Italia in guerra contro la Cina al fianco degli Stati Uniti? Perché l’ultima mossa è un azzardo

Luna Luciano

22 Aprile 2023 - 14:38

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Una portaerei italiana solcherà l’Oceano Indo-Pacifico raggiungendo il Giappone, come richiesto dagli Stati Uniti per difendere Taiwan. Ma quali sono i rischi?

Italia in guerra contro la Cina al fianco degli Stati Uniti? Perché l’ultima mossa è un azzardo

La decisione dell’Italia di esaudire la richiesta degli Stati Uniti di dissuadere Pechino dall’invadere Taiwan potrebbe essere stata una mossa azzardata. Entro fine anno, infatti, dovrebbe salpare una portaerei per l’Indo-Pacifico giungendo infine in Giappone.

È questa la decisione presa dal Governo dopo l’incontro nei giorni scorsi a Washington tra il capo di Stato Maggiore della Difesa Giuseppe Cavo Dragone, candidato alla guida del Comitato militare della Nato, e il suo omologo Mark Milley. Incontro durante il quale si è discusso non solo della riunione di Ramstein del gruppo di contatto per aiutare Kiev, di cui l’Italia sta potenziano l’artiglieria, ma anche e soprattutto delle preoccupazioni degli Stati Uniti per Taiwan. Specialmente dopo che il presidente cinese Xi Jinping ha ordinato ai suoi militari di essere pronti a invadere l’isola entro il 2027.

A questa richiesta, però, se ne aggiunge una seconda che potrebbe avere ripercussioni significative a livello economico per l’Italia; ossia la richiesta di non rinnovare l’accordo sulla Nuova Via della Seta, come recapitato al ministro dell’Economia Giorgetti durante i vertici di primavera di Fmi e Banca Mondiale. Richieste queste che denotano come la priorità di Washington al momento sia la Cina, ma che potrebbero comportare gravi rischi per l’Italia e non solo. Ecco tutto quello che c’è da sapere.

Mossa azzardata dell’Italia contro la Cina: ecco cosa ci hanno chiesto gli Usa e perché

Le richieste degli Stati Uniti all’Italia sono ben precise e si inseriscono in un contesto geopolitico che vede la Cina non solo avanzare ed espandersi a livello economico e commerciale, potendo competere con Washington, ma avere in progetto anche l’espansione territoriale, tentando di conquistare Taiwan. Isola che è al centro degli interessi storici, politici ed economici di Cina e Usa.

L’invio di una portaerei italiana nella regione indo-pacifica ha lo scopo di mandare un messaggio unitario da parte degli alleati sul piano politico e militare a Pechino. Messaggio quanto mai necessario, specialmente dopo le affermazioni del presidente Macron che potrebbero esporre Taipei a maggiori rischi di attacco.

L’invio di navi italiane nell’Indo-Pacifico non è solo un invito, ma un’operazione concreta che ha già avuto inizio. Infatti, all’inizio di aprile l’imbarcazione Morosini della classe Pattugliatori Polivalenti d’Altura, è salpata da La Spezia per un una campagna di cinque mesi in Estremo oriente, per raggiungere 15 porti in 14 paesi diversi, tra cui Giappone, Corea del Sud, Vietnam, Thailandia, Malesia, India - con la quale l’Italia ha firmato un Patto Bilaterale per la Difesa - Oman, Pakistan, Arabia Saudita e Gibuti.

La nave solcherà il Mar Cinese Meridionale, dove Pechino da tempo sta costruendo basi, e sarà l’avanguardia per una missione più ampia. Come annunciato dal sottocapo di Stato Maggiore della Marina italiana, Giuseppe Berutti Bergotto, infatti, tra la fine 2023 e l’inizio del 2024, la Marina italiana “invierà una squadra portaerei nella regione dell’Indo-Pacifico per operare con gli alleati”, navigando fino al Giappone. La formazione comprenderà la portaerei Cavour e il suo naviglio di scorta, cioè un cacciatorpediniere, una fregata e un rifornitore di squadra. La missione per l’Italia ha un duplice ruolo, non solo quello strategico da un punto vista geopolitico, ma anche economico, mostrando ai diversi Paesi i pregiati prodotti italiani.

Italia contro la Cina, perché l’ultima mossa è un azzardo: il rischio di un’escalation

Le richieste degli Stati Uniti di non rinnovare gli accordi sulla Nuova Via della Seta e, soprattutto, di inviare portaerei italiane nella regione dell’Indo-Pacifico rivelano quale sia la reale priorità di Washington: la sfida geopolitica lanciata dal “dragone” orientale sul piano economico ma anche politico e militare. Basti pensare alla nuova cooperazione militare “senza limiti” tra Cina e Russia che ha sollevato parecchie preoccupazioni in Occidente.

La stessa Nato, infatti, ha chiesto all’Italia di proseguire “oltre il Mediterraneo” e il Comando Operativo di Vertice Interforze ha già inviato una missione esplorativa a Seul e Tokyo, per definire possibili esercitazioni con nuclei delle forze speciali, ma anche - come ricorda Repubblica - “ un tour dei nostri F35 da condurre entro la fine dell’anno in Giappone, Corea e Singapore”.

Il timore è che mentre Putin continua la sua guerra in Ucraina, Xi Jinping decida di invadere Taiwan, in modo che Russia e Cina si diano vicendevolmente supporto. l’obiettivo degli Stati Uniti è quello di scongiurare un’altra guerra come quella in Ucraina. L’idea che si trova dietro la richiesta degli Stati Uniti, quindi, è quella di prevenire e non scatenare una guerra dimostrando che Washington non è la sola a sollecitare la Cina alla prudenza.

Se sono queste le intenzioni degli Stati Uniti, è anche vero che bisogna considerare quali sono i rischi. Aumentare massicciamente la presenza della Nato nell’Indo-Pacifico comporta un aumento delle tensioni che spesso possono portare a passi falsi. Il rischio - come ogni volta che si parla di possibili conseguenze date da operazioni e strategie militare - è quello che a causa anche solo di un errore si possa arrivare a un’escalation del conflitto su scala globale, dato che gli Stati Uniti da sempre ribadiscono a Pechino che nel caso di un attacco diretto a Taiwan non esiteranno a intervenire. A quel punto non resta che chiedersi cosa farà la Nato e di conseguenza anche l’Italia.

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