Pensioni, aumento reversibilità nel 2026. I nuovi importi

Simone Micocci

30 Settembre 2025 - 09:36

Tasso di rivalutazione stimato dell’1,7%: ecco come incide sugli importi delle pensioni di reversibilità.

Pensioni, aumento reversibilità nel 2026. I nuovi importi

Come noto, ogni inizio anno porta con sé l’adeguamento dell’importo delle pensioni, un passaggio che milioni di pensionati attendono con attenzione perché rappresenta la principale misura di difesa del potere d’acquisto.

La cosiddetta rivalutazione delle pensioni, infatti, serve a compensare almeno in parte l’effetto dell’inflazione, aggiornando gli importi sulla base dei dati comunicati dall’Istat e ufficializzati dal ministero dell’Economia.

Il 2025 è stato caratterizzato da un incremento molto contenuto, pari allo 0,8%, che ha portato in dote aumenti di pochi euro al mese, dopo le impennate straordinarie del biennio precedente con rialzi dell’8,1% e del 5,4%. Un calo fisiologico, spiegato dal rallentamento dei prezzi, ma che ha comunque lasciato l’amaro in bocca a chi contava su un sostegno più consistente in una fase di rincari generalizzati.

Per il 2026, invece, le prospettive appaiono più favorevoli: la stima aggiornata fissa il tasso di rivalutazione all’1,7%, più del doppio rispetto all’anno in corso. La misura coinvolgerà tutte le prestazioni previdenziali, dalla pensione di vecchiaia a quelle ai superstiti, fino agli assegni sociali.

Un riferimento utile per comprendere l’impatto è la pensione minima, oggi fissata a 603,40 euro mensili. Con l’adeguamento previsto, l’importo salirà di qualche decina di euro, garantendo un piccolo ma significativo incremento a favore delle fasce più fragili. Un passaggio particolarmente rilevante non solo per i pensionati diretti, ma anche per chi percepisce trattamenti di reversibilità o altre prestazioni collegate.

A tal proposito, in questo articolo analizzeremo nel dettaglio cosa cambierà dal prossimo gennaio per le pensioni di reversibilità, quanto cresceranno gli importi e quali saranno le nuove soglie di riferimento per chi cumula la pensione con altri redditi da lavoro.

Rivalutazione anche per le pensioni di reversibilità

La pensione di reversibilità spettante ai familiari superstiti è a tutti gli effetti un trattamento di tipo previdenziale e come tale è soggetto annualmente a rivalutazione così da mantenere inalterato il potere d’acquisto.

Ogni inizio gennaio, quindi, il trattamento viene adeguato al costo della vita applicando il tasso di rivalutazione accertato nella misura percentuale prevista per la fascia di reddito di appartenenza. Solo quando l’importo è pari o inferiore a 4 volte il trattamento minimo la rivalutazione è al 100% del tasso.

Se l’importo è superiore, scattano dei tagli, come definiti dalla legge n. 448 del 1998, dove si legge che:

  • Per la parte di importo che non supera di 4 volte il trattamento minimo viene applicata una rivalutazione pari al 100% del tasso di inflazione accertato, quindi dell’1,7% quest’anno.
  • Per la parte di importo che supera di 4 volte il trattamento minimo ma non di 5 volte, si applica invece una rivalutazione ridotta, pari al 90% del tasso. La percentuale sarà quindi dell’1,53%.
  • Infine, per la parte di importo che supera di 5 volte il trattamento minimo, la rivalutazione scende al 75% del tasso accertato, ossia dell’1,275%.

Pensioni di reversibilità, i nuovi importi

Per la rivalutazione delle pensioni di reversibilità si applicano le stesse regole previste per i trattamenti diretti. Di seguito le percentuali applicate sull’importo originario:

Fascia assegno Da A Indice di perequazione Tasso d’inflazione provvisorio Rivalutazione effettiva
Fino a 4 volte il trattamento minimo --- 2.454,80€* 100% 1,70% 1,70%
Oltre 4 e fino a 5 volte il minimo 2.454,80€ 3.068,50€* 90% 1,70% 1,53%
Oltre 5 volte il trattamento minimo 3.068,50€ --- 75% 1,70% 1,275%

* Per le pensioni d’importo superiore alla soglia limite ma comunque inferiore a tale limite incrementato della quota di rivalutazione automatica spettante per la fascia precedente, l’aumento di rivalutazione è attribuito fino a concorrenza del predetto limite maggiorato.

Esempio

Prendiamo come esempio una pensione d’importo pari a 2.500 euro lordi, riconosciuta al 60% al coniuge (1.500 euro) e al 20% al figlio (500 euro). Per merito della rivalutazione, l’assegno aumenta:

  • Dell’1,7% per i primi 2.454,80 euro, a fronte di un incremento di circa 41,73 euro.
  • Per i restanti 45,20 euro, invece, la rivalutazione è dell’1,53%, quindi si aggiungono altri 69 centesimi.

L’incremento complessivo sarà di circa 42,42 euro mensili (lordi), con la pensione che sale a 2.542,42 euro. Le singole quote saranno quindi pari a 1.525,45 e 508,97 euro.

Nuove soglie per il cumulo tra redditi da lavoro e pensione di reversibilità

Il coniuge che prende la pensione di reversibilità può lavorare, tuttavia in assenza di figli a carico deve stare al di sotto di una certa soglia per non rischiare un taglio dell’assegno che va dal 25% al 50% a seconda del reddito percepito.

Come parametro di riferimento viene preso il trattamento minimo di pensione, anch’esso soggetto a rivalutazione annua. Ragion per cui nel 2026 cambiano, innalzandosi, le soglie reddituali entro cui stare per evitare il taglio. Considerando che la pensione minima salirà a 613,70 euro mensili, per un totale di 7.997,10 euro annui, ne risulterà che:

  • Tra le 3 e le 4 volte il trattamento minimo, ossia nella parte che va da 23.991,30 a 31.988,40 euro, la pensione di reversibilità percepita viene decurtata del 25%.
  • Tra le 4 (31.988,40 euro) e le 5 volte (39.985,50 euro), la decurtazione è del 40%, mentre superando anche questa soglia è del 50%.

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