In arrivo nuovo taglio Irpef già in autunno? Ecco quanto si risparmierebbe

Patrizia Del Pidio

29 Maggio 2025 - 14:16

Il taglio Irpef al ceto medio torna come tema caldo: in autunno o con la prossima legge di Bilancio cambia poco, scopriamo perché.

In arrivo nuovo taglio Irpef già in autunno? Ecco quanto si risparmierebbe

Si torna a parlare di un nuovo taglio Irpef, destinato questa volta al ceto medio; la maggioranza, a quanto sembra, sta premendo per attuarlo già in autunno, a ridosso delle elezioni regionali. Se ne parla ormai da tempo e il taglio non è stato inserito nella Legge di Bilancio 2025 perché era subordinato al gettito del concordato preventivo biennale.

Con lo slittamento e la proroga per l’adesione al CPB, poi, al momento di votare il testo definitivo della Manovra 2025, ancora non erano certe le entrate che l’istituto avrebbe generato né se sarebbero state sufficienti a coprire la spesa che il taglio Irpef avrebbe richiesto.

L’obiettivo di tagliare le tasse al ceto medio non è mai stato accantonato del tutto, anzi, gli esponenti del Governo avevano rassicurato i contribuenti che si trattava solo di rimandare la misura che avrebbe diminuito le imposte per i redditi compresi tra i 28.000 e i 60.000 euro.

Cosa potrebbe cambiare e da quando? Quali saranno i reali risparmi per i contribuenti interessati?

Taglio Irpef al ceto medio, quando arriva?

La Legge di Bilancio 2025, per quel che riguarda l’Irpef, ha agito soltanto rendendo strutturale il taglio dell’Irpef da quattro a tre scaglioni, inizialmente previsto in maniera sperimentale per il solo 2024. Sono stati confermati gli scaglioni di reddito e le aliquote:

  • fino a 28.000 euro Irpef al 23%;
  • da 28.000 a 50.000 euro Irpef al 35%;
  • oltre 50.000 euro Irpef al 43%.

Il passo successivo, annunciato da tempo dall’esecutivo, era quello di tagliare l’Irpef al ceto medio, ovvero a coloro che hanno redditi tra 28.000 e 60.000 euro e l’intenzione è quella di ridurre l’attuale aliquota del secondo scaglione dal 35% al 33%. La riduzione dei due punti percentuali si applicherebbe a tutto il secondo scaglione di reddito che, però, dovrebbe essere ampliato comprendendo redditi fino a 60.000 euro.

Sebbene l’ipotesi più probabile è che il taglio venga inserito nella Legge di Bilancio 2026, la maggioranza potrebbe anche spingere a prevederlo già in autunno: sembra poco verosimile poiché si tratta di una modifica che, se effettuata in corso di anno, potrebbe comportare un meccanismo abbastanza complesso per il calcolo dell’Irpef (che, ricordiamo, si attua sul reddito complessivo annuo). Secondo noi, indipendentemente da quando la norma sia varata, la novità entrerebbe in vigore, in ogni caso, a partire dal 1° gennaio 2026.

Che vantaggi in busta paga?

Con il taglio dell’Irpef che ha accorpato primo e secondo scaglione di reddito dal 1° gennaio 2024, il vantaggio in busta paga per i lavoratori con reddito superiore a 15.000 euro è stato al massimo di 260 euro l’anno. Con il taglio dell’Irpef al ceto medio, invece, il risparmio massimo potrebbe essere anche più corposo.

Secondo i calcoli effettuati dai commercialisti, per redditi fino a 35.000 euro ci sarebbe un risparmio massimo di 40 euro l’anno. La convenienza, però, salirebbe al crescere del reddito:

  • per chi ha redditi fino a 45.000 euro ci sarebbe un guadagno di 340 euro (da sommare ai 260 euro risparmiati grazie al primo taglio dell’Irpef);
  • per redditi di 65.000 euro il risparmio sarebbe di 440 euro l’anno; questo sarebbe il guadagno massimo che il taglio dell’Irpef permetterebbe.

Resta ancora il nodo coperture. Gli stanziamenti finanziari per poter procedere al taglio dell’Irpef per il ceto medio sono stati individuati dal vice ministro all’Economia Maurizio Leo:

  • concordato preventivo biennale che ha già fruttato 1,6 miliardi di euro;
  • la lotta all’evasione fiscale;
  • clearance fiscale, con il quale si vuole ridurre il contenzioso tributario con le imprese per favorire l’adempimento spontaneo.

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