MediaWorld ha venduto iPad a €15 (per sbaglio). Clienti costretti a restituirli

P. F.

24 Novembre 2025 - 12:33

A causa di un errore di prezzo, MediaWorld ha venduto iPad alla cifra irrisoria di €15. Ora la società ha chiesto ai clienti di restituirli o pagare la differenza, ma potrebbe non averne il diritto.

MediaWorld ha venduto iPad a €15 (per sbaglio). Clienti costretti a restituirli

Quando i clienti hanno letto l’offerta, non ci potevano credere: iPad Air nuovi di zecca a soli 15 euro. Infatti, era troppo bello per essere vero. L’8 novembre scorso MediaWorld è finita al centro di una vicenda surreale, i cui strascichi legali potrebbero protrarsi a lungo.

A causa di un errore di prezzo, la nota catena di elettronica ha messo a disposizione dei membri del programma fedeltà un’offerta a dir poco allettante. Sul sito e sull’app, infatti, l’Apple iPad Air M3 compariva a soli 15 euro, invece del consueto prezzo compreso tra 780 e 880 euro.

Complice il clima del Black Friday, molti utenti si sono lanciati nell’acquisto senza porsi troppe domande sulla reale veridicità dell’offerta. Neanche due settimane dopo, però, è arrivata la doccia fredda. Con una mail informale, MediaWorld ha imposto agli acquirenti una scelta netta: restituire il prodotto oppure tenerlo pagando la differenza. Una richiesta che, sul piano legale, in molti contestano come non del tutto legittima.

L’iter di acquisto e il dietrofront di MediaWorld

Nella fase iniziale, l’iter di acquisto non lasciava presagire alcuna anomalia. L’ordine veniva regolarmente accettato, seguito dalla consueta mail di conferma della disponibilità del prodotto e, per chi optava per il ritiro in negozio, anche dal pagamento dei 15 euro dovuti alla cassa. Gli iPad risultavano poi consegnati senza problemi, corredati da scontrino fiscale e documentazione standard. Nemmeno le condizioni contrattuali allegate agli ordini riportavano avvertenze su possibili errori di prezzo o futuri ricalcoli.

Poi è arrivata l’e-mail di MediaWorld. Nel comunicato, l’azienda ha spiegato che il prezzo pubblicato era “manifestamente errato” per via di un’anomalia tecnica, definendo l’accaduto un “errore macroscopico” generato da uno sconto del 98% apparso per pochi minuti sulla piattaforma.

Da qui la proposta di una soluzione alternativa, presentata come via amichevole per “ripristinare l’equilibrio contrattuale”: trattenere l’iPad pagando la differenza necessaria a raggiungere il prezzo corretto, con uno sconto aggiuntivo di 150 euro come gesto conciliativo, oppure restituire il prodotto, ottenere il rimborso dei 15 euro versati e ricevere un ulteriore buono da 20 euro.

Una scelta proposta come mediazione, ma che di fatto va in opposizione alla questione del contratto già concluso al momento della consegna del bene. Inoltre, la richiesta non è stata inviata tramite PEC o raccomandata, ma come semplice messaggio informale.

Il nodo giuridico: l’errore è davvero riconoscibile?

Il cuore della controversia riguarda la validità del contratto di vendita. L’articolo 1428 del Codice Civile consente l’annullamento quando l’errore è essenziale e, soprattutto, riconoscibile dall’altra parte. Ciò significa che il venditore deve dimostrare che il consumatore, in quel contesto, avrebbe dovuto accorgersi della natura evidentemente sbagliata del prezzo.

In questa vicenda non conta solo l’entità dello sconto, ma anche il contesto complessivo dell’offerta. La promozione era legata alla carta fedeltà, un ambito dove le iniziative particolarmente aggressive non sono rare. Inoltre, il periodo era quello del Black Friday, da sempre caratterizzato da ribassi eccezionali, e l’intero processo d’acquisto era stato completato senza interruzioni, con conferme automatiche e un controllo umano in cassa. A ciò si aggiunge il fatto che il contratto si è concluso con la consegna fisica del prodotto, non con un semplice ordine online in attesa di verifica.

La giurisprudenza, in casi simili, valuta se un consumatore medio potesse ritenere plausibile la promozione oppure se l’errore fosse così lampante da risultare riconoscibile.

Anche elementi come il numero dei pezzi acquistati o un eventuale intento speculativo possono incidere sensibilmente sulla qualificazione dell’errore. Per questo motivo, numerosi acquirenti si sono opposti alla richiesta della società e hanno chiesto pareri legali per capire se possono trattenere l’iPad senza pagare la differenza. Resta da vedere, ora, come deciderà di muoversi MediaWorld nel caso in cui i clienti si rifiutassero di versare la cifra mancante o riconsegnare il prodotto.

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