Pensioni: in quale caso Quota 100 potrebbe essere cancellata

Simone Micocci

2 Aprile 2019 - 09:45

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Anche l’Ocse si unisce all’elenco di coloro che prevedono un rallentamento della crescita dell’Italia; secondo l’Organizzazione la colpa è anche di Quota 100 che dovrebbe essere cancellata il prima possibile. Cosa farà il Governo?

Pensioni: in quale caso Quota 100 potrebbe essere cancellata

Quota 100 - la nuova opzione per il pensionamento anticipato - deve essere eliminata al più presto: è troppo costosa e rischia di aumentare le diseguaglianze, oltre ad incrementare il debito pubblico. A dirlo è l’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), presente in Italia con il segretario generale Angel Gurrìa per presentare il report annuale riguardante il nostro Paese.

Nell’incontro era presente anche il Ministro dell’Economia - Giovanni Tria - che ha minimizzato sull’importanza di Quota 100 definendola una misura “sperimentale” e - soprattutto - “temporanea” attualmente utile per affrontare il “problema di transizione sul mercato del lavoro”.

Se da una parte la riforma delle pensioni appena convertita in Legge dal Parlamento consente a molti lavoratori di anticipare il collocamento in quiescenza, sia grazie a Quota 100 che alla proroga di Opzione Donna, dall’altra presenta un conto molto alto da pagare: come rilevato dall’Ocse, infatti, la ripresa - che tra l’altro è stata piuttosto modesta - del post crisi si è interrotta, tant’è che nel 2019 il PIL potrebbe registrare una contrazione dello 0,2%.

Secondo l’Ocse un rimedio per stimolare la crescita dell’Italia c’è ma è assolutamente necessario che il Governo rimetta mano alla riforma delle pensioni: per evitare una decrescita, infatti, è importante che venga mantenuto il nesso tra età pensionabile e speranza di vita, parzialmente cancellato (per la sola pensione anticipata) dal decreto 4/2019.

Ocse: “Solo così l’Italia può riprendersi

L’Organizzazione ha quindi tracciato le linee guida che l’Italia dovrebbe seguire per cambiare le proprie sorti ed evitare una contrazione del PIL che per il 2019 sembra già scritta.

Nel dettaglio, se da una parte bisogna mantenere assolutamente il nesso tra età pensionabile e aspettative di vita - “così da non squilibrare le finanze pubbliche” - dall’altra il nostro Paese dovrebbe abrogare Quota 100. In tal caso, come sottolineato dal segretario generale dell’Ocse - il messicano Angel Currìa - l’Italia potrebbe recuperare risorse pari a 40 miliardi di euro da qui al 2025.

A non piacere all’Ocse è anche il reddito di cittadinanza che secondo l’Organizzazione dovrebbe essere sostituito da un sussidio esclusivamente rivolto ai disoccupati (ricordiamo che il RdC può essere richiesto anche da chi ha un impiego); l’attuale programma, invece, rischia di incoraggiare esclusivamente il lavoro nero andando inoltre a creare delle “trappole della povertà”.

Sia sulle pensioni che sul fronte delle misure assistenziali, quindi, l’Ocse ha bocciato il Governo italiano. All’incontro era presente anche il Ministro dell’Economia Giovanni Tria, il quale ha difeso l’operato del Governo ricordando però che Quota 100 è una misura sperimentale e con una durata limitata, e quindi che non c’è nulla di definito. La sua introduzione però era necessaria per risolvere i problemi causati dalla Legge Fornero, visto che - a detta del Ministro dell’Economia - questa ha “creato problemi di transizione con ricadute di equità sociale, ma anche con un’interruzione del turn-over naturale della forza lavoro, rallentando anche quello delle competenze”.

Il Governo rivedrà la riforma delle pensioni? Per il momento no

Nonostante gli avvertimenti dell’Ocse, in visita in Italia, è l’atteggiamento prudente mostrato dal Ministro dell’Economia, il Governo al momento non intende assolutamente rivedere la riforma delle pensioni con Quota 100 che continuerà a produrre i propri effetti per i prossimi tre anni. Poi si vedrà il da farsi.

Il Governo non è d’accordo con le stime dell’Ocse: il premier Conte, ad esempio, le ha definite le più pessimiste tra quelle uscite fino ad ora, visto che “sottostimano gli effetti della Legge di Bilancio”.

Più duro il Ministro del Lavoro - nonché vicepremier - Luigi Di Maio, il quale ha risposto all’Ocse dicendo che se “qualcuno seduto dietro una scrivania lontano migliaia di chilometri ritiene che l’Italia per crescere ancora debba attuare delle misure di austerity può farlo tranquillamente a casa propria”. Poi Di Maio ha ricordato che se una misura funziona o meno non lo si può dire dopo appena quattro mesi dalla sua approvazione.

Meno duro Salvini che comunque non ha alcuna intenzione di rinunciare a quella che è stata probabilmente la misura più voluta dalla Lega: Quota 100. Questa misura, infatti, secondo il Ministro dell’Interno, aiuterà a dare lavoro a circa 100.000 giovani, così da aiutare la crescita del Paese a differenza di quanto sostenuto dall’Ocse.

Per il momento quindi la riforma delle pensioni non è a rischio ma non è da escludere che il Governo possa fare qualche passo indietro qualora le stime fatte in questi ultimi mesi (non solo dell’Ocse) si rivelassero reali e veramente per l’Italia ci sarà una contrazione della crescita. Allora sì che sarà necessario correre ai ripari.

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