Orcel, per UniCredit “Banco BPM capitolo chiuso”. Stoccata a frase Giorgetti, “inaccettabile”

Laura Naka Antonelli

12 Novembre 2025 - 17:36

Andrea Orcel spiega il motivo per cui la banca ha deciso di fare ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del TAR su golden power applicato al dossier UCG-BPM.

Orcel, per UniCredit “Banco BPM capitolo chiuso”. Stoccata a frase Giorgetti, “inaccettabile”

Banco BPM è un capitolo chiuso. Punto. Lo ha rimarcato il CEO di UniCredit Andrea Orcel, parlando oggi a Milano nel corso di un evento organizzato dall’agenzia di stampa Bloomberg, ricordando i motivi per cui la partita di risiko bancario che aveva lanciato quasi un anno fa, il 25 novembre 2024, lanciandosi alla conquista di Piazza Meda, si è conclusa con un grande flop.

Abbiamo chiuso il capitolo Banco BPM ”, ha detto Andrea Orcel, aggiungendo che “abbiamo chiuso quel capitolo per alcuni motivi che non avrebbero dovuto esistere”.

Il riferimento è stato ovviamente alle prescrizioni che il governo Meloni ha imposto a UniCredit attraverso l’esercizio del golden power sul dossier bancario.

Sono stati quei paletti a convincere il banchiere romano a chiudere il capitolo Banco BPM alla fine di luglio, ritirando l’offerta precedentemente promossa sull’istituto di credito guidato dall’AD Giuseppe Castagna. Paletti che il governo Meloni ha sempre difeso, come è emerso dalle dichiarazioni rilasciate diverse volte dal ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti.

Giorgetti e la difesa a spada tratta del golden power su UniCredit-BPM. Il riferimento alla sicurezza nazionale

Così lo scorso 10 ottobre, quando erano passati più di due mesi dalla fine del dossier UniCredit-Banco BPM il titolare del Tesoro, nel commentare la possibilità di una procedura di infrazione contro l’Italia da parte della Commissione europea, a causa del decreto con cui il governo Meloni ha deciso di ricorrere al golden power per bloccare, alla fine riuscendoci, il tentativo di Orcel di conquistare la banca rivale:

Dico semplicemente che il Governo applica una legge esistente ”, aveva detto Giorgetti, riferendosi all’utilizzo del golden power, poi aggiungendo: “Se si vuole modificare la legge, lo fa il Parlamento, non il Governo. L’opinione del Governo è che è giusto stabilire e delimitare le competenze della stabilità finanziaria alla Banca Centrale Europea e della tutela della concorrenza del mercato all’Unione Europea”, aveva affermato il numero uno di Via XX Settembre. Che, a difesa dell’operato di Palazzo Chigi, aveva poi invocato l’esigenza di tutelare la sicurezza nazionale.

Giorgetti aveva di fatto sottolineato che “ la sicurezza nazionale, finanziaria ed economica è esclusiva competenza dello Stato nazionale e questa intendiamo in qualche modo difenderla”. Motivazione che aveva già presentato qualche mese prima, agli inizi di maggio, quando aveva tirato fuori la questione della sicurezza nazionale:

“Bruxelles ha delle competenze in materia bancaria di concorrenza. Sulla sicurezza nazionale decide lo Stato italiano e non l’Europa fino a questo momento”.

Orcel VS golden power: Noi una minaccia per la sicurezza nazionale? Inaccettabile

Contro questo tirar fuori la questione della sicurezza nazionale si è scagliato oggi Orcel, parlando di dichiarazioni “inaccettabili”.

Così oggi, martedì 12 novembre 2025 nel corso dell’evento organizzato da Bloomberg e nello spiegare il motivo per cui UniCredit ha deciso di fare ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del TAR sul golden power esercitato da Meloni, dopo quanto era emerso da alcune indiscrezioni circolate negli ultimi giorni:

Probabilmente la cosa per noi più importante è che non possiamo accettare l’affermazione secondo cui saremmo una minaccia per la sicurezza nazionale, perché non lo siamo”, ha affermato il “Ronaldo dei banchieri”, così come è stato ribattezzato.

Ancora, nello spiegare il motivo per cui Piazza Gae Aulenti ha deciso di presentare ricorso in appello al Consiglio di Stato, Orcel ha sottolineato che “direi quasi che (il ricorso in appello) è un atto dovuto ”, in quanto “il CDA della banca ha il dovere di tutelare UniCredit”.

Dunque, “abbiamo il dovere di chiudere il cerchio su quanto è accaduto. Non c’è nessuno scontro: vogliamo solo chiudere il cerchio ”, ed è dunque “importante ottenere una chiarezza giuridica, in un modo o nell’altro”.

Orcel ha tenuto tra l’altro a precisare che UniCredit è “ la banca che dispone di più opzioni di M&A , in quanto siamo presenti in 13 mercati, ma siamo disciplinati nel non deludere gli azionisti, quindi non faremo operazioni che non creano valore”.

Acquisti sulle azioni di UniCredit , che avanzano di oltre il 2% sul Ftse Mib di Piazza Affari.

Iscriviti a Money.it