L’inflazione Usa manda in tilt i mercati: crollo delle azioni

Violetta Silvestri

14 Settembre 2022 - 08:36

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Dopo i dati aggiornati sull’inflazione Usa, ancora a in crescita, i mercati hanno subito pesanti perdite: è selloff a Wall Street e in Asia, in attesa di una Fed molto aggressiva.

L’inflazione Usa manda in tilt i mercati: crollo delle azioni

Mercati in subbuglio: le azioni asiatiche crollano, mentre i trader scommettono che l’aumento dell’inflazione negli Stati Uniti provocherà rialzi più aggressivi dei tassi da parte della Federal Reserve, che potrebbero minacciare la crescita economica globale.

I ribassi in Asia arrivano ​​sulla scia del peggior selloff di Wall Street dai primi giorni della pandemia, poiché i dati ufficiali hanno mostrato che l’inflazione statunitense è aumentata dello 0,1% ad agosto rispetto al mese precedente, nonostante le aspettative di un calo, con la crescita dei prezzi al consumo accelerata fino a un aumento del 6,3% su base annua.

Il rapporto sull’inflazione è stato uno degli ultimi dati che la Fed vedrà prima della riunione di settembre, dove si prevede che la banca centrale realizzerà il suo terzo aumento consecutivo del tasso di 0,75 punti percentuali nel tentativo di combattere i prezzi da record.

L’inflazione Usa è ancora alta: mercati affondano

Alle ore 8.23 circa italiane, in Asia le azioni continuano a perdere pesantemente. In Cina, l’indice Shanghai è in ribasso dello 0,78% e Shenzhen dell’1,37%. A Hong Kong il crollo è del 2,58% e il Nikkei affonda del 2,76%.

L’inflazione statunitense più calda del previsto ha innescato la pesante svendita azionaria, considerando che ora i trader sono sicuri che la prossima settimana la Fed aumenterà i tassi di interesse di tre quarti di punto percentuale, con alcune scommesse che non escludono una mossa a punto pieno.

Ciò fa sì che gli investitori soppesano la prospettiva di condizioni più restrittive nei mercati dopo essere tornati ad acquistare asset sensibili al rischio negli ultimi giorni, speranzosi di un allentamento dei prezzi.

Nella notte, Wall Street ha visto il calo più ripido degli ultimi due anni, il dollaro - valuta rifugio - ha registrato il suo più grande balzo dall’inizio del 2020 e i rendimenti dei Treasury a due anni, che aumentano con le aspettative dei trader di tassi più elevati sui fondi Fed, sono balzati al livello più alto degli ultimi 15 anni.

La forza del biglietto verde ha messo sotto pressione lo yen giapponese, con il tasso vicino al suo minimo da 24 anni a 149,96 yen prima della notizia che la Banca del Giappone starebbe preparando un intervento valutario.

L’intervento per l’acquisto di yen è raro. L’ultima volta che il Giappone ha agito in supporto della sua valuta è stato nel 1998, quando la crisi finanziaria asiatica ha innescato una vendita di yen e rapidi deflussi di capitali.

All’inizio della giornata, il ministro delle finanze giapponese Shunichi Suzuki ha affermato che l’intervento valutario era tra le opzioni che il governo avrebbe preso in considerazione.

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