Pensioni, cosa deve fare chi ha perso contributi: la circolare dell’Inps

Antonio Cosenza

17 Febbraio 2020 - 17:50

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Pensioni, nuova circolare Inps: i contributi non versati riferiti a periodi precedenti al 2015 sono caduti in prescrizione dal 1° gennaio 2020. L’unica soluzione resta la costituzione della rendita vitalizia.

Pensioni, cosa deve fare chi ha perso contributi: la circolare dell’Inps

Pensioni, nuova circolare Inps (la n°25/2020) sulla rendita vitalizia, strumento utile per coloro che hanno perso contributi perché ormai caduti in prescrizione.

Con l’ultima circolare, l’Inps ha ricordato che a partire dal 1° gennaio 2020 tutti quei periodi di contribuzione caduti in prescrizione (quindi antecedenti al 2015) non possono più essere regolarizzati; una novità che - come vedremo meglio di seguito - riguarda solamente i lavoratori del settore privato, in quanto per i dipendenti pubblici si applicano delle regole differenti.

Un messaggio che interessa tutti quei lavoratori del settore privato a cui i datori di lavoro non hanno versato i contributi utili ai fini della pensione e siano decorsi i termini per la loro regolarizzazione.

Si ricorda, infatti, che i contributi ai fini della pensione si prescrivono, come indicato dalla normativa vigente, decorso il termine di cinque anni. Scaduti questi termini il datore di lavoro non può più regolarizzare la situazione del proprio dipendente; l’unica soluzione per limitare i danni e non perdere contributi utili ai fini della pensione è quella di costituire una rendita vitalizia, facendosi però carico del relativo onere economico.

Pensioni: come recuperare i contributi persi con la rendita vitalizia

Quindi, dal 1° gennaio 2020 tutti quei periodi di contribuzione caduti in prescrizione non potranno più essere regolarizzati e di conseguenza per recuperarli bisognerà costituire una rendita vitalizia.

La circolare Inps 25/2020 fornisce le informazioni su come fare, ricordando agli interessati che ai fini dell’ottenimento della rendita pensionistica bisognerà provare l’esistenza del rapporto di lavoro per il quale non sono stati versati i contributi dovuti, oltre alla continuità della prestazione.

Qualora sia possibile dimostrare entrambe le condizioni, allora si potrà fare domanda per la costituzione della rendita; questa possono presentarla direttamente sia il datore di lavoro che il lavoratore stesso.

Tuttavia, a seconda dei casi ci sono delle procedure differenti da seguire; ad esempio, quando è il lavoratore a cui non sono stati versati i contributi a fare domanda di costituzione di rendita vitalizia, la procedura da seguire è quella telematica. La domanda, quindi, si può fare direttamente online dal sito Inps (per il quale però bisogna essere in possesso del Pin Inps dispositivo, dello SPID di II livello o anche della Carta Nazionale dei Servizi), oppure chiamando il contact center al numero verde dell’Inps. In alternativa è possibile farsi assistere da CAF e patronati.

Per i datori di lavoro la procedura è differente, visto che ad oggi manca ancora lo strumento per l’invio telematico della richiesta. Per il momento, quindi, questa va presentata compilando il modello AP81 che potete scaricare di seguito.

Modello AP81/INPS
Clicca qui per scaricare la domanda di costituzione di rendita vitalizia riversibile per contributi omessi e caduti in prescrizione.

È bene sottolineare che in questo modo i periodi di omessa contribuzione ormai caduti in prescrizione (quindi quelli che fanno riferimento a prima del 1° gennaio 2015) potranno essere così valorizzati e utili sia ai fini del riconoscimento del diritto alla pensione che per il calcolo dell’assegno.

Pensioni dipendenti pubblici: quando si perdono i contributi?

Come anticipato, il 1° gennaio 2020 sono caduti in prescrizione solamente i contributi non versati per i dipendenti del settore privato.

Questo perché per i dipendenti pubblici, visto il passaggio dalle casse ex INPDAP a quelle dell’Inps che sta richiedendo più tempo del previsto, è stata approvata una proroga che sospende momentaneamente i termini della prescrizione.

Per i dipendenti pubblici, infatti, i contributi non versati andranno persi solamente dal 1° gennaio del 2022; fino a questa data le pubbliche amministrazioni di competenza potranno così regolarizzare gli omessi versamenti per i periodi retributivi antecedenti al 2015.

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