Perché le banche possono accelerare la recessione

Violetta Silvestri

9 Maggio 2023 - 15:40

Una stretta al credito delle banche può spingere gli Usa in recessione: questo lo scenario di un rapporto Fed che lancia un allarme finanziario sulla stabilità della potenza americana, già in bilico.

Perché le banche possono accelerare la recessione

La recessione è nell’aria negli Usa e le banche possono accelerare il rallentamento: è quanto emerge in alcuni report della Federal Reserve.

La Fed ha avvertito che le recenti turbolenze bancarie potrebbero alimentare un’ampia stretta creditizia che rischia di rallentare l’economia statunitense, mentre i prestatori hanno dichiarato che intendono inasprire gli standard di prestito a causa delle preoccupazioni per le perdite e per la fuga dei depositi.

Due pubblicazioni separate della Federal Reserve di lunedì hanno evidenziato le crescenti preoccupazioni che i crolli di Silicon Valley Bank e Signature Bank di marzo e il fallimento della First Republic della scorsa settimana porteranno a riduzioni dei prestiti e faranno scendere i prezzi delle attività.

Recessione e instabilità finanziaria sono dietro l’angolo e le banche giocheranno un ruolo decisivo: perché gli Usa sono vicini a una crisi?

Banche, recessione, instabilità: gli Usa possono crollare?

La banca centrale degli Stati Uniti ha affermato nel suo rapporto semestrale sulla stabilità finanziaria che, nonostante le “azioni decisive” da parte di autorità di regolamentazione e funzionari per affrontare le recenti crisi bancarie regionali, i timori per le “prospettive economiche, la qualità del credito e la liquidità dei finanziamenti” potrebbero portare “banche e altre istituzioni finanziarie a contrarre ulteriormente l’offerta di credito all’economia”.

La Fed ha aggiunto: “Una forte contrazione della disponibilità di credito aumenterebbe il costo del finanziamento per le imprese e le famiglie, con potenziale conseguente rallentamento dell’attività economica”.

Nel dettaglio, la possibilità di una stretta creditizia è stata citata tra i maggiori rischi attuali per il sistema finanziario, piuttosto che essere indicata come lo scenario più probabile della Fed. Tuttavia, rifletteva l’ansia per l’impatto macroeconomico di uno dei mesi più tumultuosi della finanza americana dalla crisi finanziaria globale del 2008.

I timori di una contrazione del credito arrivano mentre un default del debito degli Stati Uniti incombe con la Casa Bianca e il Congresso in un vicolo cieco sull’aumento del limite di prestito di $31,4 trilioni del governo. È necessario raggiungere un accordo entro l’inizio di giugno per evitare quella che il segretario al Tesoro Janet Yellen ha avvertito sarebbe una vera catastrofe.

In generale, c’è un clima molto teso e incerto negli Usa. Se le banche frenano l’accesso al credito, per prestiti, mutui, investimenti, la conseguenza è un rallentamento della domanda, della liquidità e della crescita. Questo di andrebbe ad aggiungere alla spinta aggressiva sui tassi della Fed, che vuole proprio rallentare la domanda per freddare l’inflazione.

Sommando tali fattori, il ruolo delle banche sarà cruciale per capire quanto davvero è realistica una recessione e se la Federal Reserve si fermerà con i suoi rialzi tassi.

Cosa temono di più mercati e investitori Usa?

Nell’ambito del suo rapporto, la Fed ha intervistato professionisti del mercato e accademici. La quota che ha classificato lo stress del settore bancario come il principale rischio per la stabilità è quadruplicata dall’autunno, posizionandosi ora alla pari con l’inflazione e le tensioni Usa-Cina. Anche le preoccupazioni per gli immobili commerciali e residenziali stanno aumentando rapidamente, ha rilevato il sondaggio.

Lunedì la Fed ha anche reso noti i risultati del suo sondaggio trimestrale sull’opinione degli ufficiali di prestito senior, che ha rilevato che le banche prevedono di inasprire gli standard di prestito nel resto del 2023. I funzionari della banca hanno sottolineato i timori per una recessione e per il ritiro dei depositi.

Le banche più grandi, quelle con almeno $250 miliardi di attività, hanno attribuito il potenziale rallentamento dei prestiti a prospettive economiche incerte, secondo i dati dell’indagine sui prestiti. Inoltre, nel tentativo di trattenere i depositanti, alcuni istituti hanno dovuto offrire migliori rendimenti sui conti di risparmio, pesando sui margini di profitto.

Anche le banche di medie dimensioni, costrette ad affrontare i maggiori deflussi di depositi, hanno segnalato timori per normative più severe e potenziali modifiche alle norme contabili.

La Fed ha anche avvertito delle debolezze nel settore immobiliare commerciale, affermando che “l’entità di una correzione dei valori immobiliari potrebbe essere considerevole e quindi potrebbe portare a perdite su crediti da parte dei detentori di debito CRE”.

La banca centrale ha affermato che monitorerà più da vicino anche l’andamento dei prestiti immobiliari commerciali e amplierà le “procedure di esame” per le banche con una maggiore concentrazione nel settore.

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