Le imprese italiane evadono oltre 70 miliardi l’anno. Il Fisco ne incassa solo 12

Giorgia Paccione

26 Agosto 2025 - 10:27

Nel 2024, nonostante un’evasione accertata di 72,3 miliardi, il Fisco italiano ha incassato soltanto il 17,7% delle somme scoperte, pari a 12,8 miliardi. I controlli riguardano 1 azienda su 70.

Le imprese italiane evadono oltre 70 miliardi l’anno. Il Fisco ne incassa solo 12

Nel 2024, lo Stato italiano ha accertato un’evasione fiscale che supera i 72 miliardi di euro. Tuttavia, secondo i dati della Corte dei Conti, le risorse effettivamente incassate dal Fisco si fermano a soli 12,8 miliardi, pari al 17,7% delle somme scoperte.

La crescita rispetto al 2023 è marginale (+0,3%), ma la sproporzione tra accertamenti e introiti reali evidenzia numerose falle strutturali: controlli insufficienti, procedure di riscossione inefficaci e aspettative radicate di nuovi condoni che riducono la propensione al pagamento.

Evasione fiscale 2024: controlli al minimo

Un nodo cruciale della questione risiede nei controlli fiscali, che risultano estremamente insufficienti. Nel 2024, solo l’1,4% delle attività imprenditoriali e professionali è stato sottoposto a verifica fiscale, una cifra che equivale a circa un’impresa controllata ogni settanta. Questo ritmo lascia intendere che servirebbero oltre 70 anni per monitorare periodicamente tutte le imprese italiane.

Il dato assume un significato ancora più rilevante se confrontato con i settori a maggiore rischio. Commercio, ristorazione, sanità e intrattenimento hanno registrato controlli tra l’1,3% e l’1,7%, mentre la situazione è persino peggiore in comparti come le costruzioni e gli intermediari immobiliari, dove il livello di vigilanza è vicino allo zero.

Il numero ridotto di ispezioni non dipende tanto dalla mancanza di strumenti normativi quanto dalle risorse limitate dell’amministrazione finanziaria: carenze di personale, procedure lente e una mole di dati difficili da incrociare che riducono la capacità di prevenzione.

Basse riscossioni e aspettative di condoni fiscali

Anche nella fase di riscossione, le criticità sono evidenti. Delle somme iscritte a ruolo nel 2024 pari a 40,7 miliardi di euro, sono stati effettivamente incassati solo 1,3 miliardi, corrispondenti al 3,1%.

La Corte dei Conti attribuisce questa inefficacia alle diffuse aspettative tra i contribuenti di future rottamazioni o sanatorie fiscali, che incentivano un atteggiamento di elusione e mancato pagamento delle imposte dovute.

In effetti, il ricorso a misure straordinarie come i condoni fiscali è diventato una pratica ricorrente negli ultimi anni, in molti casi inserita anche nelle leggi di Bilancio. Una prassi che, secondo la Corte, mina la fiducia complessiva nel sistema fiscale e ostacola ogni serio tentativo di migliorare il gettito.

Un sistema che rischia la paralisi

Il quadro che emerge è dunque quello di un sistema fiscale in difficoltà cronica. Da un lato lo Stato scopre ogni anno decine di miliardi di evasione, dall’altro, riesce a portare nelle proprie casse una frazione minima di queste somme.

Secondo gli osservatori, il vero nodo da sciogliere è la capacità di rendere certo e rapido il recupero delle imposte. Senza un miglioramento significativo, il rischio è che l’evasione resti un fenomeno strutturale dell’economia italiana, sottraendo risorse fondamentali per investimenti, welfare e riduzione della pressione fiscale sui contribuenti onesti.

La stessa Corte dei Conti sottolinea che la lotta all’evasione dovrebbe diventare una priorità strategica, con un rafforzamento della macchina amministrativa e un utilizzo più esteso di incroci automatizzati di dati, banche dati settoriali e strumenti digitali di monitoraggio.

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