Giorgetti dice no alla rottamazione, preferisce la pace fiscale, ma solo con chi vuole mettersi in regola con il Fisco. Per tutti gli altri sarà guerra. Vediamo le ultime dichiarazioni.
La rottamazione non è mai piaciuta al ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti che non lo ha mai nascosto, ma un intervento nella prossima Legge di Bilancio dovrebbe esserci, insieme a un intervento sull’Irpef per il ceto medio. Il costo stimato per le due misure è piuttosto alto (si parla di quattro miliardi di euro) e le risorse a disposizione non sono molte.
L’esecutivo non ha mai dato per certi gli interventi: realizzare la rottamazione quinquies così come descritta fino a ora e l’abbassamento di due punti percentuali dell’Irpef sembrano obiettivi irraggiungibili.
Rottamazione, no grazie
Lo scorso sabato, dal festival Open di Parma, Giorgetti ha risposto in modo indiretto alle pressioni di Matteo Salvini sulla rottamazione dicendo che è una misura che a lui non piace. Un no, anche se molto velato, alla rottamazione quinquies con un messaggio implicito: aiutare chi vuole mettersi in regola con il Fisco a condizioni sostenibili, ma senza scorciatoie per i furbetti.
Il ministro più che di rottamazione preferisce parlare di pace fiscale, ma solo con chi vuole farla, mentre per tutti gli altri ci si dovrà aspettare un po’ di guerra.
Giorgetti parla di una pace fiscale con rate sostenibili, e qui forse si ricollega alla rottamazione quinquies con 120 rate. La tregua fiscale deve permettere a chi lo desidera di sanare la propria situazione debitoria con il Fisco, ma non deve essere una misura che consenta ai furbetti di approfittare dei benefici accessori che una sanatoria comporta.
Si era parlato diffusamente, nelle ultime settimane, degli esclusi dalla rottamazione quinquies e dei possibili requisiti che la misura avrebbe richiesto, ma per ora non c’è ancora nulla di certo.
Cosa aspettarsi dalla Manovra?
Le due misure principali da inserire nella Legge di Bilancio 2026 sono proprio la rottamazione (o sanatoria, visto che il ministro preferisce non chiamarla rottamazione) e il taglio dell’Irpef al ceto medio. Se da un lato c’è l’intenzione di ridurre la pressione fiscale su chi guadagna più di 28.000 euro, dall’altra si vuol fornire ai cittadini con cartelle esattoriali una soluzione che permetta, al tempo stesso, anche di smaltire il magazzino della Riscossione.
Entrambe le misure devono fare i conti con le poche risorse a disposizione e l’equilibrio dei conti pubblici e proprio per questo Giorgetti non promette nulla, anche se la riduzione del carico fiscale resta una delle priorità. Le intenzioni del Governo sono chiare, ma restano soltanto dichiarazioni di intenti che non chiariscono in alcun modo come saranno realizzate le misure che dovranno adattarsi, per forza di cose, alle risorse messe a disposizione.
La sanatoria auspicata da Giorgetti potrebbe essere affiancata da maggiori controlli per contrastare l’evasione fiscale, in modo che si faccia la pace fiscale con chi vuole ridurre i propri debiti e la guerra con chi evade le tasse.
Per capire se e come sarà attuata la rottamazione delle cartelle non resta che attendere la prossima Legge di Bilancio, ma molto probabilmente non si tratterà della misura narrata fino a ora.
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