Nonostante i ribassi e la volatilità, l’oro continua a offrire protezione e diversificazione nei portafogli: nelle grandi crisi azionarie ha sempre sovraperformato i mercati nel medio periodo.
Negli ultimi mesi, molti investitori che avevano puntato sull’oro hanno imparato una lezione dolorosa: anche il “bene rifugio” per eccellenza può conoscere forti oscillazioni. Dopo il più grande calo in dodici anni, il metallo giallo ha ricordato ai mercati che i suoi benefici di diversificazione non arrivano mai senza pazienza.
Storicamente, i periodi di correzione azionaria sono seguiti da fasi in cui l’oro si sgancia dall’andamento delle borse e tende a sovraperformare. Analizzando sei episodi in cui l’S&P 500 ha perso oltre il 15%, si osserva che l’oro è inizialmente sceso, ma poi ha superato l’indice di circa 40 punti percentuali in media, registrando rendimenti positivi in quattro casi su sei.
La chiave di questa dinamica sta nel comportamento degli investitori durante le fasi di stress finanziario. Quando le azioni crollano, molti cercano di incrementare la liquidità, vendendo ciò che possono — anche l’oro, che essendo una commodity liquida subisce cali temporanei. Tuttavia, questi ribassi sono di solito più contenuti e brevi rispetto a quelli dei mercati azionari. [...]
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