Si parla sempre più insistentemente della rottamazione quinquies in 10 anni, ma la dilazione lunga potrebbe essere riservata solo ad alcuni contribuenti. Vediamo le novità che stanno trapelando.
La rottamazione quinquies delle cartelle esattoriali ormai è quasi una certezza. Sicuramente la misura, per la quale c’è molta attesa, non vedrà la luce nel 2025 e si vocifera che sarà inserita nella prossima Legge di Bilancio. La dilazione lunga, in 10 anni e in 120 rate, che è la novità più attesa, però, potrebbe non riguardare tutti i contribuenti, ma solo quelli con debiti più corposi.
L’attesa per la nuova pace fiscale potrebbe essere quasi giunta al termine, visto che la nuova sanatoria dovrebbe entrare in vigore il prossimo anno. La misura nella sua proposta originaria prometteva di essere la rottamazione definitiva che, grazie alla maggiore flessibilità e al piano di ammortamento più lungo, avrebbe permesso a tutti coloro che hanno debiti di sistemare le proprie pendenze con il Fisco.
La proposta di legge partiva da presupposti ottimi, ma bisogna sempre tenere presente che in Italia non tutto può essere realizzato con leggerezza, visto che è necessario mantenere sotto controllo i conti pubblici.
Non ci sono abbastanza coperture per attuare una rottamazione aperta a tutti e proprio per questo motivo il viceministro dell’Economia Maurizio Leo aveva annunciato che molto probabilmente saranno previsti dei paletti. Uno di questi riguarda gli importi: Leo ha fatto notare che dilazionare in dieci anni e in 120 rate un debito inferiore ai 1.000 euro avrebbe poco senso. Vediamo quali potrebbero essere le soluzioni per i piccoli debiti e chi saranno i grandi esclusi dalla rottamazione quinquies.
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Rottamazione quinquies in 120 rate, non per tutti
Se davvero, come ha detto Leo, per i debiti più piccoli non ci sarà possibilità di dilazione in 120 rate, come si potranno rottamare?
Sicuramente dilazionare 1.000 euro in 120 rate ha davvero poco senso visto che, senza contare gli eventuali interessi, la rata da versare avrebbe un importo inferiore a 8,50 euro. Significa che i piccoli debiti saranno esclusi dalla rottamazione quinquies? La risposta a questa domanda è no: non saranno esclusi, ma molto probabilmente la rateizzazione in 10 anni sarà concessa solo per debiti superiori a una determinata soglia.
Le ultime notizie trapelate vogliono una rottamazione in 10 anni solo per debiti di importo superiore ai 50.000 euro, lasciando esclusi dalla dilazione in 120 rate tutti i debiti di importo inferiore.
Ovviamente non sappiamo per certo che questa sia la decisione finale che adotterà il governo, ma è lecito dubitare che la dilazione lunga sarà prevista anche per i piccoli debiti.
Quello che è trapelato nelle ultime settimane, però, fa supporre che la nuova pace fiscale potrebbe essere a due vie, una per i grandi debiti e una per quelli di importo più modesto. Da una parte, infatti, si sta ipotizzando per i debiti superiori a 50.000 euro, oltre alla possibilità di rateizzazione in 10 anni, anche l’obbligo di versare un anticipo sul debito. Dall’altra parte, però, per i piccoli debiti potrebbe essere previsto il saldo e stralcio dell’importo da versare che potrebbe prevedere o la cancellazione automatica dei piccoli debiti o lo stralcio parziale delle somme. In ogni caso per avere certezza di come sarà pensata la pace fiscale è necessario attendere il testo definitivo della proposta di rottamazione quinquies.
I grandi esclusi dalla rottamazione quinquies
Il viceministro ha fatto sapere, inoltre, che la rottamazione quinquies non sarà per tutti. Sempre nell’obiettivo di risparmiare risorse si sta meditando sulla possibilità di escludere dalla sanatoria coloro che hanno le risorse economiche, ma risultano inadempienti. Questo anche per prevenire quella che è stata quasi una prassi nelle ultime edizioni della rottamazione: contribuenti che sfruttano l’adesione per posticipare le azioni esecutive.
Se questi contribuenti saranno esclusi dalla rottamazione in base a quello che si inserirà nel testo del provvedimento, però, ci sono altri contribuenti che saranno esclusi a priori. La legge 91 del 2022 prevede che coloro che sono decaduti da dilazioni concesse dopo il 16 luglio 2022 non possono più dilazionare il debito se prima non saldano tutte le eventuali rate scadute e non pagate.
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