Ho pagato due volte la stessa bolletta. Cosa fare?

Giorgia Dumitrascu

30 Settembre 2025 - 12:55

Hai pagato due volte la bolletta? La legge consente di recuperare i soldi con rimborso o compensazione: ecco come fare e a chi rivolgersi.

Ho pagato due volte la stessa bolletta. Cosa fare?

Ti sei accorto di aver pagato due volte la stessa bolletta, magari con l’app della banca e poi alle Poste, o perché l’addebito automatico è partito dopo che avevi già saldato a mano.
Succede più spesso di quanto sembri: errori di digitazione, rallentamenti nei sistemi di incasso, doppie emissioni da parte del gestore. Ma il denaro versato in eccesso non va perso: la legge riconosce il diritto a riaverlo e prevede percorsi chiari per ottenere il rimborso, anche quando si tratta di tributi o imposte locali.

Perché può capitare di pagare due volte la stessa bolletta?

Pagare due volte la stessa bolletta non è un caso raro. Può succedere per piccoli errori dell’utente, per ritardi nei sistemi di incasso o per problemi legati al cambio di fornitore. Capire come nasce il doppio addebito è utile per chiedere subito il rimborso e non bloccare liquidità inutilmente.

Errori manuali: bonifico/bollettino ripetuto, “paga di nuovo”

  • bonifico o bollettino ripetuto: capita quando si paga una prima volta online e poi, non vedendo subito la registrazione, si rifà il versamento alle Poste o tramite home banking.
  • app bancarie e pagamenti rapidi: un click in più su PagoPA o sulla funzione “paga di nuovo” può generare un secondo addebito.

Domiciliazione e pagamento extra

Molti utenti attivano l’addebito diretto (SEPA SDD) ma, temendo che il pagamento non parta, saldano comunque manualmente. La banca del gestore incassa entrambe le somme se la domiciliazione è già attiva.

Ritardi contabili e sistemi non aggiornati

Le piattaforme dei fornitori possono impiegare giorni a registrare un bonifico: se nel frattempo l’utente paga di nuovo, la fattura risulta saldata due volte.

Cambio fornitore e doppia fatturazione

Nel passaggio da un operatore all’altro (luce, gas, acqua) può arrivare una bolletta di chiusura dal vecchio gestore e una di avvio dal nuovo con lo stesso periodo di consumo. ARERA parla di “doppia fatturazione”, in questi casi l’utente finisce per pagare due volte un servizio già saldato.

Ri-emissioni fattura e errori dell’operatore

Capita che il gestore riemetta la fattura (per correzioni o problemi tecnici) senza tener conto del primo pagamento; se il cliente paga la nuova fattura “corretta”, si trova con un doppio versamento.

PagoPA: paghi due volte da app/sito

Con PagoPA la transazione viene registrata dall’ente creditore. Se si paga due volte (ad esempio da app bancaria e poi su sito ufficiale), la seconda somma confluisce comunque all’ente, il rimborso non è automatico e va chiesto all’amministrazione competente.

Posso chiedere il rimborso se ho pagato due volte la bolletta?

Chi paga due volte una bolletta non perde il denaro, la legge riconosce il diritto a riaverlo. Il fondamento giuridico è l’indebito oggettivo previsto dall’art. 2033 del codice civile:

«Chi ha eseguito un pagamento non dovuto ha diritto di ripetere ciò che ha pagato».

In altre parole, se l’importo non era dovuto, perché la bolletta era già stata saldata o perché la fattura è stata emessa per errore, il gestore deve restituirlo.
Nella prassi delle utility (luce, gas, acqua, telefonia) il rimborso può avvenire in due modi. Il più comune è la compensazione, cioè lo sconto diretto nella prima bolletta utile. Alcune società prevedono l’accredito automatico se rilevano la duplicazione nei propri sistemi; altre lo effettuano solo dopo che il cliente invia una richiesta formale. Se l’utente preferisce riavere la somma sul conto, può chiedere il bonifico o l’assegno di rimborso, la facoltà è riconosciuta sia dalle condizioni generali di fornitura sia dalle delibere dell’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente ARERA.

