Pensioni, l’Inps rivede l’aumento. Sarà più basso, ecco le tabelle

Simone Micocci

10 Novembre 2025 - 09:36

Pensioni, come cambia l’importo a gennaio? Continuano le previsioni in attesa del tasso ufficiale. Nel frattempo l’Inps rivede la rivalutazione al ribasso.

Pensioni, l’Inps rivede l’aumento. Sarà più basso, ecco le tabelle

Nuovi dettagli sul prossimo aumento delle pensioni arrivano con le ultime proiezioni diffuse dall’Inps, che ha aggiornato le stime sull’andamento dell’inflazione e sull’impatto che questa avrà sugli assegni a partire da gennaio 2026.

Secondo l’istituto, infatti, il tasso di rivalutazione provvisorio dovrebbe attestarsi tra l’1,4% e l’1,5%, un dato più basso rispetto a quello previsto nei mesi scorsi dal governo con il Documento programmatico di finanza pubblica, che ipotizzava un incremento tra l’1,6% e l’1,7%.

Una differenza minima, in quanto andrà a ridurre di qualche euro l’aumento previsto nel cedolino di inizio anno. Resta comunque un miglioramento rispetto al 2025, quando la rivalutazione era stata limitata allo 0,8%, garantendo ritocchi molto modesti agli assegni mensili.

Perlomeno nel frattempo è stato chiarito quale sarà il meccanismo di rivalutazione applicato: la legge di Bilancio 2026 ha infatti confermato il modello originario previsto dalla legge n. 448 del 1998, lo stesso utilizzato per l’aumento riconosciuto a gennaio scorso.

Questo significa che la rivalutazione sarà piena fino a quattro volte il trattamento minimo, mentre sopra questa soglia continueranno a valere le riduzioni percentuali, con il 90% del tasso per la fascia compresa tra quattro e cinque volte il minimo e il 75% per la parte eccedente.

Di quanto aumentano le pensioni con il meccanismo di rivalutazione originario

A oggi, quindi, il tasso stimato è compreso tra l’1,4% e l’1,5%, il quale si applicherà tanto per la rivalutazione dei trattamenti previdenziali, pensioni di reversibilità comprese, quanto su quelli assistenziali.

Ma di che aumenti parliamo? Come anticipato, il meccanismo di rivalutazione originariamente previsto dalla legge n. 448 del 1998, utilizzato per l’aumento riconosciuto a gennaio scorso, prevede che solo entro le 4 volte il trattamento minimo di pensione l’incremento venga riconosciuto interamente. Per la parte di pensione che supera questa soglia, invece, la rivalutazione è pari al 90% del tasso accertato. Per la parte che supera anche le 5 volte il trattamento minimo, infine, la rivalutazione è del 75%.

Se consideriamo che oggi la pensione minima è pari a 603,40 euro, che su base annua corrispondono a 7.844,20 euro, ne risulta che:

  • Per le pensioni fino a 4 volte il trattamento minimo, quindi entro i 2.413,60 euro al mese, l’aumento sarà pieno. Un assegno da 1.000 euro, ad esempio, salirà a circa 1.014 euro, mentre uno da 2.000 euro passerà a 2.028-2.030 euro.
  • Per le pensioni comprese tra 4 e 5 volte il minimo, ossia tra 2.413,60 e 3.017 euro, la rivalutazione sarà piena fino alla prima soglia, ma ridotta al 90% per la parte eccedente. Ciò significa che un assegno da 2.500 euro aumenterà di circa 35-37 euro, arrivando a 2.535-2.537 euro, mentre uno da 3.000 euro crescerà di circa 43-45 euro, portandosi a 3.043-3.045 euro.
  • Per le pensioni superiori a 5 volte il minimo, quindi oltre i 3.017 euro, la rivalutazione sarà piena fino alla soglia di 4 volte il minimo, al 90% tra le 4 e le 5 volte, e solo al 75% per la quota eccedente. In questo caso, un assegno da 4.000 euro avrà un incremento di circa 55-58 euro, raggiungendo i 4.055-4.058 euro, mentre una pensione da 5.000 euro crescerà di circa 65-68 euro, portandosi a 5.065-5.068 euro.

Si tratta comunque di aumenti più consistenti rispetto a quelli riconosciuti a gennaio scorso, quando con un tasso di inflazione dello 0,8% un assegno da 1.000 euro era cresciuto di appena 8 euro. Adesso, invece, gli incrementi saranno quasi raddoppiati, offrendo un piccolo recupero di potere d’acquisto dopo mesi di rincari, come si può vedere nella tabella seguente:

Importo mensile Aumento 1,4% Nuovo importo 1,4% Aumento 1,5% Nuovo importo 1,5%
500,00€ 7,00€ 507,00€ 7,50€ 507,50€
700,00€ 9,80€ 709,80€ 10,50€ 710,50€
900,00€ 12,60€ 912,60€ 13,50€ 913,50€
1.100,00€ 15,40€ 1.115,40€ 16,50€ 1.116,50€
1.300,00€ 18,20€ 1.318,20€ 19,50€ 1.319,50€
1.500,00€ 21,00€ 1.521,00€ 22,50€ 1.522,50€
1.700,00€ 23,80€ 1.723,80€ 25,50€ 1.725,50€
1.900,00€ 26,60€ 1.926,60€ 28,50€ 1.928,50€
2.100,00€ 29,40€ 2.129,40€ 31,50€ 2.131,50€
2.300,00€ 32,20€ 2.332,20€ 34,50€ 2.334,50€
2.500,00€ 35,00€ 2.535,00€ 37,50€ 2.537,50€
2.700,00€ 37,80€ 2.737,80€ 40,50€ 2.740,50€
2.900,00€ 40,60€ 2.940,60€ 43,50€ 2.943,50€
3.100,00€ 43,40€ 3.143,40€ 46,50€ 3.146,50€
3.300,00€ 46,20€ 3.346,20€ 49,50€ 3.349,50€
3.500,00€ 49,00€ 3.549,00€ 52,50€ 3.552,50€
3.700,00€ 51,80€ 3.751,80€ 55,50€ 3.755,50€
3.900,00€ 54,60€ 3.954,60€ 58,50€ 3.958,50€
4.100,00€ 57,40€ 4.157,40€ 61,50€ 4.161,50€
4.300,00€ 60,20€ 4.360,20€ 64,50€ 4.364,50€
4.500,00€ 63,00€ 4.563,00€ 67,50€ 4.567,50€
4.700,00€ 65,80€ 4.765,80€ 70,50€ 4.770,50€
4.900,00€ 68,60€ 4.968,60€ 73,50€ 4.973,50€
5.000,00€ 70,00€ 5.070,00€ 75,00€ 5.075,00€

Ricordiamo poi che per le pensioni il cui importo è inferiore al trattamento minimo, che nel 2026 salirà a circa 612 euro mensili, si applicherà inoltre un’ulteriore rivalutazione straordinaria dell’1,5%, come previsto dalla legge di Bilancio 2024. La misura consente agli assegni più bassi di beneficiare di un aumento leggermente superiore rispetto a quello ordinario, assicurando così un ulteriore incremento di pochi euro.

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