Mosca ha lanciato dei missili ipersonici Kinzhal - potenzialmente anche nucleari - che sono stati intercettati dai Patriot americani: così la guerra diventa una sfida Usa-Russia.
In Ucraina la guerra è sempre più una sfida tra Stati Uniti e Russia, anche se a morire oltre ai soldati di Mosca sono i militari e i civili ucraini. Quasi quindici mesi dopo l’inizio dell’invasione ordinata da Vladimir Putin, il conflitto in corso sta vivendo un momento che potrebbe essere definito paradossale.
Se da un lato sul campo di battaglia da mesi stiamo assistendo a una guerra di attrito di novecentesca memoria - vedi le centinaia di chilometri di trincee scavate dai russi per frenare la controffensiva ucraina - dall’altro soprattutto nelle ultime settimane stiamo assistendo a un sempre maggiore utilizzo di armi moderne e iper-tecnologiche.
Esempio lampante sono i missili ipersonici Kinzhal, uno dei fiori all’occhiello dell’arsenale russo che viaggiando a una velocità cinque volte superiore a quella della suono possono trasportare potenzialmente anche delle testate nucleari.
Nella notte tra lunedì e martedì la Russia ha lanciato diciotto missili verso Kiev, di cui stando a quanto si apprende sei ipersonici. I Kinzhal però sarebbero stati tutti abbattuti dai Patriot - il sistema di difesa antimissilistico americano donato all’Ucraina - anche se una batteria sarebbe stata danneggiata ma non distrutta.
Ecco che la guerra in Ucraina così starebbe lentamente scivolando verso una escalation tecnologica-militare, il tutto mentre nelle trincee e nelle città sotto assedio i soldati sia russi sia ucraini continuano a morire a centinaia come avveniva nel secolo scorso.
In Ucraina è sempre più guerra Usa-Russia
Si scrive guerra in Ucraina ma si legge Usa contro Russia, con la Cina nelle vesti di convitato di pietra visto che in ballo non ci sarebbe tanto il destino del Donbass o di Kiev, ma le redini dell’ordine mondiale che i Brics vorrebbero soffiare all’Occidente.
La sfida tra i missili ipersonici Kinzhal e i sistemi di difesa Patriot sono la spia di come le truppe ucraine - incredibilmente valorose e coriacee - stiano svolgendo il “lavoro sporco” che in maniera diretta non possono sbrigare quelle Nato per non dare vita a una catastrofica terza guerra mondiale.
Dopo aver incassato la fornitura di tank e di sistemi di difesa antimissilistici, nel suo recente tour nelle principali cancellerie europee - Roma compresa - Volodymyr Zelensky ha strappato diverse promesse di ulteriori aiuti militari: in cambio nel Vecchio Continente già starebbero pensando alla succulenta torta della ricostruzione, una ricca corsa dove l’Italia però sembrerebbe essere in ritardo rispetto ai volponi francesi e tedeschi.
A generosità gli Stati Uniti non sono stati di certo da meno: solo nel primo anno di guerra, gli Usa hanno staccato assegni in favore di Kiev per un totale di oltre 70 miliardi di dollari, tanto che adesso Oltreoceano sono a rischio default visto che il tetto massimo al debito pubblico è stato raggiunto da mesi.
Una Ucraina sempre più armata però potrebbe spingere la Russia a usare tutte le armi a sua disposizione pur di non perdere la guerra: non solo i missili ipersonici, ma anche le migliaia di armi tattiche nucleari già pronte all’uso.
Lo spartiacque della guerra sarà così la controffensiva ucraina: se dovesse fallire allora a quel punto Kiev potrebbe essere spinta ad accettare un negoziato su basi poco favorevoli, al contrario se le truppe russe dovessero collassare a quel punto ogni scenario, anche il più catastrofico, non potrebbe essere escluso.
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