Iveco verso la cessione in India. Per il governo serve il Golden Power

Giorgia Paccione

30/07/2025

Lo storico marchio Iveco sul punto di cambiare proprietà: Exor conferma le trattative avanzate con Tata e Leonardo, mentre cresce l’attenzione del governo sulla tutela strategica dell’azienda.

Iveco verso la cessione in India. Per il governo serve il Golden Power

Dopo settimane di indiscrezioni su Iveco, la conferma è giunta direttamente dal gruppo controllante Exor: le trattative per la cessione della società e della sua divisione dedicata alla difesa, Iveco Defence Vehicles (Idv), sono giunte a uno stadio avanzato. Secondo quanto emerso, la parte automotive sarebbe destinata al colosso indiano Tata Motors, mentre la divisione difesa vede in pole position il gruppo Leonardo, già partner industriale, affiancato dall’alleata tedesca Rheinmetall.

Le due operazioni, pur procedendo parallelamente, fanno parte di un processo di progressivo disimpegno di Exor dal settore automotive, a favore di strategie orientate alla valorizzazione degli asset e alla massimizzazione dei dividendi per gli azionisti. Idv, interamente controllata da Iveco, ha chiuso il 2024 con un fatturato di 1,13 miliardi di euro, in crescita del 15% rispetto all’anno precedente, e la sua acquisizione viene valutata fino a 1,7 miliardi. La cessione dovrebbe essere ufficializzata già nelle prossime ore, anche in considerazione della presentazione dei risultati semestrali del gruppo, evento che ha già spostato le attenzioni del mercato e fatto registrare un incremento del titolo in Borsa del 4,84%.

Iveco verso la cessione: ramo difesa a Leonardo e ramo commerciale a Tata Motors

L’operazione coinvolge 19 siti industriali, di cui cinque in Italia (Torino, Brescia, Suzzara, Foggia e Bolzano) e la forza lavoro di 36.000 dipendenti, di cui circa 14.000 nel nostro Paese. Mentre il polo difesa attrae Leonardo con un’offerta stimata attorno a 1,6 miliardi, sostenuta anche dal Ministero della Difesa intenzionato a salvaguardare la filiera strategica nazionale, il ramo veicoli commerciali sembra già destinato Tata Motors, casa madre anche di Jaguar Land Rover.

Tra la famiglia Agnelli-Elkann e il gruppo indiano Tata persistono da decenni rapporti solidi. Emblematico è stato infatti il viaggio di John Elkann in India, lo scorso ottobre, per i funerali di stato del patriarca Ratan Tata.

Il ruolo del governo e la posizione dei sindacati

Il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha convocato per il 31 luglio i rappresentanti sindacali, che già esprimono grande preoccupazione per le possibili ripercussioni occupazionali e il rischio di depauperamento di un asset strategico per il Paese. In assenza di chiarezza sulle strategie produttive future di Tata, la tensione sale infatti tra i lavoratori italiani, con la Fiom-Cgil che parla di “situazione molto grave” e invoca un deciso intervento del governo per la tutela dell’occupazione e della filiera. Anche dalla politica, con Carlo Calenda in testa, si alza la richiesta al governo di esercitare i poteri speciali previsti dal Golden Power per evitare la perdita di controllo su un’eccellenza nazionale.

Exor sta chiaramente disinvestendo sulla prospettiva industriale della società a favore di profitti e dividendi per gli azionisti, come tra l’altro sta facendo anche nell’auto.

Mentre resta alta l’incertezza sul destino degli stabilimenti legati al comparto veicoli commerciali, su cui le organizzazioni sindacali temono tagli e razionalizzazioni post-acquisizione, il futuro di Iveco Defence Vehicles appare, nelle intenzioni del governo, ancora legato all’Italia. Da tempo, infatti, Leonardo e Idv collaborano attraverso consorzi e joint venture, come quella nata tra Leonardo e la tedesca Rheinmetall, in cui a Idv è stato assicurato il 15% delle attività produttive. La soluzione Leonardo, sostenuta dal Ministro della Difesa Guido Crosetto, appare come l’opzione privilegiata sia dall’esecutivo sia dal management, nell’ottica di preservare il know-how nazionale e garantire continuità industriale.

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