Pagamento in contrassegno, cosa significa? Ecco come funziona

Money.it Guide

23 Settembre 2025 - 13:45

Cosa vuol dire pagare in contrassegno? Ecco cos’è, come funziona e quanto costa il metodo di pagamento in contrassegno, tra vantaggi e rischi.

Pagamento in contrassegno, cosa significa? Ecco come funziona

Il pagamento in contrassegno resta una delle modalità più sicure (e rassicuranti) per chi fa acquisti online: permette al cliente di pagare solamente quando il pacco arriva alla porta. Pur essendo ormai messo in ombra dai metodi digitali, ancora oggi continua a essere richiesto da chi non vuole anticipare denaro, non si fida completamente degli strumenti di pagamento elettronici, o semplicemente desidera una maggiore certezza prima del versamento.

Tuttavia, scegliere il contrassegno comporta conoscenza di dettagli normativi, costi nascosti, limiti operativi imposti da corrieri e norme sul contante. Difatti, non sempre - anzi, quasi mai - il contrassegno è la scelta più conveniente e rapida ma i limiti sono ben compensati da una certa tranquillità nelle transazioni a distanza.

Ecco, allora, cosa significa davvero “pagamento in contrassegno”, come funziona concretamente oggi, quali metodi di pagamento sono accettati, che cosa si può acquistare con questa modalità e tutte le spese da conoscere.

Cosa significa pagare in contrassegno (o pagare alla consegna)

Pagare in contrassegno equivale a scegliere di saldare l’importo dovuto nel momento della consegna del prodotto da parte del corriere o del servizio postale. È la modalità in cui il venditore affida al vettore la raccolta del pagamento al destinatario, anziché ricevere direttamente il denaro tramite mezzi digitali al momento dell’ordine. Ciò comporta che la consegna viene effettuata solo dopo che l’utente ha corrisposto la somma pattuita.

In Italia, il pagamento in contrassegno è un’opzione tradizionale che continua ad avere un certo seguito. È particolarmente preferito da chi acquista per la prima volta da un venditore (anche tra privati a distanza), da chi teme problemi di sicurezza online o vuole vedere fisicamente il prodotto (senza aprirlo) prima di pagarlo, riducendo così il rischio di truffe.

Importante distinguere il contrassegno dall’anticipo su prodotti non ricevuti o da formule tipo “pagamento dopo il test”: nel contrassegno il pagamento è condizione indispensabile per la consegna fisica del bene.

Dal punto di vista giuridico e normativo, il contrassegno opera in un quadro che coinvolge diverse normative italiane: quelle relative al Codice del Consumo (recesso, rimborso, diritti del consumatore), quelle antiriciclaggio (che fissano limiti all’uso del contante e di altri metodi di pagamento) e le condizioni contrattuali stabilite dal venditore e dal vettore (che possono introdurre limiti di servizio, costi accessori, modalità di versamento). È fondamentale che queste condizioni siano chiaramente comunicate al cliente dal venditore, nella fase di ordine, nei termini e condizioni, e nella conferma dell’ordine.

Come funziona il contrassegno

Quando un e-commerce offre il pagamento in contrassegno, il cliente seleziona questa modalità tra le opzioni di pagamento al checkout. Per citare qualche esempio, eBay, Amazon, Zalando o MediaWorld danno la possibilità di utilizzare il contrassegno come metodo di pagamento. Il processo di solito include: inserimento dei dati di spedizione, scelta del metodo di pagamento “alla consegna”, conferma dell’ordine. Il venditore poi affida al vettore la spedizione, specificando che si tratta di contrassegno, indicando l’importo da riscuotere alla consegna.

