La rottamazione quinquies che dovrebbe essere attuata nel 2026 non sarà erga omnes (aperta a tutti) e potrebbe prevedere due requisiti che escluderebbe molti contribuenti. Vediamo le ipotesi.
La rottamazione quinquies si avvicina, visto che in base alle ultime indiscrezioni dovrebbe essere contenuta nella Legge di Bilancio 2026. La nuova sanatoria è molto attesa dai cittadini poiché fin dal suo annuncio è stata illustrata come la rottamazione definitiva, quella flessibile che dovrebbe essere diversa dalle precedenti versioni grazie al maggior numero di rate previste e al piano di ammortamento più lungo.
La rottamazione del 2026 viene vista come l’opportunità concreta per chiudere i debiti con il Fisco, ma la sua attuazione potrebbe deludere molti contribuenti. Le coperture a disposizione, e questa non è una novità, sono piuttosto limitate e questo potrebbe comportare l’attuazione di una pace fiscale in dieci anni rivolta solo a pochi. Vediamo quello che già si sa della nuova sanatoria e quello che si potrebbe supporre sulle regole di accesso.
La Rottamazione quinquies, come funzionerà?
La rottamazione quinquies è una misura proposta dalla Lega per essere inserita nella Legge di Bilancio 2025. A seguito dell’esclusione della misura dalla Manovra, però, la Lega ha presentato una proposta autonoma e a oggi, sembrerebbe candidata a essere inserita nella prossima manovra di fine anno.
Anche con la rottamazione quinquies si pagherà solo il debito iniziale senza la maggiorazione di sanzioni e interessi, ma la proposta per la nuova sanatoria prevede anche tre grandi novità rispetto alle quattro edizioni precedenti:
- 120 rate mensili per saldare il debito, invece delle 18 previste nelle edizioni precedenti;
- piano di ammortamento in 10 anni, anziché in 5 anni;
- decadenza che scatterebbe solo dopo il mancato pagamento di otto rate, in luogo di quella prevista dalle altre rottamazioni in cui bastavano soltanto cinque giorni di ritardo su una rata.
Con queste regole chiunque, anche chi ha debiti di importo abbastanza elevato, riuscirebbe a sanare la propria situazione debitoria: basti pensare che, se dilazionato in 120 rate, anche un debito di 50.000 euro diventa sostenibile (416 euro al mese per 10 anni).
I due requisiti della rottamazione
Il problema principale della rottamazione è che non ci sono abbastanza coperture per attuare la misura: con una sanatoria, infatti, le casse dello Stato hanno un gettito più basso (si rinuncia a sanzioni e interessi che rientrano nella cartella esattoriale) e, quindi, per l’attuazione servono stanziamenti finanziari.
Come ben sappiamo, per ogni misura si devono fare bene i conti e lo Stato non si può permettere una rottamazione aperta a tutti: i costi sarebbero troppo elevati. Proprio per questo è probabile che la nuova sanatoria preveda dei paletti. Le dichiarazioni del viceministro Maurizio Leo fanno intuire quali potrebbero essere i criteri di accesso.
Le precedenti edizioni della rottamazione, in molti casi, sono state sfruttate anche da chi non era intenzionato a pagare solo per ritardare le azioni esecutive come pignoramento e fermo amministrativo. Questa volta, però, si vuole riservare la misura a chi ha reale volontà di saldare i debiti ma si trova in difficoltà economica e proprio per questo per poter accedere alla rottamazione sarà necessario dimostrare la propria situazione di difficoltà economica. La rottamazione quinquies non sarà accessibile a chi ha la capacità economica ma non intende saldare i debiti.
Il secondo requisito importante è riferito all’importo del debito: per i debiti di importo modesto, una dilazione decennale risulterebbe sproporzionata. Proprio per questo motivo si sta avanzando l’ipotesi di ammettere alla dilazione lunga solo i debiti di importo più elevato. Le ultime indiscrezioni parlano di una rottamazione in 120 rate solo per i debiti di importo superiore a 50.000 euro, con l’obbligo di versare anche un anticipo.
Questo, ovviamente, non significa che i contribuenti in difficoltà e con debiti più esigui non potranno accedere alla nuova pace fiscale, ma solo che, molto probabilmente, non potranno dilazionare il debito in 10 anni.
Nelle ultime settimane è spuntata anche l’ipotesi di un saldo e stralcio nella rottamazione quinquies che permetterebbe la cancellazione (totale o parziale) dei debiti con importo più basso. Molto probabilmente, il saldo e stralcio seguirà le regole già previste negli anni passati: le cartelle esattoriali più vecchie e con importi meno elevati (nel 2023 la misura ha coinvolto le cartelle con importo fino a 1.000 euro) che per il Fisco è più conveniente cancellare piuttosto che riscuotere.
La rottamazione quinquies è stata definita come la sanatoria a due velocità:
- tempi più lunghi e un maggior numero di rate per i debiti di importo più alto;
- molto probabilmente tempi più corti per i debiti più esigui con saldo e stralcio per quelli più bassi e più vecchi.
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