La Cina amplia la legge anti-spionaggio contro le aziende straniere

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Si alza lo scontro: l’espansione della legge cinese non farà che accelerare la fuga di capitali stranieri.

La Cina amplia la legge anti-spionaggio contro le aziende straniere

Tutto ciò accade anche a causa del deteriorarsi dei rapporti internazionali. A livello diplomatico, lo scontro si era fatto già durissimo nel 2021 tra Europa, Stati Uniti e Cina, con un botta e risposta di sanzioni e contromisure che non si vedeva da tre decenni. I ministri degli Esteri dell’Unione Europea avevano comminato misure restrittive a quattro alti ufficiali cinesi nella regione dello Xinjiang per le violazioni dei diritti umani sulla minoranza musulmana degli uiguri: di fatto le prime sanzioni con le quali l’Europa comunitaria colpiva Pechino dal massacro di Piazza Tienanmen del 1989. Le misure sono arrivate in virtù del nuovo meccanismo europeo, approvato nel dicembre 2020, che permette di colpire chiunque violi i diritti fondamentali in qualsiasi Paese e prevede il congelamento dei beni e il divieto di accesso nel territorio dell’UE. “La Repubblica Popolare ha risposto in modo durissimo, alzando il livello dello scontro: se Bruxelles ha colpito dei funzionari, Pechino ha messo nel mirino le stesse istituzioni dell’Unione, parlamentari e think tank europei tra cui quello dell’ex segretario generale della NATO, Anders Fogh Rasmussen”.

A sua volta, la Cina ha reagito con contromisure molto gravi nei confronti dell’Unione Europea e degli Stati Uniti, che avevano applicato sanzioni in materia di commercio, tecnologia, diritti umani a Hong Kong e nello Xinjiang. Le nuove disposizioni ritorsive di Pechino sono entrate in vigore il 10 giugno del 2021 e prevedono che lo Stato cinese possa decidere di includere in una “black list” persone ed organizzazioni che, direttamente o indirettamente, partecipano alla formulazione, decisione, attuazione di misure discriminatorie che interferiscono nei suoi affari interni (Articolo 4); che tali misure potranno essere adottate anche nei confronti di persone in relazione con i soggetti inseriti nella “black list”, quali coniugi, parenti, dirigenti, ecc. (Articolo 5); la possibilità di adottare, nei confronti di persone e organizzazioni citate, le seguenti misure: rifiutare visti di ingresso, annullare visti già rilasciati o provvedimenti di espulsione; sequestrare o congelare beni mobili, beni immobili e altri vari tipi di beni all’interno del territorio cinese, riconducibili ai soggetti di cui sopra; proibire o limitare transazioni, cooperazione e altre attività ritenute rilevanti con organizzazioni o persone all’interno del territorio cinese; altre misure necessarie (non specificate e quindi liberamente valutabili casi per caso); che, oltre a quanto previsto dal provvedimento, con ulteriori leggi o regolamenti amministrativi e dipartimentali si potranno adottare altre contromisure necessarie per atti che mettono in pericolo la sovranità, la sicurezza e gli interessi di sviluppo della Cina (Articolo 13).

Anche a seguito di ciò, il Parlamento Europeo, il 16 settembre 2021, ha adottato un’importante Risoluzione sulla “Nuova strategia UE-Cina”, notificata anche al governo della Repubblica Popolare Cinese. È un documento politico, programmatico, economico e geopolitico, che traccia la rotta dell’Unione Europea verso una rinnovata unione transatlantica. [...]

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