Pensione molto bassa? Sai che puoi arrivare fino a 1.500 euro di entrata mensile grazie agli aiuti statali? Ecco come fare.
Qual è l’importo minimo di pensione? Spesso ci siamo posti questa domanda con la risposta che rimanda a uno degli strumenti assistenziali più importanti tra quelli oggi riconosciuti dal nostro ordinamento: si tratta dell’integrazione al trattamento minimo, ossia quell’importo aggiuntivo che permette alla pensione di raggiungere la soglia garantita dalla legge.
Oggi la pensione minima ha un importo pari a 603,40 euro mensili che con l’aggiunta dell’incremento straordinario del 2,2% previsto dal governo Meloni può salire fino a 616,67 euro.
Ma l’integrazione al trattamento minimo non è l’unico strumento che interviene ad aumentare una pensione molto bassa: ci sono tanti altri strumenti che supportano il pensionato, con la possibilità - laddove se ne soddisfino i requisiti - di raggiungere persino i 1.500 euro al mese. In che modo? Lo scopriamo in questo articolo in cui trovate una panoramica di quelli che sono gli strumenti che si aggiungono alla pensione percepita garantendone l’aumento: ecco un elenco completo con i relativi importi.
Come arrivare a 538 euro di pensione
Con l’avanzare degli anni - e l’ampliamento della quota di pensione calcolata con il sistema contributivo - il rischio di ritrovarsi con una pensione molto bassa è sempre più forte.
Specialmente per chi va in pensione con pochi anni di lavoro alle spalle - ad esempio con soli 20 anni di contributi - non è raro ritrovarsi con un assegno che nel peggiore dei casi può anche essere più basso di 500 euro.
In tal caso, come abbiamo anticipato, potrebbe intervenire l’integrazione al trattamento minimo che permette di raggiungere perlomeno la soglia dei 600 euro. Ma non vi abbiamo detto che per averne diritto è necessario avere almeno un contributo settimanale versato entro il 31 dicembre 1995. Chi ha la pensione calcolata interamente con il contributivo, quindi, non può accedere all’incremento.
Tuttavia, vi è comunque la possibilità di assicurarsi perlomeno un’entrata mensile di 538,68 euro: è questo infatti l’importo dell’Assegno sociale, misura che può essere richiesta anche dai pensionati a titolo di integrazione dell’assegno previdenziale. Chi prende meno di 7.002,84 euro (valore di riferimento per l’anno in corso), ha compiuto 67 anni e ha un reddito coniugale che non supera di 2 volte il valore dell’Assegno sociale può quindi fare richiesta per questa misura, della cui gli viene riconosciuto un importo pari a quanto necessario per raggiungere la soglia suddetta.
Prendiamo come esempio un pensionato che prende 400 euro netti di pensione: facendo richiesta dell’Assegno sociale gli verranno riconosciuti altri 138,68 euro, arrivando così a 538,68 euro netti mensili.
Come arrivare a 603 euro di pensione
Il secondo strumento che aiuta ad aumentare la pensione percepita è appunto l’integrazione al trattamento minimo che a differenza dell’Assegno sociale spetta indipendentemente dall’età anagrafica (non bisogna necessariamente aver compiuto i 67 anni quindi), a patto però di aver maturato almeno un contributo settimanale nel regime retributivo, ossia entro il 31 dicembre 1995.
Con l’integrazione al trattamento minimo la pensione gode di una maggiorazione tale da permettere il raggiungimento della soglia tutelata dalla legge che nel 2025 è pari a 603,40 euro mensili.
Attenzione però: per avere diritto all’integrazione piena è necessario che complessivamente i redditi percepiti dal pensionato risultino inferiori all’importo annuo del trattamento minimo stesso, 7.844,20 euro nel 2025. Spetta comunque, ma in misura parziale, a coloro che pur superando questo importo hanno un reddito inferiore a due volte il suddetto valore, quindi entro i 15.688,40 euro. Così come per l’Assegno sociale poi si tiene conto anche del reddito coniugale che deve essere inferiore a 4 volte il trattamento minimo per far sì che l’integrazione spetti per intero, mentre se superiore ma inferiore a 5 volte ne viene riconosciuta solo una parte.
Come arrivare a 616 euro di pensione
Abbiamo già anticipato poi come quest’anno sulle pensioni il cui importo non supera il minimo legale - 603,40 euro - si applichi un’ulteriore maggiorazione. Questa - a differenza dell’integrazione - spetta anche a coloro che rientrano interamente nel regime contributivo e consiste in un incremento percentuale pari al 2,2% dell’importo lordo percepito.
Nel migliore dei casi, quindi per chi percepisce esattamente 603,40 euro, si arriva fino a 616,67 euro, mentre ad esempio chi ne prende 500 spettano 11 euro in più.
Come arrivare a 739,83 euro di pensione
Esiste poi uno strumento che consente alla pensione di raggiungere la soglia di 739,83 euro. È una maggiorazione sociale, conosciuta come incremento al milione, che viene riconosciuta ai pensionati che soddisfano determinati requisiti reddituali al compimento dei 70 anni. Questo limite di età può anche essere più basso: si riduce, infatti, di 1 anno per ogni 5 anni di contributi, fino a un massimo di 5 anni. Nella migliore delle ipotesi, quindi, l’incremento al milione spetta già al compimento dei 65 anni.
Anche in questo caso però ci sono delle soglie economiche da non oltrepassare: viene stabilito che possono richiedere l’incremento al milione solo coloro che hanno redditi fino a 9.721,92 euro per quanto riguarda la soglia individuale, 16.724,89 euro per quella coniugale.
Come arrivare a 1.500 euro di pensione
Ed eccoci all’ultimo strumento che può essere integrato con la pensione consentendo di arrivare fino a 1.500 euro complessivi (considerando tutte le entrate in famiglia). Si tratta dell’Assegno di inclusione, strumento che spetta ai nuclei familiari con Isee fino a 10.140 euro e con un reddito inferiore a 6.500 euro, soglia che aumenta a 8.190 euro per i nuclei composti solamente da persone over 67 (indipendentemente se titolari o meno di pensione) oppure con grave disabilità. Questi limiti vengono aumentati per le famiglie più numerose attraverso l’applicazione del cosiddetto parametro di scala di equivalenza.
L’Assegno di inclusione, così come l’Assegno sociale e l’integrazione al trattamento minimo, è compatibile con la pensione ma non interamente cumulabile. Nel calcolare l’importo spettante, infatti, si sottrae quanto già si prende di pensione così come eventuali altri redditi percepiti dal nucleo familiare.
Più la famiglia è numerosa e più la soglia di riferimento è elevata: l’importo base per i nuclei composti solo da pensionati -ossia il massimo che può percepire una persona sola - è di 682,50 euro al mese (8.190 euro l’anno), più 162,50 euro di rimborso del canone di locazione per chi vive in affitto.
Ma per i nuclei familiari con più componenti ci può essere un incremento fino a 2,2 volte della quota minima, pari quindi a poco più di 1.500 euro al mese (1.501,50 euro per l’esattezza), con la possibilità poi di aggiungere altri 162,50 euro nel caso si viva in affitto (con regolare contratto ovviamente).
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