Al momento della consegna il corriere presenta il pacco al destinatario; questi paga l’importo indicato (in contanti o altro mezzo accettato), quindi il vettore consegna il bene. Il cliente di norma non può aprire o ispezionare il pacco prima del pagamento: la pretesa è che il pagamento avvenga “alla vista” del pacco chiuso. Dopo consegna e raccolta del denaro, il corriere o il servizio postale deve trasferire l’importo al venditore, secondo le condizioni concordate. Questi trasferimenti possono richiedere diversi giorni lavorativi, a seconda del vettore, del tipo di incasso (contanti, assegno, accredito) e delle procedure interne.

È essenziale che la lettera di vettura (o il documento equivalente) riporti la dicitura “Contrassegno” con l’importo in euro, affinché non vi siano contestazioni sulla somma da riscuotere. Il corriere rilascia una ricevuta al destinatario che attesta l’avvenuto pagamento.

Nel caso in cui il destinatario non accetti il pacco, non voglia pagare, o vi siano problemi alla consegna, il venditore può sostenere costi aggiuntivi: il pacco può tornare al mittente, il venditore deve sopportare le spese di spedizione di andata e ritorno, e il tempo perso per l’incasso effettivo del pagamento.

I metodi di pagamento accettati per il contrassegno: non solo contanti

Contrariamente a quanto si pensava, il pagamento in contrassegno oggi non è necessariamente limitato al solo denaro contante. Le modalità accettate dipendono dalle politiche del vettore e dal servizio offerto dal venditore, nonché dalle normative in materia di limiti al contante.

Ecco le modalità più comuni e i limiti attuali.
Contanti: è il metodo più classico. In Italia, il limite legale stabilito per legge per i pagamenti in contanti è fissato a 5.000 euro (Legge di bilancio 2023, art. 1 comma 384, modifica al D.lgs. 231/2007). Tuttavia, molti vettori pongono limiti inferiori: ad esempio, nel servizio “Posta Assicurata – Contrassegno” di Poste Italiane, si può pagare in contanti al portalettere solo se l’importo è pari o inferiore a €258,23; per somme superiori occorre recarsi presso un ufficio postale. Inoltre, Poste consente contrassegni fino a €3.000 come importo massimo.
Assegno circolare o assegno postale o bancario (non trasferibile): in qualche caso accettato, ma con verifiche aggiuntive da parte del vettore. Alcuni servizi postali potrebbero non accettare assegni alla consegna, o richiedere che l’assegno sia già “verificabile” o indirizzato al mittente. È importante leggere le condizioni del servizio scelto.
POS alla consegna: dove il corriere è dotato di POS (terminali per carte), può essere offerta la possibilità di pagare con carta di debito o credito al momento della consegna. Non tutti i corrieri lo prevedono, e può comportare un costo aggiuntivo. Alcuni venditori lo attivano come servizio extra su richiesta.

In genere, quindi, il contrassegno esclude modalità come PayPal, bonifici o carte digitali “prima della consegna”. Se accettate, fungono più da accordi personalizzati tra venditore e cliente, piuttosto che condizioni standard del contrassegno. Non sono molto diffusi come opzione “alla consegna” veri e propri.

I limiti massimi e le condizioni variano molto in base al vettore e al servizio scelto: ad esempio. Non esiste una normativa che impone gli stessi limiti per tutti i corrieri, perciò è indispensabile che il cliente verifichi queste condizioni prima di procedere.

Cosa si può acquistare in contrassegno?

In linea di principio, quasi ogni tipo di bene fisico che può essere spedito tramite corriere o servizio postale può essere acquistato in contrassegno, a condizione che il venditore preveda questa opzione. Prodotti di moda, articoli domestici, piccoli elettrodomestici, libri, cosmetici, giocattoli: tutti questi beni sono frequentemente venduti con modalità contrassegno. Anche se il bene è di valore elevato, può essere offerto il contrassegno, ma spesso con condizioni più restrittive o costi più alti, poiché il rischio per il venditore è maggiore (mancata accettazione, resi, difficoltà nell’incasso).

