Sono stati usati i missili ipersonici Kinzhal in Ucraina. Lo conferma il ministero della Difesa della Russia. Il Kinzhal è una delle armi di sesta generazione: ecco cosa sono e come funzionano.
Missili ipersonici da una gittata e una potenza capaci di intensificare la crisi umanitaria e devastare ulteriormente l’Ucraina. I missili Kinzhal sono solo l’ultima arma impiegata dalla Russia di Putin per indebolire la resistenza ucraina. L’arsenale dispiegato dalla Russia si arricchisce sempre di più; dopo la minaccia nucleare, la possibilità di ricorrere alla bomba termobarica, la Russia è ricorsa ai missili ipersonici.
La conferma di aver utilizzato per la prima volta questi missili è giunta quest’oggi - 19 marzo. A riferirlo il ministero della Difesa russa, citato dalla Tass - l’agenzia di stampa ufficiale del Paese. Stando a quanto annunciato dal Ministero, i missili Kinzhal avrebbero distrutto nella notte tre sistemi missilistici di difesa aerea S-300 in dotazione alle truppe ucraine. Distrutti anche, attraverso l’utilizzo del sistema missilistico costiero Bastion, alcuni centri ucraini di radio e di intelligence della regione di Odessa.
Usati quindi per la prima volta sul campo da guerra, i missili ipersonici Kinzhal erano ben noti a tutto il mondo, quando il 1° marzo 2018 Putin li nominò tra le sei armi di “prossima generazione”. Con il passare dei giorni e l’intensificarsi della guerra in Ucraina, l’Unione Europea guarda quindi con preoccupazione alle nuove armi introdotte dalla Russia, senza contare le nuove minacce mosse dal gigante russo all’Ue e specialmente all’Italia.
Davanti a una simile arma è naturale domandarsi cosa sono i Kinzhal e come funzionano. Ecco tutto quello che c’è da sapere.
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Missili ipersonici Kinzhal utilizzati dalla Russia: cosa sono?
Il missile ipersonico Kinzhal è a oggi una delle sei armi di “prossima generazione” citate da Putin nel discorso del 1° marzo 2018. In un precedente articolo il Kinzhal figurava tra le possibili armi impiegate dalla Russia nel conflitto in Ucraina. Il missile in realtà era già noto all’Europa e agli Stati Uniti tramite alcuni filmati diffusi dal ministero della Difesa, quando il Kinzhal fu testato nel sud della Russia nel dicembre del 2017. Mosca lo definì “un successo”.
Il Kinzhal, quindi, è un missile ipersonico che possiede una gittata dichiarata di 1.500-2.000 km, capace di un carico utile nucleare o convenzionale di 480 kg - un dettaglio che non rassicura di certo, dato che si è ipotizzato che Putin potrebbe sganciare una bomba tattica nucleare nel Mar Nero.
Il missile è lungo 8 metri, con un diametro di un solo mentre e un peso di lancio di circa 4.300 kg. Per le dimensioni il Kinzhal potrebbe sembrare simile a un missile balistico a corto raggio 9M723 Iskander, ma ha tuttavia caratteristiche distintive, tra cui una sezione di coda ridisegnata e timoni ridotti.
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Missili ipersonici Kinzhal utilizzati dalla Russia: come funzionano?
Dopo aver compreso cosa sono i missili Kinzhal, è importante capire come funzionano. Dopo il lancio il missile ipersonico accelera rapidamente fino a Mach 4, ma può raggiungere una velocità pari a Mach 10 (circa 12.350 km/h).
La velocità combinata con la traiettoria di volo irregolare e l’elevata manovrabilità del Kinzhal si rivelano elementi determinanti per complicarne l’intercettazione. Il ministero della Difesa russo aveva mostrato nuovamente questi missili durante le esercitazioni che hanno preceduto l’invasione dell’Ucraina. Esercitazioni in cui la Russia ha sfoggiato le armi di cui è a disposizione, armi che sta adoperando sul campo oggi.
Missili ipersonici Kinzhal utilizzati dalla Russia: quali sono i rischi?
Stando a quanto riferito dall’intelligence britannica, il Cremlino avrebbe deciso di ricorrere ai missili ipersonici Kinzhal perché sarebbe stato “spiazzato dalla ferocia della resistenza ucraina”, passando a una “strategia di logoramento” che implica l’uso indiscriminato della potenza di fuoco.
I rischi legati all’impiego dei missili ipersonici Kinzhal sono molti. Secondo l’intelligence la strategia russa produrrà, probabilmente, un “aumento delle vittime civili” e delle “distruzioni di infrastrutture” oltre che l’intensificarsi della crisi umanitaria, tre settimane dopo l’avvio dell’operazione militare.
Il rischio più importante, però, è forse proprio la difficoltà dei sistemi anti-missili di riuscire a intercettare in tempo queste armi, e se i missili fossero armati con testate nucleari - cosa che come abbiamo visto potrebbe fare - i danni sarebbero ulteriormente devastanti.
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