Angela Merkel a 360°: la verità sulla cacciata di Berlusconi, sui nein a Draghi, su Putin e Trump

Laura Naka Antonelli

24/11/2024

L’ex cancelliera tedesca Angela Merkel e l’intervista al Corriere della Sera. Gli estratti della sua autobiografia. La verità su Berlusconi, Draghi, Putin e Trump.

Angela Merkel a 360°: la verità sulla cacciata di Berlusconi, sui nein a Draghi, su Putin e Trump

L’ex cancelliera tedesca Angela Merkel tesse le lodi dell’ex presidente della BCE ed ex presidente del Consiglio Mario Draghi, smentendo di aver avuto un ruolo nella caduta del governo Berlusconi avvenuta nel 2011, nei mesi più drammatici della crisi dei debiti sovrani: quella che rischiò di far uscire l’Italia dall’euro e che mise a rischio la sopravvivenza dell’intera Eurozona.

La verità di Angela Merkel su come andarono davvero le cose è stata messa nero su bianco in un’intervista rilasciata al quotidiano italiano Il Corriere della Sera, che porta la data di sabato 23 novembre 2024.

Merkel è tornata a far parlare di sé in vista della pubblicazione della sua autobiografia “Freedom. Memories 1954-2021”, che ripercorre gli anni della sua vita nella Germania dell’Est e il periodo in cui ha guidato il Paese intero: il più lungo per qualsiasi cancelliere che abbia servito il popolo teutonico nel Dopoguerra.

Alcuni estratti dell’autobiografia sono stati anticipati dal settimanale tedesco Die Zeit: si tratta di pagine che riguardano, oltre alla storia dell’ex leader tedesca a partire dalla sua nascita e dagli anni in cui ha vissuto nella Germania dell’Est - prima della caduta del Muro di Berlino del 9 novembre 1989 e della dissoluzione ufficiale della Repubblica Federale Tedesca (RFT) del 3 ottobre del 1990 - anche i suoi rapporti con il capo del Cremlino Vladimir Putin e con il presidente USA eletto Donald Trump (che Merkel incontrò durante la prima presidenza del tycoon repubblicano).

Putin? “Ossessionato dagli USA, sembrava nostalgico degli anni della Guerra Fredda”

L’incontro con Vladimir Putin inciso nella mente di Angela Merkel è in particolare quello del 2007, quando il capo del Cremlino presenziò alla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco.

L’impressione che Merkel ebbe del presidente russo?

Sembrava “qualcuno che era sempre in guardia, con cui non scherzare, pronto sempre ad aggredire”.

Vladimir Putin era inoltre solito arrivare tardi, facendo aspettare gli altri. Un atteggiamento che poteva essere reputato di primo acchito “infantile, riprovevole e che poteva portarti a scuotere la testa”, ma che certo non rendeva la Russia meno importante nel palcoscenico mondiale.

Tutt’altro: Merkel ricorda che Putin era ossessionato dagli Stati Uniti, come se bramasse tornare ai tempi della Guerra Fredda.

Queste, le anticipazioni del settimanale Die Welt riportate dal sito DW nell’articolo Merkel recalls childhood, Putin, and Trump in new memoir.

Ma Merkel ha parlato molto di Putin anche nell’intervista rilasciata al Corriere della Sera, dispensando anche qualche consiglio all’Ucraina in guerra con la Russia.

Il consiglio all’Ucraina e all’Europa

Oggi, nel bel mezzo della guerra in Ucraina il punto, consiglia vivamente Merkel al presidente ucraino Volodymyr Zelensky, è che a decidere non può essere soltanto Kiev.

Abbiamo bisogno della doppia azione, da un lato colloqui e contatti, dall’altro deterrenza. Ne ero e ne rimango convinta”, ha detto l’ex cancelliera, avendo cura di precisare che, “sulla trattativa, naturalmente nulla deve passare sopra la testa dell’Ucraina”.

Ma “allo stesso tempo penso che i molti Paesi che sostengono l’Ucraina debbano decidere insieme a essa quando si potrà discutere con la Russia di una soluzione diplomatica. Non può essere solo Kiev a decidere.
Quando questo succederà, non essendo più attiva in politica, non sono in grado di dirlo
”.

Inevitabilmente il riferimento al ruolo che Merkel stessa ricoprì negli anni in cui si relazionò a Vladimir Putin:

Io conoscevo molto bene le intenzioni di Putin. Sapevo che non avevamo a che fare con un amico dell’Europa. La questione era solo come reagire. La mia risposta non è stata di non avere più alcun rapporto con Putin, ma piuttosto di cercare di impedire l’invasione dell’Ucraina attraverso colloqui, a volte anche molto polemici nei quali non ho usato alcun giro di parole”.

Ma “con l’inizio della guerra russa contro l’Ucraina, la situazione è fondamentalmente cambiata”.

Il punto è che “le nostre vedute erano diametralmente opposte. Putin cercava di fare della Russia di nuovo una grande potenza. Ma non era in grado di farlo sul piano economico, attraverso il benessere per tutti”.

E c’è poi quell’incontro del 2007 con Putin a Sochi, quando il presidente russo, ben consapevole della paura dei cani dell’ex cancelliera, portò in una riunione il suo Labrador Connie, allo scopo preciso, è l’ipotesi di Merkel, di spaventarla e di farla sentire a disagio: qualcosa che l’ex leader tedesca già denunciò prontamente, a cui Putin tuttavia ribattè, interpellato da Bild. “Non ne sapevo niente”, disse, commentando il caso.

