Pagamenti in contanti, dal 1° gennaio 2022 entra in vigore il nuovo limite: cosa succede se si superano i 1.000 euro? Vediamo gli importi delle sanzioni e quando scattano i controlli.
Cosa succede se si superano i 1.000 di pagamenti in contanti? Il nuovo limite entrerà in vigore a partire dal 1° gennaio 2022, così come previsto dal decreto Fiscale collegato alla Legge di Bilancio 2020.
Sono quasi due anni, infatti, che la soglia massima consentita per i pagamenti in denaro contante viene man mano abbassata: attualmente il limite è di 2.000 euro, ma ancora per poco. Dal 2022 la soglia viene dimezzata, e chi non rispetta la nuova regola va incontro a due tipi di conseguenze.
La prima consiste nella sanzione amministrativa: si dovrà pagare una somma, più pesante per i professionisti che non segnalano le violazioni all’Agenzia delle Entrate. La seconda conseguenza invece prevede una maggiore esposizione al rischio di finire sotto la lente d’ingrandimento del Fisco.
Pagamenti in contanti: cosa succede se si superano i 1.000 euro dal 2022? Le sanzioni
I pagamenti stanno per subire una rivoluzione, visto che la nuova soglia massima per le operazioni in contanti sta per essere dimezzata. Dal 1° gennaio 2022 non si potranno dare oltre 999,99 euro in contanti né a un’azienda né a un’altra persona. Sono comprese, meglio specificarlo, anche le donazioni di soldi ai figli (o a qualsiasi altro parente).
Dal punto di vista pratico significa che per le operazioni di acquisto di un bene o servizio, pagamento per il compenso di un professionista, o semplice regalo, per un importo che superi i 999,99 euro, devono essere usati mezzi tracciabili, come un bonifico bancario o postale oppure un assegno, la carta di credito o debito, le carte prepagate e il bancomat.
Le conseguenze per chi non si attiene al nuovo limite (che torna a essere quello del Governo Monti nel 2011) sono serie. Partiamo dalle sanzioni:
Le sanzioni in caso di violazione del limite all’uso dei contanti sono state recentemente riformate dal D.Lgs. 90/2017. La sanzione minima applicabile è pari all’importo fissato come tetto massimo per i pagamenti in contanti, quindi:
- fino al 31 dicembre 2021 è 2.000 euro;
- dal 1° gennaio 2022 è 1.000 euro.
Il discorso però è diverso per i professionisti che non segnalano le irregolarità agli uffici territoriali dell’Agenzia delle Entrate: per queste categorie, le sanzioni sono molto più salate, e vanno da un minimo di 3.000 euro a un massimo di 15.000 euro.
Pagamenti in contanti, i controlli fiscali per chi supera il limite di 1.000 euro
Il limite che si applica alle transazioni non riguarda i versamenti sul conto corrente e i prelievi: nel primo caso, si tratta di un’operazione che viene tracciata, mentre il secondo caso riguarda lo stesso soggetto, quindi non c’è un passaggio di contanti tra due persone o una persona un’azienda.
In ogni caso però è bene sapere che per le operazioni superiori al limite consentito, quindi 999,99 euro dal 1° gennaio 2022, la banca può chiedere all’utente di giustificare l’operazione. In base alla risposta dell’utente, la banca deciderà se segnalare o meno l’operazione all’Unità di Informazione Finanziaria (UIF) di Banca d’Italia.
Oltre al rischio di venire sanzionati, un’altra conseguenza è quella di finire nel mirino dell’Agenzia delle Entrate, in particolare per i controlli antiriciclaggio.
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