Pensione minima 2019: a chi spetta?

Simone Micocci

20 Giugno 2019 - 09:50

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Per il 2019 l’importo della pensione minima è pari a 513,01€; solo alcuni pensionati, però, ne hanno diritto.

Pensione minima 2019: a chi spetta?

Esiste una pensione minima in Italia, tuttavia solo in pochi ne hanno diritto ossia coloro che soddisfano determinati requisiti legati al reddito.

In realtà più che di pensione minima è più corretto parlare di integrazione fino al minimo della pensione: è così, infatti, che funziona lo strumento con cui le pensioni molto basse vengono incrementate a tal punto da arrivare alla soglia della pensione minima.

Quest’ultima varia ogni anno visto che viene rivalutata tenendo conto del tasso di inflazione rilevato dall’Istat; a tal proposito, nel 2019 la soglia della pensione minima è di 513,01€, ma solo in alcuni casi si percepisce un’integrazione tale da raggiungere questo importo.

Se proprio vogliamo essere precisi, quindi, non esiste una vera pensione minima in Italia visto che in tal caso vorrebbe dire che tutti gli assegni previdenziali, indipendentemente dai requisiti, avrebbero un importo pari o superiore alla soglia stabilita.

A tal proposito di aumento della pensione minima se ne è parlato nei mesi scorsi quando si parlava di incrementare tutti gli assegni fino a 780,00€ tramite l’introduzione della pensione di cittadinanza; alla fine, però, le cose sono andate diversamente visto che con questa misura viene riconosciuto un assegno mensile per il sostegno del reddito che poco ha a che vedere con la pensione.

Fatti i dovuti chiarimenti vediamo in quali casi spetta un’integrazione tale far aumentare la propria pensione fino al minimo e quando invece, nonostante l’incremento dell’assegno, questa resta al di sotto della pensione minima.

Pensione minima: chi ne ha diritto?

Come anticipato, in Italia la pensione minima ha un importo che per quest’anno è pari a 513,01€. Ciò non significa, visto quanto detto in precedenza, che ogni pensione automaticamente viene adeguata a questo importo, poiché questo vale solo per coloro che soddisfano determinati requisiti.

Ma quali sono le condizioni necessarie per avere diritto alla pensione minima? La prima, ovviamente, è quella per cui la pensione deve essere più bassa di 513,01€, visto che in caso contrario non ci sarebbe bisogno di alcuna integrazione.

La seconda condizione è quella per cui il trattamento previdenziale deve essere corrisposto da una delle gestioni previdenziali amministrate dall’Inps; nel caso di pensione erogata dalle casse professionali, infatti, ci sono delle regole differenti - definite dalla cassa stessa - in tema di integrazione al minimo della pensione.

Inoltre, altra condizione è quella per cui l’assegno non sia stato calcolato interamente con il sistema contributivo. Ci sono poi, come già anticipato, delle condizioni legate al reddito: non è sufficiente infatti che l’assegno sia inferiore alla soglia designata, poiché è necessario anche che colui che lo percepisce abbia un reddito inferiore ad un certo limite, variabile anche questo ogni anno.

Per il 2019 i limiti di reddito da tenere in considerazione per sapere se si ha diritto alla pensione minima sono i seguenti:

  • reddito annuo inferiore a 6.669,13€: si ha diritto all’integrazione al reddito in misura piena. Quindi, per coloro che hanno un reddito inferiore a questa soglia la pensione minima è pari a 513,01€;
  • reddito annuo compreso tra 6.669,13€ e 13.338,26€: l’integrazione parziale, quindi nonostante l’incremento l’assegno di pensione resta più basso dell’importo minimo.

Questi limiti di reddito valgono per il pensionato solo; per coloro che sono sposati, infatti, le soglie reddituali entro le quali si ha diritto alla pensione minima sono più alte. Nel dettaglio, per il 2019 sono pari a:

  • reddito del pensionato inferiore a 6.669,13€ e somma con quella del coniuge inferiore a 20.007,39€: pensione minima in misura piena;
  • reddito pensionato compreso tra 6.669,13€ e 13.338,26€ mentre la somma con il reddito del coniuge non supera i 26.676,52€: pensione minima in misura parziale. Quest’ultima soglia (quella del reddito coniugale) però è incrementata a 33.345,65€ nel caso in cui la pensione ha avuto decorrenza nel 1994.

Prima di concludere è bene fare chiarezza su quali sono i redditi da tener conto quando si calcola la soglia di riferimento: come prima cosa si conta la pensione da integrare al minimo, alla quale si aggiunge il reddito della casa di abitazione, i trattamenti di fine rapporto (se soggetti a tassazione separata) gli arretrati da lavoro dipendenti e tutti gli altri redditi esenti da Irpef.

Pensione minima più alta di 513,01€

In alcuni casi la pensione minima può essere persino superiore all’importo di 513,01€. Quando vengono soddisfatti determinati requisiti, infatti, spettano delle ulteriori maggiorazioni oltre a quella già riconosciuta con l’integrazione al minimo.

Ad esempio, quando oltre ai limiti suddetti si ha un’età compresa tra i 60 e i 64 anni scatta la maggiorazione sociale di 25,83€ mensili. Questa aumenta a 82,64€ per coloro che hanno un’età compresa tra i 65 e i 69 anni.

Superato il 70° anno di età, invece, si ha diritto al cosiddetto incremento al milione con il quale la pensione è aumentata mensilmente di 136,44€.

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