Responsabilità nella cacciata di Berlusconi? “Smentisco categoricamente”

Inevitabile interpellare Angela Merkel sul ruolo che la sua Germania ebbe nella caduta del governo Berlusconi.

Sul caso, l’ex cancelliera ha negato ogni responsabilità, sebbene per molti italiani il suo prendere le distanze dalla cacciata dell’ex presidente del Consiglio, nell’autunno del 2011, venga considerato poco credibile, viste anche quelle famose risatine che Merkel condivise con l’allora Presidente francese Nicolas Sarkozy, nella tristemente nota conferenza stampa in cui i due leader vennero interpellati sul destino dell’Italia, alle prese con una crisi epocale, vicina a collassare sotto il peso dei suoi conti pubblici.

Se ho chiesto la testa di Berlusconi, in particolare durante una telefonata con Napolitano? Smentisco categoricamente”.

Non mi sono mai immischiata negli affari interni di un Paese amico. E di questa variante non avevo mai sentito parlare”, ha detto Merkel nell’intervista rilasciata al Corriere della Sera. “È stato anche detto che una conferenza stampa di Nicolas Sarkozy e mia (per l’appunto) avrebbe contribuito alla caduta di Berlusconi. Non lo credo. Non è assolutamente possibile che un capo di governo straniero causi la caduta di un altro. Questo ha sempre a che fare con i fatti interni di un Paese”.

Della serie, se il governo Berlusconi cadde, fu per questioni del tutto italiane.

Le dichiarazioni rilasciate da Angela Merkel, tuttavia, cozzano con quelle del suo stesso ex collega Nicolas Sarkozy. Anche lui ha scritto, di fatto, un’autobiografia, che venne pubblicata nell’estate del 2023. E la verità di Sarkozy, va ricordato, è piuttosto diversa da quella di Merkel. Così si legge infatti nel libro dell’ex Presidente francese, in merito al caso Berlusconi:

“Ci fu tra di noi un momento di grande tensione, quando ho dovuto spiegargli che il problema dell’Italia era lui! Angela e io eravamo convinti che era diventato il premio per il rischio che il Paese doveva pagare ai sottoscrittori dei titoli del Tesoro. Pensavamo sinceramente che la situazione sarebbe stata meno drammatica senza di lui e il suo atteggiamento patetico”.

Draghi e la crisi dei debiti sovrani. “Sapeva che non avrei mai accettato gli eurobond”

Al Corriere della Sera, Merkel ha parlato anche dell’ex presidente della BCE Mario Draghi, ribattezzato non per niente Mr. Whatever It Takes, per aver fatto di tutto, riuscendoci alla fine, per salvare l’Europa, strappando l’euro, ma anche i BTP italiani travolti dalla bufera, così come la Grecia e i cosidetti , dalle fauci della speculazione e da un destino che puntava alla fine dell’euro.

Va ricordata, a tal proposito, la famosa frase di Mario Draghi: “l’euro è irreversibile”.

Ho parlato spesso con Draghi dell’euro e della sua salvezza. Ho chiarito che sostenevo una rigorosa separazione tra le azioni dei governi e quelle delle banche centrali, per me un principio costitutivo dell’euro. Draghi la vedeva alla stessa maniera. Perciò, non era necessario parlarne ulteriormente. Lui era d’accordo che noi facessimo tutto il possibile, attraverso le riforme, per rafforzare l’economia dei nostri Paesi. Allo stesso tempo, rifletteva su cosa potesse fare nell’ambito di sua competenza. Ha compreso al 100% che non mi sarei mai intromessa nella politica monetaria”.

Nel suo ruolo di presidente della Bce (Mario Draghi) ha agito con grande coraggio. Conosceva i mercati finanziari e sapeva che nessuna riforma da sola, per quanto valida, li avrebbe soddisfatti, a meno che non avessimo introdotto politicamente {{}} ”.

Ma Draghi, ha ricordato Merkel, i cui nein agli eurobond sono storici, “ sapeva anche che io non li avrei mai accettati, perché non sarebbe stato compatibile con le basi giuridiche dell’euro. Per questo motivo ha sfruttato appieno il margine di manovra a sua disposizione”.

E che dire del presidente USA eletto Donald Trump? Così l’ex cancelliera: “ Non ci sono mai situazioni win win. Per lui o l’uno o l’altro deve ottenere un profitto. È un’idea che non condivido. Penso che abbiamo concluso molti accordi nel mondo, vantaggiosi per entrambe le parti. A differenza di lui, credo nella forza dei compromessi. La cosa più importante è cooperare con Trump, da partner e rappresentanti di un Paese, liberi da paure e sicuri di sé, difendendo in modo chiaro i propri interessi così come lui difende i suoi”.

Merkel ha ricordato anche che Trump “era fissato che ci fossero, secondo lui, troppe auto tedesche a New York. Aveva sempre detto che, se fosse diventato presidente avrebbe imposto dazi così alti che sarebbero sparite dalle strade di Manhattan ”.

Nelle sue memorie, anche il dolore e l’umiliazione provate nell’assistere all’addio del Regno Unito dall’Unione europea, certificato dall’esito del referendum sulla Brexit. Merkel ha ricordato di aver pensato come quel sì del Regno Unito a lasciare l’UE fossero “una umiliazione, una disgrazia”.

Il fenomeno della Brexit, ricorda di aver subito pensato, “cambiava il modo in cui il mondo vedeva l’Unione europea: ne uscimmo indeboliti”.

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