Nessuna maggioranza per la Merkel, sarà così anche in Italia alle prossime elezioni?

Alessandro Cipolla

20 Novembre 2017 - 12:06

Angela Merkel si arrende e non riesce a formare nessuna maggioranza in Germania: con il Rosatellum, anche in Italia c’è il rischio di un epilogo simile alle prossime elezioni.

Nessuna maggioranza per la Merkel, sarà così anche in Italia alle prossime elezioni?

Angela Merkel è pronta a gettare la spugna. A due mesi dalle elezioni in Germania la cancelliera infatti non è riuscita a trovare un accordo per formare un nuovo governo facendo anche crollare l’Euro.

La Germania quindi imbocca la via della grande incertezza dopo anni di solido dominio della Merkel. Una situazione di stallo che, in virtù della nuova legge elettorale, potrebbe numeri alla mano presentarsi anche in Italia alle prossime elezioni politiche nel 2018.

Angela Merkel al capolinea

Dopo 12 anni passati alla guida della Germania, Angela Merkel potrebbe essere ora costretta a farsi da parte nonostante che, alle elezioni dello scorso 24 settembre, l’Unione Cristiano-Democratica in Germania (CDU) sia risultato essere largamente il primo partito ottenendo il 39,2% dei consensi.

Un buon bottino di voti questo che però non ha consentito alla cancelliera di ottenere la maggioranza assoluta, visto che i socialisti di Martin Schulz si sono subito sfilati dalla possibilità di una Grosse Koalition come avvenuto nell’ultima legislatura.

Considerando poi che con i populisti dell’AfD non esiste dialogo, così come con la sinistra di Linke, non rimaneva che guardare ai restanti partiti politici che hanno superato la soglia di sbarramento del 5% entrando così nell’attuale Bundestag.

La possibilità di un “governo Giamaica”, con insieme CDU, Verdi, Liberali e i bavaresi del CSU, è però tramontata con la Merkel che non è riuscita a convincere i suoi potenziali alleati della bontà della sua linea programmatica governativa.

Pomo della discordia sono stati i migranti e le scelte in materia di politica finanziaria: troppo distanti le posizioni dei Verdi con quelle molto più conservatrici dei Liberali e del CSU. La Merkel quindi alla fine non è riuscita nella sua opera di mediazione, constatando di conseguenza l’impossibilità di dare vita a un governo.

Sono diversi ora gli scenari che si aprono in Germania. I socialisti di SPD potrebbero ripensarci e riaprire il discorso in merito alla Grosse Koalition oppure, sacrificando i Verdi, si potrebbe dare vita a un governo di minoranza.

In entrambi i casi comunque la condizione necessaria e sufficiente per far nascere un governo sarebbe un passo indietro di Angela Merkel. Anche se alla fine si dovesse decidere di andare di nuovo al voto, la stagione politica della cancelliera potrebbe essere ugualmente essere considerata conclusa.

Dopo anni di forte stabilità, elemento che è stato fondamentale per rafforzare l’egemonia tedesca in Europa, ecco dunque che la Germania si trova a vivere una situazione di stallo e di grande incertezza.

Il Bundestag rimane senza maggioranza ma uno scenario simile si potrebbe vivere anche in Italia nel 2018 visto che, guardando la nuova legge elettorale e gli ultimi sondaggi elettorali, anche da noi riuscire a trovare i numeri per formare un governo al termine delle prossime elezioni sembrerebbe essere un’impresa più che ardua.

L’Italia come la Germania?

A Berlino è prassi consolidata da sempre ricorrere a coalizione larghe e trasversali per dar vita a un nuovo governo. Nessuno si è scandalizzato di conseguenza per i Verdi che sono entrati in trattativa con forze più conservatrici, oppure quando i socialisti hanno sostenuto un esecutivo guidato dal CDU o viceversa.

Adesso però non si è riusciti a giungere un accordo. Colpa delle distanze troppo ampie tra i vari partiti ma dietro, come sibillano i più maligni, ci potrebbe essere una volontà di fondo di “far fuori” Angela Merkel dalla guida del paese dando il via così a una nuova stagione politica per la Germania.

Se non sono riusciti ad arrivare a una fumata bianca a Berlino dove le larghe coalizioni sono una consuetudine, figuriamoci quello che potrebbe accadere a Roma se dovesse uscire fuori un pareggio elettorale alle prossime elezioni.

Nonostante che i vari leader continuano a ripetere come un mantra che possono raggiungere l’agognato 40%, soglia che potrebbe garantire governabilità anche se non è previsto alcun premio di maggioranza, la realtà dei fatti potrebbe essere ben diversa.

Soltanto il centrodestra unito può ambire a uscire come chiaro vincitore dalle prossime urne. Berlusconi e Salvini però avranno bisogno di uno sprint in campagna elettorale per riuscire a trovare quei voti, ora mancanti, per compiere l’allungo decisivo.

Se ciò non dovesse accadere anche in Italia ci troveremmo di fronte a una situazione di stallo molto simile a quella tedesca. Un pareggio dove ogni partito a quel punto si andrebbe a svincolare dalle deboli maglie dei vincoli di coalizione per cercare di dare vita a delle alleanze trasversali di governo.

Anche il Movimento 5 Stelle, che finora si era sempre rifiutato da stringere accordi con altri partiti, alla fine potrebbe piegarsi a questa esigenza per cercare di dare vita a un esecutivo a guida pentastellata.

Insomma, se in Germania ci sono voluti due mesi di trattative per poi giungere a un nulla di fatto, la stessa identica situazione potrebbe verificarsi anche da noi al termine delle prossime elezioni politiche.

Il paradosso però che in Italia la legge elettorale è nuova di zecca: fa specie quindi vedere che con il Rosatellum-bis alla fine l’ipotesi più probabile sia quella di un pareggio elettorale, alla faccia della tanto sbandierata governabilità.

Quello che sta succedendo in Germania e che potrebbe accadere anche nel Bel Paese non fa altro che aumentare l’incertezza in Europa. Oltre che nuocere ai mercati, questo clima di generale confusione sarebbe senza dubbio il miglior assist possibile ai movimenti più populisti che, non a caso, ormai in ogni paese non fanno altro che aumentare sempre più il loro seguito e la loro forza.

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