Pensioni, ecco come andarci prima nel 2024 grazie alla legge Fornero

Simone Micocci

18 Agosto 2023 - 10:08

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Pensione anticipata nel 2024? La legge Fornero offre ancora le migliori opportunità per farlo.

Pensioni, ecco come andarci prima nel 2024 grazie alla legge Fornero

Le recenti dichiarazioni di Claudio Durigon, sottosegretario al ministero del Lavoro, hanno fatto luce sul futuro delle pensioni rispondendo alla domanda su chi ci andrà prima nel 2024 (e come).

Durigon ha confermato che il percorso che porterà al superamento della legge Fornero è molto tortuoso e che l’obiettivo del governo è di riuscirci entro la fine della legislatura quando dovrebbe esserci il passaggio a Quota 41 per tutti, consentendo così a ogni lavoratore di poter andare in pensione a qualsiasi età una volta maturati i 41 anni di contributi.

Non dobbiamo aspettarci Quota 41 per tutti già nel 2024, quando invece ci sarà sicuramente Quota 103 che il governo - grazie alle risorse risparmiate quest’anno - ha intenzione di confermare.

Detto questo, e nell’attesa che i confronti sulla riforma delle pensioni entrino nel vivo, possiamo fare il punto della situazione rispetto a quelle che sono le misure di flessibilità che consentiranno di andare in pensione prima.

Pensione in anticipo? La legge Fornero offre ancora le migliori possibilità

Se si guarda all’età anagrafica, è la tanto criticata legge Fornero ad offrire le migliori opportunità per andare in pensione in anticipo.

Questa, infatti, è l’unica a prevedere delle misure che consentono di andare in pensione indipendentemente dall’età, permettendo a chi rispetta determinati requisiti di andarci persino prima dei 60 anni. È il caso, ad esempio, della pensione anticipata che pur prevedendo un requisito contributivo leggermente più alto di quello previsto da Quota 103 (41 anni di contributi) non fissa un’età minima per il pensionamento.

Nel dettaglio, con la pensione anticipata si può andare in pensione con 42 anni e 10 mesi di contributi, un anno in meno per le donne: quindi, chi ha iniziato a lavorare all’età di 18 anni e ha mantenuto una carriera costante potrà andare in pensione intorno ai 61 anni, con un anno di anticipo rispetto a quanto sarebbe stato possibile con Quota 103.

Ancora prima ci andranno i lavoratori precoci, ossia coloro che possono vantare 12 mesi di contributi prima del compimento dei 19 anni di età. Questi sono gli gli unici che oggi possono andare in pensione con Quota 41, quindi con soli 41 anni di contributi e indipendentemente dall’età anagrafica, ma solo se rientrano in una delle categorie che meritano di una maggior tutela: disoccupati, invalidi, caregiver e lavoratori gravosi.

Consideriamo un lavoratore precoce che ha iniziato a lavorare a 17 anni senza interruzioni svolgendo un’attività particolarmente gravosa: questo potrebbe andare in pensione già all’età di 58 anni, molto prima rispetto a quanto previsto dalla pensione di vecchiaia (67 anni).

Come le misure di flessibilità consentiranno di andare in pensione in anticipo

Non sarà comunque semplice soddisfare i requisiti per andare prima in pensione con le misure descritte dalla legge Fornero. È complicato, infatti, raggiungere i requisiti richiesti dalla pensione anticipata prima dei 62 anni, ecco perché Quota 103 non va comunque sottovalutata.

Questa misura di flessibilità è stata introdotta dal governo nel 2023 e verrà confermata anche nel 2024 visto che il numero di lavoratori che ne hanno fatto richiesta è stato inferiore alle aspettative, consentendo così di risparmiare risorse utili per prorogare Quota 103 per un altro anno. È più vantaggiosa rispetto alla pensione anticipata per quel che riguarda i contributi richiesti: ne sono sufficienti 41 anni, a condizione però che l’interessato abbia compiuto almeno i 62 anni di età.

Quota 103 è dunque la miglior misura possibile per coloro che al compimento dei 62 anni si sono fermati a 41 anni di contributi non riuscendo a maturare i 42 anni e 10 mesi richiesti per la pensione anticipata, visto che consente loro di poter comunque smettere di lavorare.

Per chi invece ha molti meno contributi c’è l’opzione Ape Sociale, anticipo pensionistico che - sempre su conferma di Durigon - verrà prorogato per un altro anno. Questa misura consente di smettere di lavorare a 63 anni, ma con molti meno anno di contributi rispetto alle misure descritte sopra: ne sono sufficienti 30 anni, 36 anni nel caso dei gravosi. A potervi accedere le stesse categorie a cui è riservata Quota 41 (con la differenza che per l’Ape sociale non è necessario essere lavoratori gravosi).

Infine c’è da sciogliere il nodo Opzione donna che fino a qualche anno fa è stata la misura migliore per il pensionamento anticipato delle donne visto che con soli 35 anni di contributi - e un ricalcolo interamente contributivo dell’assegno - consentiva l’accesso alla pensione a 58 anni di età (59 per le autonome). Questa è stata però profondamente rivista dall’ultima legge di Bilancio, limitando a poche centinaia di lavoratrici la possibilità di accedervi.

A tal proposito, sono in corso le valutazioni per un eventuale ritorno al passato per Opzione donna che tornerebbe così una delle migliori opzioni per andare in pensione prima, almeno per le lavoratrici.

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