Governo Meloni, neanche il tempo di iniziare ed è già crisi: come finirà lo scontro con Berlusconi?

Stefano Rizzuti

15 Ottobre 2022 - 10:24

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Lo scontro tra Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi rischia di mettere a repentaglio la nascita del governo di centrodestra? Cosa sta succedendo e perché è decisiva la partita sulla lista dei ministri.

Governo Meloni, neanche il tempo di iniziare ed è già crisi: come finirà lo scontro con Berlusconi?

Tra Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi lo scontro è aperto. La tenuta della maggioranza, ancor prima di formare la squadra di governo, è già a rischio. Non sono bastate le tensioni sull’elezione dei presidenti di Camera e Senato, ora il confronto tra i due leader di Fratelli d’Italia e Forza Italia si inasprisce dopo il famoso foglietto del leader azzurro e la piccata replica della presidente del Consiglio in pectore.

“A quell’elenco mancava un punto, che non sono ricattabile”, è la controffensiva di Meloni. Che lancia un chiaro messaggio a Berlusconi dopo la pubblicazione degli appunti in cui si legge come definisce la stessa leader di Fdi: “Supponente, prepotente, arrogante e offensiva”.

Meloni si dice non ricattabile e intanto sembra voler mettere un veto sui ministri di Fi, dicendo no a tutti quelli che non hanno votato per l’elezione di Ignazio La Russa alla presidenza del Senato. Ma lo scontro può davvero inasprirsi ulteriormente e portare alla mancata nascita del governo?

La partenza del governo Meloni

Meloni, per il momento, tira dritto e fa sapere che sta lavorando ai dossier più urgenti da affrontare. “Avevamo promesso agli italiani di procedere a passi spediti. Ci siamo riusciti: ora continuiamo a lavorare con la stessa velocità per le altre scadenze”, ha detto dopo l’elezione di Lorenzo Fontana alla presidenza della Camera. Ma la strada è impervia e in salita e la formazione del nuovo governo è tutt’altro che semplice, per quanto si parli di dossier e non dello scontro.

Cosa farà Meloni: i rapporti con Lega e Forza Italia

In questo momento di tensione con Berlusconi, Meloni sta rafforzando l’asse con la Lega e con Matteo Salvini, come dimostra anche l’accordo sul nome di Fontana per la Camera. Diversa la strategia nei rapporti con Forza Italia: la prossima presidente del Consiglio sta puntando su una comunicazione più fitta con Antonio Tajani (in pole come ministro degli Esteri), dimostratosi più dialogante: Fi al momento sembra essere meno compatta e il rischio che Berlusconi non controlli del tutto i gruppi è concreta.

Governo Meloni, le tensioni dentro Forza Italia

Dentro Forza Italia gli animi sono tutt’altro che sereni, tanto che si ipotizza che la delegazione azzurra possa andare da sola alle consultazioni con il presidente della Repubblica, senza unità di coalizione. Fi non vuole farsi imporre la lista dei ministri da Meloni, discorso che non vale solo per Licia Ronzulli ma anche per altri nomi.

Il rischio è che lo scontro interno al partito, però, diventi una vera e propria resa dei conti. Già sulla nomina dei capigruppo: al Senato ci sarebbe Licia Ronzulli, ma sono quotati anche i nomi di Maurizio Gasparri e Gianfranco Miccichè. Ma è alla Camera che la situazione può diventare esplosiva, tanto che si parla di uno scontro fratricida tra fazioni: quella capeggiata da Ronzulli con Giorgio Mulè o Alessandro Cattaneo e quella guidata da Tajani con Paolo Barelli.

Le garanzie di Salvini sulla tenuta della maggioranza

Tra i due litiganti, il terzo si dice invece ottimista sulla possibilità che le tensioni spariscano presto. Matteo Salvini fa sapere di aver parlato sia con Berlusconi che con Meloni e assicura: “Si appianerà tutto”. Tanto da dirsi convinto che il centrodestra andrà compatto alle consultazioni al Colle nonostante quello che definisce come un piccolo incidente di percorso.

Cosa farà Meloni? Ipotesi veto su ministri Fi

Meloni tira dritto sulla sua strada e anche La Russa spiega che “piuttosto che farsi ricattare, Giorgia se ne va a casa”. La leader di Fdi punta sulla linea dura sui ministeri, non volendo lasciare nessun posto ai ribelli del Senato: nessun dicastero a chi non ha votato per La Russa.

A rischio ci sono quindi Anna Maria Bernini, Alberto Barachini, ma anche Maurizio Gasparri e Francesco Paolo Sisto: tutti nomi dati in corsa per qualche ministero, alcuni anche di peso. Potrebbe invece rientrare Elisabetta Casellati, che insieme a Berlusconi è stata l’unica forzista a votare. Ma nel suo caso il problema è che il ministero della Giustizia sembra già assegnato a Carlo Nordio e per questo si punterebbe su un’altra carica.

Cosa farà Forza Italia: governo a rischio?

C’è chi dice che un veto sui ministri azzurri da parte di Meloni potrebbe portare Berlusconi a far saltare tutto. Ma al momento dentro Forza Italia non c’è compattezza: la linea dura del presidente potrebbe non reggere a lungo e qualcuno, soprattutto alla Camera, potrebbe invece seguire Tajani, più dialogante.

Non a caso si ipotizza già la nascita di un gruppo di Noi Moderati: Lorenzo Cesa avrebbe aperto le trattative anche con Fdi, eventualmente per recuperare qualche eletto da far rientrare per riuscire a formare un nuovo gruppo parlamentare. In quel caso proprio questo gruppo potrebbe accogliere chi, dentro Fi, non è d’accordo sulla linea dura, garantendo quindi il sostegno a Meloni.

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