Legge Beckham in Serie A: cos’è e come funziona

Massimiliano Carrà

09/04/2019

09/04/2019 - 17:27

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La Legge Beckham potrebbe approdare presto in Serie A. La norma garantirebbe ai club un importante sconto di tassazione: l’Irpef scenderebbe dal 43% al 30%

Legge Beckham in Serie A: cos’è e come funziona

La legge Beckham è pronta a fare il suo ingresso in Italia e a donare alla Serie A nuovi colpi stellari come quello che ha portato la scorsa estate Cristiano Ronaldo alla Juventus.

Secondo fonti di stampa, il Parlamento a breve potrebbe votare la norma del Decreto Crescita che favorirebbe fiscalmente l’approdo dei calciatori o degli allenatori più importanti e pagati al mondo.

Grazie a questa norma, i club di Serie A andrebbero incontro a un importante sconto di tassazione, visto che l’Irpef scenderebbe dal 43% al 30% e ciò permetterebbe alle squadre italiane di poter offrire stipendi ancora più sostanziosi.

Legge Beckham: perché si chiama così

Il Decreto reale 687/2005, meglio conosciuto come legge Beckham, è un decreto legge spagnolo approvato nel giugno 2005 che prevedeva fra le altre cose un’aliquota di tassazione ridotta dal 43% al 24% per tutti i lavoratori stranieri in Spagna con introiti superiori ai 600.000 euro annuali.

Anche se inizialmente è stata pensata per favorire il soggiorno di medici e scienziati in Spagna, è stata sfruttata principalmente dai club calcistici per attirare fuoriclasse stranieri nella Primera División.

Di questi, David Beckham ne divenne il precursore. L’ex fuoriclasse inglese fu infatti il primo calciatore ad avvalersi dei benefici della legge, dato che gli effetti sono stati retroattivi fino al 2004, anno del suo passaggio al Real Madrid.

Nel 2014 però con la legge 26/2014 del 27 Novembre, la Spagna ha riformato il regime fiscale per gli “Impatriados”, escludendo espressamente dal proprio ambito di applicazione i calciatori professionisti.

Non avendo però effetto retroattivo, erano esclusi quei giocatori, come Cristiano Ronaldo, che avevano già in essere un contratto con una squadra spagnola. Essi quindi continuavano a godere per la tutta la durata del contratto dell’aliquota agevolata.

La legge Beckham esiste già in Italia?

La legge Beckham in Italia non sarebbe una vera e propria novità, ne sono una dimostrazione i commi da 152 a 159 dell’articolo 1 della legge di stabilità del 2017, approvata dal governo Renzi. Essa è stata forse decisiva per il passaggio di Cristiano Ronaldo alla Juventus.

La legge infatti prevede che “le persone fisiche che trasferiscono la propria residenza in Italia e che non sono stati residenti fiscalmente in Italia per un tempo almeno pari a nove periodi d’imposta nel corso dei dieci precedenti”, pagando una somma pari a 100.000 euro assolverebbero tutti gli oneri fiscali su quei redditi, a prescindere dalla loro entità.

Inoltre a partire dal 2015, molte aziende italiane hanno ingaggiato diversi dirigenti stranieri approfittando di una normativa simile alla Legge Beckham, con la differenza che riguardava però soltanto le persone laureate.

Il governo quindi potrebbe ampliare questa normativa anche ai non laureati e agli sportivi. Qualora dovesse essere accettata, ecco il requisito della legge Beckham all’italiana: non aver avuto la residenza in Italia nei 2 anni precedenti e la sottoscrizione almeno di un contratto biennale, che porterebbe a godere dei benefici fiscali per un quinquennio.

Inoltre, per chi va a risiedere in Basilicata, Campania, Abruzzo, Puglia, Calabria e Sicilia, l’imponibile scenderebbe al 10%. Questo agevolerebbe il Napoli, considerando le big in Italia.

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