Non pensare solo al BTP Valore. Questi 2 titoli di Stato a 7 anni hanno cedola fissa del 5,25% e 4,25%

Stefano Vozza

24 Ottobre 2025 - 07:52

Confronto tra obbligazioni sovrane anche in valuta estera e con strutture dei rendimenti fisse e ferme e fisse e crescenti

Non pensare solo al BTP Valore. Questi 2 titoli di Stato a 7 anni hanno cedola fissa del 5,25% e 4,25%

In 7 anni e a parità di asset si possono perseguire una molteplicità di situazioni e soluzioni differenti. Basta variare emittente e/o valuta e/o tassi nominali annui per ottenere risultati differenti, a tratti anche di una certa consistenza. Vediamo al riguardo 2 titoli di Stato a 7 anni a cedola fissa del 5,25% e 4,25% diversi dal BTP Valore.

Il payout del bond retail a tassi fissi e crescenti

Partiamo dal bond retail targato MEF in corso di collocamento, ossia il neo Valore ’32. Sintetizziamone i punti salienti in termini di payout. La cedola è fissa e crescente (stacco ogni 3 mesi) secondo una sequenza di step 3-2-2, con tasso nominale annuo del 2,60% p.a. nel 1°, del 3,10% nel 2° e del 4% nel 3°. A scadenza ci sarà anche il premio fedeltà finale dello 0,80% ma solo per gli acquirenti iniziali. Sommando tutto e dividendo per 7 si ottiene una cedola media ipotetica ponderata del 3,257%.

Per ottimizzare il ritorno bisognerebbe acquistarlo tra 10, 20 o 100 giorni sotto la parità a un prezzo pari da compensare due componenti perse. Uno, lo 0,8% di premio finale, poi i 10/20 € di commissioni d’acquisto assenti invece dal 20 al 24 (le paga il MEF in nome e per conto del cliente). Ad esempio un acquisto a 97 tra 2 mesi sarebbe fantastico, ma al 99% irrealizzabile date le attuali condizioni di mercato. I rendimenti non stanno salendo, anzi, e in più lo yield medio del Valore è a premio sul pari durata a cedola fissa.

L’obbligazione in valuta a prezzo poco sopra la pari

Sempre su un orizzonte a 7 anni ecco lo “United Kingdom Fx 4.25% Jun32 Gbp”, il bond emesso dal Regno Unito in scadenza il 07/06/2032. Il titolo ha matricola ISIN GB0004893086, è quotato in sterline inglesi e negoziato sul MOT di Borsa Italiana. Il payout è fisso e costante al 4,25% annuo lordo (ritenuta fiscale al 12,50%) con liquidazione interessi ogni 6 mesi. L’effettivo a scadenza è tuttavia inferiore al 4,15% lordo per via del prezzo a 101. Fino a 10 giorni fa lo si acquistava in area 100, mentre i valori min/max annui sono stati a 97,59 e 102,12 GBP.

La duration modificata è del 5,5, mentre sul MOT il bond soffre tanto in termini di liquidità. Gli scambi sono rarefatti malgrado lo yield interessante, la solidità emittente e la durata residua non eccessiva. Per esempio il BTP 10y, quindi con 3 anni di vita in più del Gilt Fx 4.25% Jun32, oggi rende il 3,35%.

Rispetto al Valore ’32 il Gilt rende sul 6% lordo complessivo in più, ma ha un’altra variabile di non poco conto: il cambio €/£. A scadenza o alla data di rivendita la sterlina potrebbe apprezzarsi sull’euro facendo crescere il ritorno dell’operazione. In caso inverso le cedole serviranno a coprire le perdite, fino a rendere negativo lo yield nei casi estremi.

2 titoli di Stato a 7 anni a cedola fissa del 5,25% e 4,25% diversi dal BTP Valore

Se il bond in valuta estera genera tensioni allora ecco quello in euro emesso da uno Stato sovrano non facente parte dell’Eurozona, la Romania. L’obbligazione ha ISIN XS2829209720, è in euro ed è nata un anno fa e scadrà il 30 maggio del 2032, quasi 5 mesi di vita in meno rispetto al Valore ’32.

Ancora, paga una cedola annua (periodicità annua) del 5,25% del valore nominale del prestito sottoscritto. L’effettivo a scadenza tuttavia scende al 5,08% (dati: Borsa Italiana) per via del prezzo a 101,2, ma nel complesso si mantiene forte se si considera la scadenza a quasi 6 anni e mezzo. Rispetto al Valore ’32 qui c’è un guadagno lordo complessivo del 12% circa in più sul primo, davvero non male. Infine c’è che il titolo gode di discreti scambi sul MOT (non tantissimi ma neanche rarefatti come il Gilt precedente) e ha una duration del 5,4.

Di contro si scontra con un maggior rischio emittente misurato in termini di economia nazionale, rischi politici e geopolitici. Il Paese caucasico soffre di saldi commerciali e valutari cronicamente negativi e di dati macro economici non sempre brillanti, anzi. Poi c’è che di fondo non ha una moneta nazionale forte come l’euro (la valuta nazionale è il Leu rumeno) e una banca centrale “potente” come la BCE. Infine aldilà del suo confine orientale è ancora in atto l’attacco dell’esercito russo sull’Ucraina, ed è un altro filone di problemi.

Rischio o rendimento?

Morale, molti passaggi della vita interna del Paese si riflettono e sono prezzati nei suoi titoli del debito pubblico.
Il cassettista che ricerca la tranquillità dovrebbe optare per il Valore ’32 senza tanti indugi. Il Romania Fx 5,25 May32 sarà pure più generoso, ma il suo rischio mercato non è da meno. Giusto per avere un’idea al riguardo, il suo prezzo minimo annuo è stato a 91,76, davvero tanto se si pensa alla ricca cedola nominale annua.

Se quest’ultima fosse stata associata a un BTP o a un Bund pari durata (e valuta, ovviamente) al 99% non si sarebbero toccati quei prezzi. Del resto il 1° step del Valore 2032 paga solo il 2,60% e, nei calcoli dell’emittente, dovrebbe garantire la più o meno tenuta dei corsi alle attuali condizioni di mercato. Un payout che, nei fatti, è la metà di quel 5,25% dell’obbligazione rumena.

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