Il CEO di Apple, Tim Cook, ha annunciato che i nuovi dazi imposti dagli Stati Uniti avranno un costo superiore a 1 miliardo di dollari solo nel prossimo trimestre fiscale dell’azienda.
Nel corso della presentazione dei risultati trimestrali di Apple, il CEO Tim Cook, ha annunciato le conseguenze dell’escalation commerciale lanciata dagli Stati Uniti:
Supponendo che le attuali tariffe, politiche e applicazioni globali non cambino per il resto del trimestre e che non vengano aggiunti nuovi dazi, stimiamo che l’impatto aggraverà i nostri costi di circa 1,1 miliardi di dollari.
Cook ha specificato che il nuovo aggravio si aggiunge agli 800 milioni già sostenuti dal colosso tecnologico nel corso del trimestre appena concluso.
Se quindi da una parte Apple può festeggiare un fatturato e utili record, dall’altra il quadro macroeconomico e commerciale statunitense rischia di erodere parte dei margini futuri dell’azienda. Cook ha sottolineato che questi costi derivano direttamente dai nuovi dazi imposti dall’amministrazione Trump, che coinvolgono non solo la Cina, da sempre partner strategico della catena produttiva di Cupertino, ma anche altri Paesi chiave per il comparto tecnologico.
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Dazi USA: impatto diretto sui conti Apple
Le nuove tariffe sono entrate in vigore con un ordine esecutivo firmato dal presidente statunitense Donald Trump e applicano imposizioni variabili su molti prodotti importati, colpendo anche numerosi fornitori di Apple. I dati illustrati dai vertici Apple mostrano come, nel prossimo trimestre fiscale, il peso delle tariffe avrà un impatto diretto stimato di 1,1 miliardi di dollari sui costi operativi, una cifra superiore rispetto agli 800 milioni del trimestre precedente e superiore alle stime iniziali dell’azienda.
Nonostante la pressione dei dazi, Apple è riuscita a riportare risultati al di sopra delle aspettative: il fatturato trimestrale si è attestato sopra i 94 miliardi di dollari, con un utile netto per azione di 1,57 dollari, entrambi valori superiori alle stime degli analisti. Le vendite di iPhone si sono rivelate il vero traino, segnando una crescita del 13,5% rispetto all’anno precedente e contribuendo a mantenere alto il valore delle azioni della società, che hanno registrato incrementi significativi nelle contrattazioni after hours.
Tim Cook ha però evidenziato anche la strategia seguita dai consumatori per anticipare gli aumenti di prezzo dovuti alle nuove tariffe: “Una parte della crescita registrata è legata al fatto che alcuni clienti hanno deciso di acquistare prima dell’entrata in vigore dei dazi, ma il vero motore resta la forza dei nostri prodotti”, ha spiegato.
La strategia di Apple per superare i dazi
Naturalmente, Apple non si limita a subire passivamente l’impatto dei dazi. L’azienda infatti sta da tempo diversificando la propria supply chain e sempre più prodotti destinati al mercato statunitense vengono assemblati in Paesi come India e Vietnam, nel tentativo di attenuare la dipendenza dalla Cina e, al contempo, ridurre i rischi legati a decisioni geopolitiche imprevedibili.
Anche gli analisti sottolineano come la capacità di adattamento della società nell’ottimizzazione delle catene produttive rappresenti una delle chiavi per ridurre l’esposizione ai dazi nel prossimo futuro.
In parallelo, la strategia per compensare i crescenti costi include anche un forte investimento in nuove tecnologie, come l’intelligenza artificiale, e un’espansione costante nei servizi digitali, che rappresentano una quota crescente del fatturato.
Le previsioni per il trimestre successivo restano ottimistiche e Apple si attende una crescita dei ricavi compresa tra il 5% e il 9%. Tuttavia, il quadro geopolitico e la variabilità delle tariffe restano un’incognita che potrebbe influenzare ulteriormente le performance della società nei prossimi mesi.
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