Mercato azionario: i 2 veri motivi del rally

C. G.

4 Agosto 2017 - 13:29

Qual è il vero motivo del rally del mercato azionario? Per gli analisti non è Donald Trump a doversi prendere tutto il merito.

Mercato azionario: i 2 veri motivi del rally

Il vero motivo del rally di Wall Street non è Donald Trump, o almeno non completamente.

In uno dei suoi tweet più recenti, il presidente ha parlato di un mercato azionario ai massimi storici grazie all’entusiasmo sorto dopo la sua elezione di novembre.

Il vero motivo del rally di Wall Street è da ricercare soltanto in Donald Trump? L’indice S&P 500 ha guadagnato il 6% nel mese successivo all’elezione del repubblicano, il tutto sulla scia delle sue promesse relative alla deregolamentazione, al taglio delle tasse e ad una maggiore spesa per le infrastrutture.

C’è comunque da notare come il mercato azionario abbia guadagnato un ulteriore 10% dall’inizio dell’anno ad oggi, il che significa che oltre a Trump anche altri fattori hanno influito sul rally. Ad influire positivamente sull’azionario sono stati il miglioramento delle condizioni economiche globali e l’ottima crescita dei ricavi societari.

Il mercato azionario visto da vicino

Alcuni settori di Wall Street (ci occupiamo dell’azionario USA ma ricordiamo che i guadagni del Nuovo Continente non hanno potuto fare a meno di ripercuotersi su quelli delle Borse europee) hanno registrato delle performance ottimali.

Banche
Si pensi soltanto alle banche, che hanno ottenuto circa 30 punti percentuali nel mese successivo alla vittoria di Donald Trump in virtù delle crescenti speranze sulla deregulation. In realtà l’S&P Bank ETF non si è mosso dai livelli di metà dicembre 2016, il che significa che le banche nell’insieme non sono andate da nessuna parte quest’anno sul mercato azionario.

(SPDR S&P Bank ETF da dicembre ad oggi)

E come giudicarle? Le speranze relative ad un aumento dei tassi di interesse a breve termine sono state quasi totalmente infrante e la crescita dei prestiti è stata soltanto modesta.

Industria
L’ipotesi di deregulation e quella relativa all’aumento della spesa per le infrastrutture hanno permesso ai titoli legati all’industria di guadagnare ampio terreno sul mercato azionario. Purtroppo, però, molti dei titoli che hanno inizialmente preso il volo nel post-elezione - tra cui Flir Systems, AECOMM, e Fluor - sono poi crollati nel momento in cui il programma di Trump ha incontrato le prime difficoltà di attuazione.

Anche in questo caso c’è da notare che se nel mese successivo all’elezione il settore industriale dell’S&P 500 è cresciuto del 9%, ad oggi lo stesso ha registrato una nuova crescita di 9 punti percentuali, non grazie a Trump, bensì al miglioramento dell’economia mondiale.

Tecnologia
Il settore tecnologico ha reagito poco o niente sul mercato azionario con un modesto +3%. Dall’inizio dell’anno ha ottenuto però delle performance stupefacenti volando a +28% grazie ad un piccolo gruppo di titoli che hanno registrato ottimi utili e ricavi, portando gli analisti a teorizzare l’arrivo di una bolla.

I veri motivi del rally

Ad oggi, superato il primo giro di boa del 2017, l’indice S&P 500 è ancora a +10% ma i rialzi non sono stati attribuiti a Donald Trump date le numerose difficoltà incontrate nell’implementazione del proprio programma.

Si pensi soltanto al caso Obamacare: se si fa difficoltà a cambiare la riforma sanitaria, cosa accadrà con la più imponente riforma finanziaria?

Nella maggior parte dei casi il mercato azionario in rally è stato determinato dal miglioramento dell’economia globale che a sua volta ha generato una crescita degli utili societari. Per il secondo trimestre il mercato si aspetta un incremento generale dell’11% degli utili delle 500 società dell’S&P.

Se insomma da una parte non si può mettere in dubbio l’influenza positiva delle promesse di Donald Trump, dall’altra bisognerà da oggi in poi considerare l’enorme peso che la crescita economica e gli utili societari hanno giocato sul mercato azionario di Wall Street.

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