NoiPa, come rinunciare al taglio del cuneo fiscale in busta paga e perché

Simone Micocci

21 Maggio 2025 - 13:05

Su NoiPa è disponibile la procedura per rinunciare al taglio del cuneo fiscale in busta paga. Un’opzione che in determinati casi è consigliata, scopriamo perché.

NoiPa, come rinunciare al taglio del cuneo fiscale in busta paga e perché

Su NoiPa, il portale che gestisce le retribuzioni dei dipendenti pubblici, è comparsa una nuova funzione con la quale il lavoratore può scegliere se rinunciare o meno ai benefici del taglio del cuneo fiscale in busta paga.

Come abbiamo già avuto modo di spiegare, infatti, dal mese prossimo cambiano le regole per il calcolo dello stipendio dei dipendenti pubblici attraverso l’applicazione di un nuovo trattamento integrativo oppure a fronte dell’aumento della detrazione per redditi da lavoro dipendente. Un vantaggio fiscale che decorre da gennaio 2025, ragion per cui contestualmente in busta paga arrivano anche gli arretrati.

Ma se stiamo parlando di aumenti e arretrati, per quale ragione un lavoratore pubblico dovrebbe essere interessato a rinunciarvi? In realtà questa potrebbe essere una decisione più che consigliata al fine di evitare spiacevoli inconvenienti alla fine dell’anno.

Le regole utilizzate per valutare se il bonus spetta, e di che importo si tratta, non escludono infatti il rischio di un calcolo “errato” da parte di NoiPa, con la possibilità che in un secondo momento - in sede di conguaglio fiscale - il lavoratore sia costretto a restituire tutta o una parte di quanto ricevuto, con esborsi che nel peggiore dei casi possono raggiungere anche i 1.000 euro.

Ecco perché è importante essere lungimiranti e consapevoli che alcuni fattori possono determinare la perdita del bonus in busta paga con conseguente obbligo di restituzione. A tal proposito, ecco chi dovrebbe effettivamente rinunciare al cuneo fiscale in busta paga, come fare e quali sono le conseguenze di una tale procedura.

Chi dovrebbe rinunciare al cuneo fiscale in busta paga

Come prima cosa è bene ricordare cosa si intende con il taglio del cuneo fiscale. Si tratta di una serie di agevolazioni fiscali introdotte in legge di Bilancio per sostituire lo sgravio contributivo che era in busta paga lo scorso anno.

Nel dettaglio, il legislatore è intervenuto per abbattere la quota Irpef a carico del lavoratore attraverso una serie di misure: da un trattamento integrativo, calcolato in percentuale sul reddito percepito fino a un massimo di circa 80 euro al mese, per chi guadagna fino a 20.000 euro, mentre sopra questa soglia scatta un aumento della detrazione da lavoro dipendente fino a un massimo di 1.000 euro l’anno, valore che si riduce tra i 35.000 e i 40.000 euro fino ad arrivare a zero.

Per maggiori informazioni sugli importi potete consultare il nostro articolo di approfondimento.

Il reddito preso in considerazione per l’attribuzione delle agevolazioni è quello complessivo percepito nel corso del 2025. Ciò significa che in fase di assegnazione viene stimato un reddito presunto e sulla base di questo viene calcolato il bonus spettante.

Già qui è facile comprendere qual è il problema che può sorgere: NoiPa, infatti, non può prevedere se nei mesi successivi ci sono maggiori guadagni che andranno a incidere positivamente sul reddito - ma negativamente sul bonus - né tantomeno se il lavoratore possiede altri redditi che possono determinare il superamento delle soglie previste.

Ecco perché chi prevede che nei prossimi mesi beneficerà di un aumento di stipendio, come pure coloro che hanno altri redditi non comunicati a NoiPa, dovrebbero riflettere sulla possibilità di rinunciare, almeno per adesso, all’applicazione del cuneo fiscale in busta paga.

Farlo è molto semplice e soprattutto non esclude che si possa godere dei vantaggi fiscali in un secondo momento.

Come rinunciare al cuneo fiscale in busta paga

In virtù di quanto appena detto, NoiPa ha integrato nell’area personale di ogni singolo lavoratore, un servizio utile a comunicare la propria intenzione di non beneficiare del bonus, almeno per adesso.

Nel dettaglio, basta accedere alla propria area personale - attraverso le apposite credenziali - e selezionare la voce “stipendiali” dal menù dei “servizi”. Qui trovate le opzioni “gestione benefici fiscali”, dove è presente l’elenco dei bonus applicati in busta paga a cui volendo potete rinunciare.

In questo caso le voci che interessano sono due:

  • la seconda, riferita al trattamento integrativo per chi guadagna fino a 20.000 euro;
  • la terza, per l’aumento della detrazione per redditi da lavoro per i redditi tra 20.000 e 40.000 euro.

Selezionate quella che vi interessa e nel passaggio successivo indicate il codice Otp che avete ricevuto. A questo punto potete dire “addio” al bonus in busta paga, almeno per il tempo utile ad avere più chiaro il reddito percepito.

Attenzione, per la rinuncia del cuneo giù in busta paga a giugno è necessario completare la procedura entro il 25 maggio 2025. Altrimenti questo viene tolto dal mese successivo a quello in cui ne è stata data la comunicazione.

Che fine fa il bonus in caso di rinuncia

Come abbiamo sottolineato, la rinuncia comporta solamente la non applicazione del bonus in busta paga. Non significa perderlo definitivamente, in quanto il lavoratore ne mantiene il diritto.

Semplicemente se ne rimanda la fruizione alla fine dell’anno, quando il reddito percepito sarà chiaro e definitivo e pertanto è possibile quantificare con esattezza quanto spetta.

Nel dettaglio, le somme non percepite vengono indicate in Certificazione Unica e in sede di dichiarazione dei redditi, quindi nel 2026, possono essere recuperate. Queste verranno erogate in fase di conguaglio, a partire da luglio 2026, e non ci sarà alcun rischio di dover restituire eventuali indebiti.

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