Ci sono però eccezioni importanti. Se la spedizione richiede importi fuori norma del contrassegno o supera limiti imposti dal vettore, il venditore può rifiutare il contrassegno. Alcuni beni soggetti a restrizioni (prodotti pericolosi, alimenti deperibili, farmaci o prodotti che richiedono autorizzazioni speciali) potrebbero non poter essere consegnati con contrassegno, per ragioni di sicurezza, regolamentazione sanitaria o normativa specifica. Inoltre, spedizioni internazionali con contrassegno potrebbero non essere accettate, o avere limiti di valore molto bassi (e diversi da quelli nostrani) a seconda del Paese.

Infine, potrebbe essere l’e-commerce stesso a stabilire restrizioni: alcuni venditori scelgono di offrire il contrassegno solo se l’acquirente è residente in Italia o in determinate zone o solo per ordini oltre una certa soglia (o sotto una certa soglia) per evitare rischi logistici e di mancata accettazione.

Spese di contrassegno: ecco i costi di questa tipologia di pagamento

Il contrassegno comporta costi extra, sia per il venditore che per il destinatario, che è importante valutare con attenzione prima di scegliere questa modalità.

Per quanto riguarda Poste Italiane, il servizio accessorio “Contrassegno” prevede una commissione per il mittente. Per il 2025, la tariffa nazionale con bollettino postale è salita a €3,05 (precedentemente €3,00) per le spedizioni in Italia. Se si utilizza il vaglia, l’addebito accessorio è anch’esso aumentato (passando da circa €11,00 a €11,05).

Oltre alla commissione del servizio, il costo totale comprende:

  • il costo della spedizione del pacco, che varia in base al peso, alle dimensioni, alla distanza e al vettore;
  • il supplemento che il venditore applica per il servizio contrassegno (se previsto), che può includere una percentuale o un importo fisso per gestire il rischio e il lavoro aggiuntivo;
  • eventuali costi bancari o di incasso, se il pagamento non è effettuato in contanti ma mediante assegno o altro mezzo;
  • possibili costi di restituzione o mancata accettazione del pacco se il destinatario non paga alla consegna.

Il destinatario può dover preparare l’importo esatto se paga in contanti, perché il corriere/postalista può non avere resto disponibile. Se il pagamento viene fatto con carta o POS, possono esserci commissioni di servizio aggiuntive, a seconda del corriere.

E poi i venditori, talvolta, includono questi costi nei loro prezzi o li evidenziano al momento del checkout; altri li fanno pagare interamente al cliente. È buona norma che il venditore indichi chiaramente, prima dell’acquisto, tutti i costi extra del contrassegno per trasparenza.

Contrassegno: condizioni di recesso e reso

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha stabilito che non è possibile applicare sovrapprezzi per l’utilizzo di qualsiasi forma di pagamento, incluso il contrassegno. Per gli acquirenti, il diritto di recesso rimane garantito entro 14 giorni dalla consegna, ma è fondamentale comunicare la volontà di recedere nelle modalità previste dal venditore.

Nel caso di mancata consegna o rifiuto della merce, è importante sapere che il rifiuto del pacco è considerato legittimo solo se preceduto dalla comunicazione del recesso. In caso contrario, il venditore mantiene il diritto al pagamento.

Per quanto riguarda i rimborsi, invece, per gli acquisti pagati in contrassegno si seguono le regole stabilite dal Codice del Consumo. Se siamo venditori, dobbiamo specificare chiaramente queste procedure nei Termini e Condizioni di vendita, nella scheda prodotto e nell’email di conferma dell’ordine. Il cliente deve comunicare la volontà di recedere dall’acquisto entro 14 giorni dalla ricezione della merce.

Per quanto riguarda i tempi, il rimborso viene generalmente elaborato entro 7 giorni lavorativi dalla data dell’incasso. Nel caso di pagamenti del contrassegno, solitamente i rimborsi vengono gestiti attraverso bonifico bancario.

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