Pensioni, meno tasse nel 2026. Ecco quanto risparmi

Simone Micocci

9 Ottobre 2025 - 10:14

Cambiano le regole per la tassazione delle pensioni: ecco quanto si risparmierà.

Pensioni, meno tasse nel 2026. Ecco quanto risparmi

Il 2026 si annuncia come un anno positivo per chi è già in pensione o si appresta a lasciarsi alle spalle il mondo del lavoro.

Dopo mesi di incertezze e ipotesi di riforma, il governo sembra intenzionato a intervenire sul fronte della fiscalità, assicurando una boccata d’ossigeno ai pensionati grazie a un taglio dell’Irpef che si tradurrà in meno tasse e più soldi nel cedolino.

La misura rientra nel più ampio progetto di riforma fiscale avviato con la delega del 2023 e punta a ridurre il carico fiscale sul ceto medio, una categoria che comprende anche gran parte dei pensionati italiani. L’obiettivo è duplice: alleggerire la pressione fiscale su chi ha redditi medio-bassi e stimolare i consumi interni, restituendo potere d’acquisto a milioni di famiglie.

Secondo le simulazioni attualmente allo studio, il taglio dell’aliquota Irpef sul secondo scaglione di reddito - oggi compreso tra 28.000 e 50.000 euro - potrebbe garantire un risparmio fino a 440 euro l’anno, pari a circa 33 euro in più al mese per chi percepisce una pensione lorda fino a 50.000 euro. Una cifra che, pur non rivoluzionando l’importo dell’assegno, può comunque fare la differenza in un periodo segnato da inflazione e aumento del costo della vita.

Nel frattempo, sul fronte del calcolo lordo della pensione non sono previste modifiche, al netto della prossima rivalutazione: i coefficienti di trasformazione e i criteri di determinazione dell’importo resteranno invariati fino al 31 dicembre 2026, assicurando stabilità e continuità a chi si prepara ad andare in pensione nel corso del prossimo anno.

Perché cambiano le regole di calcolo della pensione

Se sul calcolo lordo delle pensioni, che come anticipato continuerà a basarsi sugli stessi coefficienti di trasformazione almeno fino al 31 dicembre 2026, non ci saranno novità prima del 2027, il vero cambiamento nel prossimo anno riguarderà il netto nel cedolino.

Il motivo è legato alle politiche fiscali del governo, che sta lavorando alla nuova riforma dell’Irpef nell’ambito dell’attuazione della delega fiscale approvata nel 2023.

L’obiettivo dichiarato è ridurre il carico fiscale sul ceto medio, una fascia che comprende non solo lavoratori dipendenti e autonomi, ma appunto anche la gran parte dei pensionati italiani che versano l’Irpef come qualsiasi altro contribuente.

Nel dettaglio, il governo valuta una riduzione dell’aliquota Irpef dal 35% al 33% sul secondo scaglione di reddito, che resta compreso tra 28.000 e 50.000 euro lordi.

Non dovrebbe esserci, quindi, alcuna estensione della soglia massima a 60.000 euro, come ipotizzato in una prima fase, ma un taglio mirato per favorire chi percepisce redditi medio-alti senza rientrare nella fascia più elevata, dove l’aliquota resterà invariata al 43%.

Un intervento che, se confermato, permetterà ai pensionati di pagare meno tasse nel 2026 e di aumentare il netto in busta paga, in misura variabile a seconda del reddito complessivo.

Come cambiano gli importi}

Ma di quanto potrebbero aumentare le pensioni nel 2026? Se la riforma fiscale dovesse essere approvata e finanziata nella prossima legge di Bilancio, nei termini illustrati nel paragrafo precedente, il vantaggio per i pensionati deriverebbe dal taglio dell’aliquota Irpef sul secondo scaglione di reddito, che passerebbe dal 35% al 33%. In pratica, il risparmio si applicherebbe sulla quota di pensione lorda compresa tra 28.000 e 50.000 euro annui, permettendo di trattenere più soldi in busta paga ogni mese.

Secondo le simulazioni, il beneficio massimo raggiungerebbe 440 euro l’anno, pari a circa 36-37 euro al mese, per chi ha redditi lordi di 50.000 euro. Man mano che il reddito diminuisce e ci si avvicina alla soglia dei 28.000 euro, il vantaggio fiscale si riduce proporzionalmente, fino ad azzerarsi del tutto per chi ha pensioni inferiori a questa cifra, che resterebbero tassate al 23%.

Per fare un esempio pratico, un pensionato con un reddito lordo annuo di 40.000 euro risparmierebbe circa 240 euro all’anno, ovvero 20 euro al mese, mentre chi percepisce 36.000 euro otterrebbe un vantaggio di circa 160 euro l’anno.

È importante sottolineare che questo aumento non riguarda l’importo lordo della pensione, ma il netto mensile percepito, grazie alla riduzione delle trattenute fiscali. Un dettaglio tutt’altro che marginale, soprattutto in un periodo di inflazione elevata e aumento del costo della vita, dove anche pochi euro in più al mese possono rappresentare un aiuto concreto per molti pensionati.

A titolo esemplificativo, di seguito riportiamo una tabella con il calcolo del risparmio fiscale derivante dal taglio dell’aliquota Irpef al 33% per redditi fino a 50.000 euro.

Pensione annua lorda Pensione mensile lorda Importo tassato con aliquota del 2° scaglione Risparmio annuo con aliquota al 33% Risparmio mensile (12 mensilità)
28.000 2.153,85 0 0,00 0,00
30.000 2.307,69 2.000 40,00 3,33
32.000 2.461,54 4.000 80,00 6,67
34.000 2.615,38 6.000 120,00 10,00
36.000 2.769,23 8.000 160,00 13,33
38.000 2.923,08 10.000 200,00 16,67
40.000 3.076,92 12.000 240,00 20,00
42.000 3.230,77 14.000 280,00 23,33
44.000 3.384,62 16.000 320,00 26,67
46.000 3.538,46 18.000 360,00 30,00
48.000 3.692,31 20.000 400,00 33,33
50.000 3.846,15 22.000 440,00 36,67

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