Il drastico spostamento degli investimenti dagli Stati Uniti verso l’Europa potrebbe segnare l’inizio di una nuova era di allocazione del capitale, con possibili ripercussioni sul valore del dollaro.
Nel mese di marzo, una rilevante indagine condotta dalla Bank of America ha evidenziato un fenomeno senza precedenti: i grandi investitori hanno effettuato il taglio più grande mai registrato nelle allocazioni di azioni statunitensi.
Questo comportamento ha suscitato preoccupazioni tra gli analisti, suggerendo che si stia delineando un trend di lungo periodo che potrebbe ridisegnare gli equilibri nei mercati finanziari globali. Il flusso di capitali, storicamente diretto verso gli Stati Uniti grazie alla sua forza economica, sembra ora invertire direzione, con molti investitori istituzionali che stanno guardando sempre più a mercati europei come nuove opportunità di crescita.
Le motivazioni dietro questo cambiamento sono molteplici e complesse. Da un lato, le politiche economiche statunitensi degli ultimi anni hanno generato una crescente incertezza, alimentata dalle tensioni commerciali tra gli USA e altre economie globali, in particolare la Cina. Le dichiarazioni aggressive del presidente Donald Trump contro la Federal Reserve, così come la gestione erratica delle tariffe commerciali, hanno convinto molti investitori che l’economia degli Stati Uniti potrebbe non essere più il rifugio sicuro che è stata in passato. Questo ha spinto i fondi pensione e i grandi gestori di capitale a diversificare le proprie posizioni e a ridurre il rischio associato a un mercato degli Stati Uniti che sembra sempre più volatile e imprevedibile. [...]
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