Qual è la più grande paura degli investitori oggi? Spoiler: non si parla né di banche, né di populismo né di Donald Trump.
Di cosa hanno paura gli investitori in questo preciso momento storico?
Ultimamente i mercati hanno concentrato tutta la loro attenzione sul caos di Washington, sull’elezione di Trump, sulle consultazioni europee e sul pericolo populista da esse celato, sulle mosse della Fed e sulla Brexit. Intanto dall’altra parte del mondo una bolla sempre più grande è tornata a rappresentare un elemento di grande instabilità: la Cina.
Due anni dopo il crollo del mercato azionario cinese, la crisi della valuta, e le preoccupazioni legate all’aumento del debito pubblico, molti investitori hanno iniziato a guardare altrove e a non considerare più la Cina come un problema per il loro portafogli.
I titoli delle società cinesi quotati a Hong Kong hanno toccato nuovi massimi dal crash del 2015 ad oggi e hanno addirittura battuto le performance dei mercati più sviluppati. La percezione generale è che la Cina si sia ripresa, ma il Paese, secondo gli analisti, potrebbe presto diventare una delle preoccupazioni più grandi per gli investitori internazionali.
Una bolla pronta ad esplodere?
Secondo Kevin Smith, fondatore e capo esecutivo della Crescat Capital, la maggior parte degli analisti è convinta che la Cina non rappresenti più un problema. Le persone, a sua detta, non si stanno rendendo conto della potenziale bolla in procinto di esplodere ed è per questo che l’analista sta fuggendo via da qualsiasi investimento in terra del Dragone.
Il destino della Cina gioca un ruolo fondamentale nel contesto dei mercati globali e gli investitori potrebbero presto avere un ruolo più importante negli alti e bassi dell’azionario cinese. Oggi, infatti, le azioni cinesi potrebbero essere quotate nell’indice dei mercati emergenti (la decisione dell’MSCI non è stata ancora svelata al momento della scrittura).
Gli investitori hanno già ottenuto alcuni incentivi per gettarsi sull’azionario cinese. A marzo Goldman Sachs ha raccomandato di aumentare la propria presenza sui titoli delle società cinesi in virtù di una crescita economica più evidente e di politiche stabili. Molti investitori, però, sono convinti che non sia tutto oro quel che luccica.
Le preoccupazioni
In un’indagine compiuta lo scorso marzo da Bank of America-Merrill Lynch, diversi fund manager hanno identificato nella Cina la più grande (potenziale) fonte di sorprese negative per i mercati globali. Moody’s, dal canto suo, ha rivisto al ribasso il rating sul debito cinese per la prima volta in 28 anni.
Il debito rappresenta uno dei temi cruciali della questione. Esso ha raggiunto il 257% del Pil alla fine del 2016, secondo i dati forniti dalla Bank for International Settlements. A preoccupare gli investitori non è tanto il livello del debito, quanto il suo tasso di crescita: nel 2007 era “soltanto” al 152% del Pil.
Il debito cinese è cresciuto più velocemente di quello di ogni altra grande economia e continuerà a crescere rendendo il Paese il più grande rischio dell’Asia emergente, secondo quanto affermato da un report della Capital Economics.
La paura principale è legata a quella stretta sul credito che andrebbe sia a rallentare l’economia, sia ad impedire alle società indebitate di onorare i propri debiti. Secondo il già citato Smith, la Cina è ad oggi la più grande bolla dei nostri tempi e la situazione è già andata oltre.
L’ottimismo
Non tutti sono convinti che la Cina rappresenti un pericolo per i mercati globali. Aidan Yao, senior economist di AXA Investment Managers, ha consigliato di non farsi prendere dal panico e di dare un’occhiata agli sforzi reali compiuti in favore dell’economia. Per Yao i policymaker stanno gestendo la situazione in modo accurato.
Anche tra gli analisti cinesi c’è ottimismo in merito alle potenzialità della politica di tenere a bada la valuta e l’azionario nei prossimi mesi. Secondo l’analista di AXA, però, anche dove l’MSCI garantisse l’accesso delle azioni cinesi all’indice dei mercati emergenti non assisteremo ad una pioggia di acquisti dati gli evidenti problemi del Paese. La Cina sarà davvero un pericolo per i mercati mondiali?
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