando le stime degli analisti e precisando che, “benché ci si attenda che l’incertezza relativa alle politiche commerciali gravi sugli investimenti delle imprese e sulle esportazioni, soprattutto nel breve termine, l’incremento degli investimenti pubblici in difesa e infrastrutture sosterrà sempre più la crescita nel medio periodo ”.
Nessun forte allarme sulle ripercussioni che i dazi di Trump potrebbero avere sulla crescita dell’economia dell’area euro, a quanto pare, in quanto, ha reso noto ieri la BCE nel comunicato con cui ha fatto l’annuncio dell’ottavo taglio dei tassi, “ l’aumento dei redditi reali e un mercato del lavoro robusto consentiranno alle famiglie di spendere di più”, fenomeno che, “insieme a condizioni di finanziamento più favorevoli, dovrebbe aumentare la capacità di tenuta dell’economia agli shock mondiali ”.
Ma attenti al worst case scenario sul PIL euro della BCE, con minaccia dazi Trump
Detto questo, la BCE di Lagarde nella giornata di ieri ha sfornato diversi scenari, tra cui anche quello peggiore, che si verificherebbe nel caso in cui l’impatto dei dazi di Trump fosse particolarmente significativo, e se le trattative tra l’amministrazione USA e i vari partner commerciali dell’America facessero un buco nell’acqua.
Nel worst case scenario, si legge nel rapporto della BCE diffuso nella giornata di ieri, la crescita del PIL dell’Eurozona sarebbe dello 0,5% nel 2025, dello 0,7% nel 2026 e dell’1,1% nel 2027, cumulativamente inferiore di 1 punto percentuale circa rispetto alla crescita del PIL presentata nello scenario di base.
Va sottolineato che tre sono gli scenari che sono stati considerati nella sua analisi dall’Eurotower.
Lo scenario di base della BCE presuppone che i dazi USA salgano da un livello quasi a zero di 10 punti percentuali sui beni che gli Stati Uniti importano da tutti i Paesi, a eccezione della Cina, per cui si prevede un aumento delle tariffe di 20 punti percentuali a un livello pari al 40% circa. Lo scenario assume anche l’assenza di contromisure da parte dell’UE e una ritorsione proporzionata da parte della Cina.
Nello scenario moderato, l’assunto è che gli Stati Uniti e l’UE raggiungano un accordo sull’eliminazione dei dazi bilateraili nel terzo trimestre del 2025, che gli USA riducano i dazi imposti contro la Cina e la Cina rinunci a qualsiasi forma di ritorsione. Lo scenario presuppone anche che i dazi reciproci tra gli Stati Uniti e il resto del mondo rimangano invariati, e che l’incertezza sulle politiche commerciali diminuisca a partire dal terzo trimestre del 2025 fino a scendere nel 2027 alla media del livello di lungo termine del periodo precedente il 2018.
Lo scenario peggiore è identificato invece in quella situazione in cui i dazi USA rimangono ai livelli annunciati lo scorso 2 aprile dal presidente americano Donald Trump e in cui l’UE reagisce imponendo dazi sulle importazioni di beni USA. In più, si presuppone che i dazi di Trump contro la Cina rimangano ai livelli osservati prima della pausa decisa dalla Casa Bianca, a un valore di quasi il 120%.
In quest’ultimo “Severe scenario”, si legge nel rapporto della Banca centrale europea dedicato alle implicazioni macroeconomiche dei dazi di Trump, sarebbero in primis “ gli Stati Uniti e la Cina a far fronte a conseguenze macroeconomiche pronunciate ”.
Nello specifico, i dazi più alti secondo l’Eurotower finirebbero per far salire i prezzi in USA aumentando l’inflazione degli Stati Uniti di circa 0,5 punti percentuali nel 2025 e nel 2026.
In una situazione in cui, secondo questo worst case scenario, “non ci sarebbe un aumento delle esportazioni USA verso altri Paesi, ma si verificherebbe un lieve aumento delle importazioni USA da altri Paesi, la maggiore incertezza sulla politica commerciale deprimerebbe ulteriormente la crescita ”.
Risultato: “la crescita del PIL reale USA sarebbe inferiore di 0,7 punti percentuali circa rispetto a quella dello scenario di base, nel 2026” e “anche la Cina sarebbe colpita negativamente”.

Nel worst case scenario PIL euro pagherebbe erosione domanda. Inflazione più bassa nel 2027
Per ovvi motivi, sempre in questo worst case scenario, scrive la BCE, “ anche la crescita dell’area euro sarebbe più debole, così come lo sarebbe l’inflazione, in quanto l’impatto al rialzo derivante dalle tariffe più alte sulle importazioni USA sarebbe più che compensato dalle conseguenze di una domanda più debole ”.
Inoltre, “ l’escalation dei dazi farebbe salire anche l’incertezza sulle politiche commerciali, fattore che peserebbe sulle decisioni di investimento all’interno dell’area euro ” e che dunque “ eroderebbe ulteriormente la domanda, amplificando gli effetti diretti dei dazi”.
Di qui, la crescita inferiore del PIL dell’area euro che, secondo la BCE, si accompagnerebbe a una inflazione che, nel 2027, rispetto alla stima formulata nello scenario di base che punta a una crescita pari a +2%, sarebbe più lenta, pari a +1,8%.
PIL euro I trimestre, i dettagli dell’Eurostat. Le economie che sono cresciute di più
Tornando al dato relativo al PIL dell’area euro diffuso oggi, l’Eurostat ha reso noto che su base trimestrale i tassi di crescita del prodotto interno lordo più consistenti sono stati registrati dall’Irlanda (+9,7%), da Malta (+2,1%), da Cipro (+1,3%).
I cali più importanti sono stati accusati invece dai PIL del Lussemburgo (-1%), della Slovenia (-0,8%), della Danimarca e del Portogallo (in entrambi i casi la flessione è stata dello 0,5%).
A salire dello 0,6% su base trimestrale è stato anche il PIL dell’intera Unione europea.
Dai dati snocciolati dall’Eurostat, è emerso che la crescita dell’area euro e dell’UE ha accelerato il passo rispetto al quarto trimestre del 2024, visto che in quel periodo il prodotto interno lordo era salito dello 0,3% t/t in Eurozona e dello 0,4% in UE.
Su base annua, la crescita del PIL dell’Eurozona relativa al primo trimestre del 2025, pari a +1,5%, si affianca all’espansione del PIL UE dell’1,6%, dopo tassi di espansione su base annua, nel trimestre precedente, pari rispettivamente a +1,2% e +1,4%.
L’Eurostat oggi ha annunciato anche i numeri relativi all’occupazione, rendendo noto che, nell’area euro, il numero degli occupati è salito nel primo trimestre del 2025 dello 0,2%, rimanendo invece stabile nell’Unione europea. Nel quarto trimestre del 2024, il trend era stato di un rialzo rispettivamente dello 0,1% e dello 0,2%.
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