Tramite un tweet, il presidente Donald Trump ha chiesto all’OPEC di ridurre il prezzo del petrolio subito per stabilizzare i mercati
Trump ha invitato l’OPEC a ridurre subito il prezzo del petrolio.
Lo ha fatto tramite un tweet, in cui ha chiesto ai principali produttori di fare di più per stabilizzare i mercati.
La richiesta arriva pochi giorni dopo la conversazione telefonica tra il presidente USA e il Re dell’Arabia Saudita Salman, conclusasi con la decisione di aumentare l’output di Riad, al fine di preservare il mercato e compensare la carenza di produzione di Venezuela e Iran.
L’invito di Trump: prezzo da contenere con più forniture
Su Twitter, Tump ha invitato i Paesi OPEC - reduci dal vertice di due settimane fa con la relativa decisione di aumentare la produzione - a impegnarsi in una battaglia indirizzata verso la riduzione del prezzo. Nel farlo, ha collegato indirettamente la politica estera degli Stati Uniti alla sua richiesta, dicendo che Washington difende alcuni Paesi produttori “per pochi soldi”.
The OPEC Monopoly must remember that gas prices are up & they are doing little to help. If anything, they are driving prices higher as the United States defends many of their members for very little $’s. This must be a two way street. REDUCE PRICING NOW!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 4 luglio 2018
Le parole del tycoon statunitense rappresentano un chiaro invito per i produttori ad aumentare le forniture e contenere il prezzo del petrolio. Martedì il Brent ha chiuso vicino quota 78 dollari al barile, spinto più in alto dal forte calo delle scorte statunitensi e dall’aspettativa di un maggior numero di automobilisti sulla strada in vista della festività del 4 luglio.
Al momento della scrittura, il Brent si assesta su quota 78,3 dollari al barile, mentre il WTI viaggia intorno ai 74,50 dollari al barile.
L’accordo con l’Arabia Saudita: solo una mossa mediatica?
Appena una settimana dopo la decisione dell’OPEC di aumentare l’output, Trump ha sorpreso tutti annunciando un nuovo accordo collaterale con i sauditi per compensare la mancanza di rifornimenti di Iran e Venezuela. Il presidente e il re Salman hanno concordato che Riad, a sua discrezione, incrementerà la produzione, anche se il Paese non ha poi confermato nessuna cifra specifica.
Secondo Beat Wittmann di Porta Advisors l’intesa USA-Arabia Saudita rappresenta una circostanza che può avere peso solo a livello mediatico:
“Questa vicenda è solo rumore. Non puoi ordinare 2 milioni di barili come se ordinassi un caffè da qualche parte”.
Al momento, il presidente USA è sotto un’evidente pressione visto il prezzo della benzina che ha superato i 3 dollari al gallone in molte zone degli Stati Uniti; elemento, questo, che contrasta non poco con il fulcro del suo mandato, ovvero un ampio taglio delle tasse.
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