Nel 1984, uno studente ha acquistato vecchi pezzi di computer per 1.000 dollari per avviare il suo business. Oggi è tra gli uomini più ricchi del mondo e la sua azienda vale oltre 90 miliardi.
A volte le grandi storie dell’imprenditoria globale nascono in contesti umili. Quella di Michael Dell, ad esempio, prende forma all’interno di un dormitorio universitario e da un investimento iniziale di appena 1.000 dollari in vecchi ricambi per computer.
Era il 1984, Dell aveva 19 anni, faceva il lavapiatti e frequentava l’Università del Texas ad Austin, negli Stati Uniti. Oggi, invece, si trova al nono posto nella classifica di Forbes degli uomini più ricchi del pianeta con un patrimonio stimato in circa 152 miliardi di dollari e un’azienda, Dell Technologies, che attualmente capitalizza in Borsa oltre 90 miliardi.
L’idea imprenditoriale nata in un dormitorio universitario
Il modello di business di Dell nasce da un’intuizione tanto semplice quanto innovativa. Il giovane imprenditore assemblava e vendeva kit di aggiornamento per PC direttamente agli studenti del campus universitario, in modo tale da aggirare gli intermediari e instaurare così un rapporto diretto con il cliente finale. Una scelta che non solo abbatteva i costi, ma permetteva anche di intercettare con maggiore rapidità le reali esigenze del mercato.
La società dell’imprenditore muove dunque i primi passi con risorse limitate e una struttura essenziale. Lo stesso Dell ricorderà in seguito che, in principio, il suo reparto produttivo era composto da poche persone e andava avanti con attrezzature di fortuna.
Come accaduto ad altri grandi protagonisti della tecnologia, come Bill Gates e Steve Jobs, anche Michael Dell lascia l’università prima di completare gli studi. Inizialmente iscritto a medicina per assecondare le aspettative dei genitori, aveva però già sviluppato una profonda passione per l’informatica che, alla fine, ha deciso di perseguire seriamente.
Il ruolo centrale del rischio e dell’intuizione
Alla base del successo di Dell c’è una visione chiara del rischio come leva di crescita. In più occasioni l’imprenditore statunitense ha sottolineato come la capacità di puntare su idee realmente distintive sia stata decisiva per il suo successo. Per emergere, sostiene, è necessario proporre soluzioni che nessun altro sta offrendo e imparare a fidarsi del proprio istinto, senza farsi condizionare eccessivamente dai giudizi esterni.
Un approccio evidente adottato dal miliardario già prima della nascita di Dell Technologies. Basti pensare che, durante gli anni del liceo, Dell è riuscito a guadagnare circa 18.000 dollari vendendo abbonamenti a un quotidiano locale, dopo aver capito che le coppie neosposate erano una categoria di pubblico più incline all’acquisto. Già da adolescente, Dell aveva capito l’importanza del marketing diretto e dell’analisi dei dati, due strategie che saranno fondamentali per la buona riuscita del suo futuro modello di business.
Dalla crescita record alle fasi di crisi
Nel 1992, a soli 27 anni, Michael Dell diventa CEO, mentre nel 2001 Dell Technologies raggiunge la leadership mondiale nel mercato dei personal computer. La traiettoria, tuttavia, non è priva di difficoltà. Dopo lo scoppio della bolla dot-com e con l’intensificarsi della concorrenza, il modello di business della società inizia a mostrare dei limiti.
Lo stesso Dell riconoscerà in seguito che il modello direct-to-consumer, pur rivelandosi inizialmente rivoluzionario e decisivo per l’ascesa dell’azienda, nel lungo periodo ne avrebbe compromesso la sostenibilità. Si apre così una fase di profondo ripensamento strategico, che culmina nel 2013 con il ritiro di Dell dalla Borsa attraverso un leveraged buyout da 24,4 miliardi di dollari, il più grande dai tempi della crisi finanziaria globale.
Con il supporto del fondo Silver Lake, il gruppo viene riorganizzato e, nel 2015, Dell firma l’acquisizione della società EMC Corporation per 67 miliardi di dollari, la più rilevante operazione nella storia del settore tecnologico. Nel 2018, poi, Dell Technologies è ritornata in Borsa. Ad oggi, la sua capitalizzazione di mercato ha superato i 90 miliardi di dollari.
Un patrimonio record e l’impegno sociale
Oggi Michael Dell figura stabilmente tra i grandi protagonisti delle classifiche dei miliardari globali. Insieme alla moglie Susan, che ha sposato nel 1989, ha deciso di destinare una parte significativa della propria ricchezza a iniziative filantropiche. Recentemente, ad esempio, la coppia ha annunciato un impegno complessivo di 6,25 miliardi di dollari per finanziare conti di investimento a favore di circa 25 milioni di bambini statunitensi.
L’iniziativa è collegata all’Invest America Act, un programma promosso dall’amministrazione Trump che prevede la creazione di conti di risparmio con un capitale iniziale destinato a crescere nel tempo grazie all’interesse composto e utilizzabile al compimento dei 18 anni. Secondo i promotori del progetto, si tratterebbe della più grande donazione mai destinata a favore dei bambini negli Stati Uniti.
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La filosofia imprenditoriale di Michael Dell
Michael Dell attribuisce il suo successo imprenditoriale a una combinazione di disciplina, capacità di adattamento e attenzione al lungo periodo. Tra i principi che cita più spesso figurano la fiducia, l’etica, la collaborazione e la resilienza. Gli insuccessi, secondo l’imprenditore, rappresentano un passaggio necessario per rafforzarsi e migliorare.
Alla base resta il concetto di miglioramento continuo: essere soddisfatti dei risultati raggiunti senza però considerarsi mai arrivati al traguardo. Questo approccio richiama il principio giapponese del “kaizen”, termine coniato dall’economista Masaaki Imai per descrivere la filosofia di business che supportava i successi dell’industria giapponese negli anni Ottanta, con particolare riferimento alla Toyota. Seguendo questi principi, un investimento iniziale di 1.000 dollari nato in un dormitorio universitario si è trasformato in un colosso che ha rivoluzionato il settore tecnologico globale.
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