Hai raggiunto 20 anni di contributi? Ecco quanto prendi se smetti di lavorare (e aspetti i 67 anni per avere la pensione).
In Italia si può smettere di lavorare dopo soli 20 anni, a patto però di attendere fino al compimento dei 67 anni di età. La pensione di vecchiaia, infatti, è l’unica misura di pensionamento che prevede un requisito contributivo di 20 anni - che si riduce a 5 anni per l’opzione di vecchiaia a 71 anni di età - mentre per anticipare il pensionamento serve lavorare per più anni.
Da quest’anno, ad esempio, è aumentato a 25 anni il minimo di contributi per la pensione anticipata riservata ai contributivi puri, mentre per l’opzione ordinaria è sempre di 42 anni e 10 mesi per gli uomini (con un anno in meno per le donne).
20 anni di lavoro sono quindi sufficienti per andare in pensione a 67 anni ma è bene chiedersi “a che prezzo”. Perché è bene sottolinearlo: aver lavorato per un così poco tempo rischia di restituire un importo di pensione molto basso.
Specialmente per la parte di pensione calcolata con le regole del contributivo - che si applicano per i periodi successivi al 31 dicembre 1995, oppure 2011 per coloro che all’1 gennaio 1996 avevano già maturato 18 anni di contributi - aver lavorato per non più di 20 anni è spesso sinonimo di assegno più basso di 1.000 euro al mese.
Se quindi ritenete di essere tra quelle persone che andranno in pensione con non più di 20 anni di lavoro, in quanto ad esempio avete diversi periodi lavorati in nero, allora è bene interrogarvi fin da subito su qual è l’importo che andrete a percepire.
Tuttavia, rispondere alla domanda su quanto spetta di pensione con 20 anni di contributi non è semplice in quanto ci sono diversi fattori che incidono sul calcolo dell’importo, come ad esempio i periodi lavorati nonché la retribuzione percepita.
Guardando alle regole applicate per il calcolo della pensione e facendo alcuni semplici esempi, è comunque possibile farsi un’idea di quanto si prende al raggiungimento della soglia minima dei 20 anni di contributi.
Come anticipato - e come vedremo nel dettaglio in questo articolo - eccetto i casi di lavoratori che hanno guadagnato retribuzioni elevate il tasso di sostituzione (a differenza che c’è tra l’ultimo stipendio percepito e la pensione) non è particolarmente conveniente per il pensionato, in quanto con 20 anni di contributi difficilmente si arriva a una pensione di importo elevato.
Quando si prende di pensione con 20 anni di contributi nel sistema retributivo
Partiamo dal caso limite di un lavoratore che va in pensione con 20 anni di contributi, quindi si presume al compimento dei 67 anni previsti dalla pensione di vecchiaia, tutti maturati nel sistema retributivo, quindi prima del 1° gennaio 1996 (o 1° gennaio 2011 nel caso in cui 18 anni di contributi siano stati raggiunti entro il 31 dicembre 1995).
Ebbene, con il metodo retributivo la pensione del lavoratore viene determinata prendendo come riferimento gli stipendi percepiti nel periodo di tempo immediatamente precedente l’accesso alla pensione. Nel dettaglio, si calcola la media per poi prenderne una certa percentuale, calcolata moltiplicando le aliquote di rendimento per ogni anno di anzianità contributiva.
Generalmente queste aliquote sono pari al 2%: ne risulta, quindi, che con 20 anni di contributi viene riconosciuto il 40% della cosiddetta retribuzione pensionabile.
Detto questo, possiamo fare qualche esempio di quanto spetta di pensione con 20 anni di contributi nel regime contributivo:
- retribuzione pensionabile di 20 mila euro: 8 mila euro lordi annui di pensione;
- retribuzione pensionabile di 30 mila euro: 12 mila euro lordi annui di pensione;
- retribuzione pensionabile di 40 mila euro: 16 mila euro lordi annui di pensione;
- retribuzione pensionabile di 60 mila euro: 24 mila euro lordi annui di pensione.
Ricordiamo che per calcolare la retribuzione pensionabile nel sistema di calcolo retributivo si prendono gli ultimi stipendi percepiti e se ne fa una media. Il periodo preso come riferimento è di 5 anni nel caso dei lavoratori dipendenti, 10 anni per i lavoratori autonomi e l’ultimo anno nel caso del pubblico impiego.
Quanto si prende di pensione con 20 anni di contributi nel sistema contributivo
Prendiamo in esame un secondo caso limite, ossia quello di chi invece ha maturato tutti i 20 anni di contributi nel sistema contributivo. Con questo, a differenza del retributivo, si guardano effettivamente i contributi maturati dal lavoratore, i quali si trasformano in pensione tramite l’applicazione di un coefficiente di trasformazione.
Nel caso della pensione di vecchiaia a 67 anni con 20 anni di contributi il coefficiente di trasformazione, in vigore tra il 1° gennaio 2025 e il 31 dicembre 2027, è pari a 5,608%.
Questo coefficiente si applica al montante contributivo, ossia alla somma dei contributi accantonati durante gli anni di lavoro. In particolare, nel caso dei lavoratori subordinati, i contributi versati equivalgono al 33% della retribuzione pensionabile annua.
Ad esempio, con 20 anni di contributi e una retribuzione annua media di 40 mila euro si matura un montante contributivo di 264 mila euro (al netto di eventuali rivalutazioni). In questo caso, dunque, si avrebbe diritto a una pensione annua lorda di 14.805 euro circa, poco meno di 1.140 euro al mese.
Altro esempio: 20 anni di contributi e retribuzione media di 25 mila euro. Il montante contributivo sarebbe pari a 165 mila euro, che trasformati in pensione sarebbero pari a poco meno i 9.253 euro l’anno, poco più di 710 euro al mese.
Quanto si prende di pensione con 20 anni di contributi nel sistema misto
Più complicato rispondere a questa domanda, visto che comunque dipende - visto dai discorsi appena fatti - da quanti anni di contributi sono stati maturati nel sistema retributivo e quanti invece nel contributivo. In tal caso, la pensione sarà calcolata facendo la somma del risultato del calcolo effettuato nelle due quote.
Semplifichiamo, ad esempio, con un lavoratore che ha maturato 10 anni di contributi nel retributivo e 10 anni nel contributivo, con retribuzione media costante di 30 mila euro.
Calcolare la parte nel retributivo è molto semplice. Viene, infatti, riconosciuto il 20% della retribuzione pensionabile, ossia 6 mila euro lordi annui.
Nel contributivo, invece, bisogna in primis calcolare il montante contributivo, che con 10 anni di contributi e una retribuzione media costante di 30 mila euro sarebbe pari a 99 mila euro. Di pensione, per chi ci va a 67 anni, sarebbero circa 5.550 euro.
La somma delle due quote, dunque, dà come risultato poco più di 11.550 euro lordi e annui di pensione, a fronte di un importo mensile di circa 860 euro (lordi).
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