Come richiedere il rimborso

Il primo passo è capire se il doppio pagamento è reale. Basta controllare l’area clienti del fornitore o l’estratto conto, se la stessa fattura compare due volte, o se un addebito automatico è partito dopo un pagamento manuale, c’è un indebito. Se il pagamento è avvenuto tramite PagoPA, vale la pena verificare anche nell’area “Pagamenti effettuati”, a volte una delle due operazioni risulta ancora “in corso” e può essere stornata in giornata contattando subito l’ente creditore.

Reclamo al gesto: cosa scrivere e allegare

Se il doppio addebito è certo, il reclamo scritto è obbligatorio per attivare la tutela. Va inviato via PEC, raccomandata A/R o tramite il form online del gestore, allegando: copia della bolletta, prova dei pagamenti (ricevuta bancaria o postale) e codice cliente. Indicare chiaramente che si tratta di pagamento indebito ai sensi dell’art. 2033 c.c. e chiedere la restituzione o la compensazione.
Le regole ARERA prevedono termini stringenti:

  • il fornitore deve rispondere entro 30 giorni solari al reclamo;
  • nei casi di doppia fatturazione dopo cambio operatore, deve emettere la rettifica entro 20 giorni solari;
  • se non rispetta questi tempi, al cliente spetta un indennizzo automatico: 20 € se la rettifica avviene oltre i 20 giorni, 40 € se oltre i 40, 60 € se oltre i 60;
  • l’accredito (rimborso o indennizzo) deve avvenire entro 8 mesi dalla segnalazione o dalla richiesta.

Alcuni gestori (ad esempio Enel, Acea) prevedono già nei contratti che, in caso di doppio versamento, l’importo sia compensato nella bolletta successiva, ma il cliente può sempre chiedere un bonifico diretto.
Se il reclamo resta senza risposta o viene rigettato, si passa alla conciliazione.
Per le forniture di energia e gas l’istanza si presenta online allo Sportello per il consumatore ARERA e alla piattaforma Conciliazione ARERA; la procedura è gratuita e obbligatoria prima di eventuali cause. Per l’acqua vale lo stesso schema, spesso integrato da Carte dei servizi locali.
Nel settore telefonia e pay-TV il canale è ConciliaWeb AGCOM, si compila un modulo, si caricano prove di pagamento e reclamo, e l’operatore è tenuto a partecipare. In assenza di accordo, l’AGCOM può chiudere la pratica con un provvedimento vincolante.

Se il doppio pagamento riguarda tasse o tributi?

Quando la somma versata due volte non riguarda una bolletta di luce o gas ma un tributo, le regole cambiano perché si applica la normativa fiscale e non la regolazione ARERA.
La prima distinzione è tra tributi comunali (IMU, TARI, addizionali) e imposte statali o regionali (canone RAI, bollo auto).

IMU e TARI

Per i tributi locali vale l’art. 1, comma 164, della legge 296/2006, che riconosce al contribuente il diritto di chiedere il rimborso di quanto versato indebitamente entro 5 anni dalla data del pagamento. L’istanza va indirizzata all’ufficio tributi del Comune, preferibilmente tramite PEC o raccomandata, allegando ricevute F24 e identificativi dell’avviso pagato due volte. Molti Comuni pubblicano sul proprio sito un modello precompilato di “istanza di rimborso IMU/TARI”, ma è sufficiente una richiesta scritta con i dati essenziali.

Canone RAI

Il canone RAI segue una strada diversa: se è stato pagato due volte (ad esempio tramite bollettino e poi in bolletta elettrica), si può chiedere il rimborso direttamente all’Agenzia delle Entrate, che gestisce il tributo. Sul sito dell’Agenzia è disponibile un modulo dedicato, da inviare via PEC o tramite raccomandata.

Bollo auto

Per il bollo auto, l’istanza di rimborso va presentata alla Regione competente o ad ACI (a seconda delle deleghe regionali). Ogni Regione prevede modulistica e tempi propri, ma in genere il termine per la domanda è di 3 anni; alcune amministrazioni, tuttavia, applicano lo stesso termine quinquennale dei tributi comunali, quindi conviene verificare sul sito istituzionale.

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