Perché la crescita economica è la chiave per preservare prosperità, autonomia e coesione sociale in Europa e negli Stati Uniti
A volte mi capita di ricevere domande da persone che chiedono se non abbiamo già abbastanza produzione economica e crescita, e se l’attenzione sociale non dovrebbe spostarsi su altri temi. La mia risposta abituale è che molte persone a basso reddito, non solo negli Stati Uniti ma soprattutto nel resto del mondo, sarebbero fortemente in disaccordo sul fatto che ne abbiamo abbastanza. (Per esempio, circa un decimo della popolazione mondiale, circa 800 milioni di persone, ha un tenore di vita al di sotto di quella che la Banca Mondiale definisce una soglia di povertà di 3 dollari al giorno in termini di consumo.)
Ma anche per i paesi ad alto reddito, la crescita economica offre flessibilità e autonomia, mentre la mancanza di crescita rende tutte le scelte sociali un gioco a somma zero – cioè, l’unico modo perché un gruppo tragga beneficio, o perché le priorità cambino, è che un altro gruppo o insieme di priorità subisca una perdita. Inoltre, se un paese decide di restare fermo mentre il resto del mondo avanza, ciò che oggi appare come un tenore di vita confortevole sembrerà carente tra qualche decennio.
Luis Garicano, Bengt Holmström e Nicolas Petit offrono una prospettiva in questa direzione in “The Constitution of Innovation: A New European Renaissance” (10 novembre 2025). Essi sottolineano che per diversi decenni dopo la Seconda guerra mondiale, la produzione pro capite in quella che oggi è l’area euro (paesi che usano l’euro come valuta) cresceva rispetto al livello degli Stati Uniti, ma negli ultimi decenni il rapporto è diminuito. [...]
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