La nuova rottamazione quinquies delle cartelle esattoriali prende forma e diventa sempre più reale dopo le parole del Ministro dell’Economia. Vediamo i dettagli e quando arriverà la sanatoria.
Per chi attende la rottamazione quinquies delle cartelle esattoriali potrebbero esserci buone notizie. Giorgia Meloni ha affermato che il governo è favorevole a tagliare le tasse al ceto medio e le fa eco Antonio Tajani il quale ribatte che, pur non essendo contrario alla rottamazione, si tratta di un intervento una tantum, mentre l’aiuto al ceto medio resta una priorità.
Sono forse svanite le speranze per chi attende la nuova pace fiscale per sistemare i propri debiti con il Fisco?
Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha dichiarato che i tempi ci sono per inserire la nuova rottamazione nella Legge di Bilancio 2026. Il messaggio politico di Salvini è abbastanza chiaro: la rottamazione deve essere un intervento complementare agli altri progetti contenuti nella riforma fiscale. Il vice premier sottolinea che
“Si tratta di salvare la vita a milioni di italiani che hanno avuto difficoltà, e che potrebbero saldare il debito in dieci anni e tornare a lavorare e a pagare tutto”.
Il sì di Giorgetti alla rottamazione quinquies
La strategia di Matteo Salvini poggia su un sostegno abbastanza pesante, quello di Giancarlo Giorgetti. Anche se il ministro non ha mai nascosto di avere dubbi su misure spot, afferma che la sanatoria rientra nel programma e che “Ora serve lavorare sui dati e sulla proposta, poi ci sarà l’iter parlamentare”.
Per Giorgetti la pace fiscale deve rientrare in un disegno più ampio che ha diverse tappe:
- semplificazione;
- fiducia tra Stato e cittadini;
- ripartenza dell’economia reale.
Se la rottamazione quinquies rientra nel programma di Governo, deve essere realizzata e quanto affermato da Giorgetti non sembra essere soltanto un’apertura, quanto piuttosto una presa di posizione. E il ministro potrebbe essere proprio il garante della sostenibilità economica della misura. Per blindare la rottamazione anche da eventuali contestazioni da parte dell’Europa, Giorgetti chiarisce che non si tratta di un condono, ma di un intervento nel solco delle responsabilità.
A confermare le intenzioni anche il viceministro Maurizio Leo:
“Anche il ministro Giorgetti ha detto che questo è un tema che, magari indipendentemente da quello che sarà l’esame della commissione, potrà essere affrontato in modo più completo e appropriato con la prossima Legge di Bilancio”.
Ovviamente se la misura rientrerà nella Manovra di fine anno, potrebbe ricalcare quella del 2023, con domanda di adesione entro il 30 aprile 2026, comunicazione delle somme dovute entro il 30 giugno 2026 e pagamento della prima o unica rata entro il 31 luglio del prossimo anno.
La nuova rottamazione
Considerando che la proposta di rottamazione quinquies va interamente riscritta (le scadenze sono ormai obsolete e va previsto un nuovo piano per la presentazione della domanda di adesione), non ci sono certezze ufficiali su come sarà la nuova pace fiscale.
Alcuni dei pilastri che hanno contraddistinto la misura contenuta nella proposta, però sembrano blindati:
- la durata passa da 5 a 10 anni e le rate aumentano da 18 a 120 (cadenza mensile e non trimestrale);
- comporterà, come le altre rottamazione precedenti, la cancellazione di sanzioni e interessi;
- i grandi evasori saranno esclusi dalla nuova sanatoria;
- l’accesso alla rottamazione quinquies sarà vincolato alla regolarità futura nei versamenti.
In ogni caso la rottamazione quinquies non sarà una sanatoria generalizzata, ma destinata ai contribuenti “fragili ma in buona fede”. E il fatto che potrebbe comportare un gettito tra i 5 e i 7 miliardi nelle casse dello Stato entro tre anni è solo la ciliegina sulla torta.
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