Nuovo concorso scuola per diventare insegnanti: le parole del MIUR sui vantaggi del reclutamento

Simone Micocci

29 Maggio 2017 - 14:02

Concorso scuola 2018, FIT e formazione docenti: così il decreto attuativo della Buona Scuola rivaluterà il ruolo degli insegnanti. Le parole del Sottosegretario al MIUR, Angela D’Onghia.

Nuovo concorso scuola per diventare insegnanti: le parole del MIUR sui vantaggi del reclutamento

Concorso Scuola 2018, FIT e nuovo reclutamento insegnanti: sono arrivate le parole della sottosegretaria al MIUR, la senatrice Angela D’Onghia (Partito Democratico) a fare chiarezza su uno dei decreti attuativi della Buona Scuola pubblicato nelle scorse settimane in Gazzetta Ufficiale.

Stiamo parlando del decreto che riforma il reclutamento docenti per la scuola secondaria di primo e secondo grado, sostituendo l’abilitazione del TFA con il FIT, il percorso triennale di formazione, inserimento e tirocinio. Una novità che continua a dividere gli aspiranti docenti di ruolo: infatti, mentre chi è appena laureato vede del nuovo concorso scuola un un’ottima opportunità di lavoro, chi da anni è precario nelle scuole la pensa diversamente.

Infatti, dopo anni spesi per prendere l’abilitazione, e diverse supplenze ricoperte, i precari non ritengono accettabile il dover seguire un ulteriore tirocinio, tra l’altro sottopagato, per diventare insegnanti.

Ormai però il nuovo reclutamento è realtà, quindi non resta che attendere l’entrata in vigore delle nuove regole per vedere se effettivamente, come assicurato a più riprese dal MIUR, in questo modo si andrà a ridurre l’annoso problema del precariato.

A tal proposito nelle ultime ore sono arrivate le parole del Sottosegretario al MIUR, Angela D’Onghia, a sottolineare l’importanza del nuovo percorso di reclutamento e a metterne in risalto i vantaggi per coloro che sognano di lavorare nelle scuole come insegnanti di ruolo.

Ecco cosa ha detto la D’Onghia in merito al nuovo concorso scuola, al FIT e ai benefici del decreto che riforma il reclutamento per la scuola secondaria di I° e II° grado.

Concorso Scuola 2018, nuovo reclutamento e FIT: le parole del MIUR

Con l’approvazione del decreto attuativo della legge 107/2015 (Buona Scuola) per la formazione insegnanti, la qualità del sistema di istruzione del nostro Paese si adegua “a standard e ad obiettivi internazionali”.

Lo ha dichiarato la senatrice Angela D’Onghia, la quale ha espresso la propria soddisfazione per il percorso iniziato dall’ex Ministra dell’Istruzione Stefania Giannini e portato a termine da Valeria Fedeli.

La D’Onghia, la quale è stata sottosegretaria anche per la precedente amministrazione Giannini, ha sottolineato l’importanza del nuovo percorso con il quale il personale docente è “collocato al centro del progetto di rilancio del sistema formativo”.

L’obiettivo primario di questo nuovo percorso non è solamente quello di ridurre il precariato, ma anche di fare in modo che con il passare degli anni non se ne vengano a creare di altre. È per questo che c’è stato bisogno di ridisegnare l’istruzione professionale a partire dal reclutamento, dando alla scuola italiana degli “orizzonti certi e percorsi definiti”.

Dopotutto la crescita di un Paese”, ha ricordato la senatrice D’Onghia, “passa anche attraverso competenze e formazione di qualità che possono renderci competitivi nel mercato del lavoro”.

Concorso Scuola 2018, nuovo reclutamento e FIT: gli obiettivi del MIUR

Il progetto del MIUR consiste nello svuotare le sacche di precariato, partendo dall’assunzione di tutto il personale docente iscritto alle Graduatorie ad Esaurimento, nel giro di 4 o 5 anni.

Dopodiché, grazie all’entrata a regime del nuovo percorso l’assunzione degli insegnanti dovrebbe essere più semplice. Senza dimenticare che a chi vuole diventare insegnante non verrà più richiesto di spendere più di 2.000 euro per il conseguimento di un’abilitazione che non assicura il posto di ruolo, poiché la formazione avverrà solamente dopo aver superato un concorso.

Il nuovo concorso scuola, di cui il primo sarà bandito nel 2018, avrà cadenza biennale e sarà aperto ai laureati che hanno conseguito i 24 CFU in settori formativi psico-antropo-pedagogici o nelle metodologie didattiche.

Solo chi supera il concorso avrà accesso al FIT, il periodo di formazione triennale valido per il conseguimento dell’abilitazione all’insegnamento. Anziché pagare, quindi, chi vuole diventare docente di ruolo riceverà una retribuzione, anche se inizialmente sarà piuttosto bassa.

Per chi è già abilitato, o per chi ha 36 mesi di servizio alle spalle, invece, sono previsti dei percorsi agevolati, grazie ai quali saranno esonerati da alcune prove del concorso e dagli anni del tirocinio.

Tutti gli insegnanti saranno comunque valutati in maniera approfondita nel corso del periodo formativo, e solo se otterranno una valutazione positiva saranno immessi in ruolo. Questo è uno degli aspetti che il MIUR dovrà chiarire nei prossimi mesi: gli insegnanti infatti temono che la valutazione avvenga in maniera del tutto soggettiva.

Infine la Sottosegretaria ha concluso dicendosi soddisfatta per gli ultimi investimenti del Governo sulla scuola. “Investire nella formazione vuol dire investire nei ragazzi e quindi nel futuro” ha infatti sottolineato la sottosegretaria, la quale ha aggiunto che la formazione dovrà essere al passo con i cambiamenti della società, così da ridare agli insegnanti il giusto valore in merito al ruolo che ricoprono nella società.

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